TRIPODI, Antonino (Nino)
– Nacque a Reggio Calabria l’11 gennaio 1911, da Domenico e da Teresa Campolo.
Svolse i suoi studi superiori a Reggio Calabria per poi iscriversi alla facoltà di giurisprudenza di Messina, dove si laureò nell’anno accademico 1932-33 con una tesi in diritto penale.
Contemporaneamente iniziò l’attività politica avvicinandosi, negli anni dell’università, ai Gruppi di azione corsa, l’associazione che radunava i filoitaliani di Corsica e che diffondeva le idee irredentistiche corse nella penisola. Gli studi e le conferenze fatti da Tripodi in quell’ambito avevano come punto di riferimento il Risorgimento secondo l’insegnamento di Gioacchino Volpe, direttore dell’Archivio storico di Corsica. Non a caso, Tripodi fu tra i fondatori del Gruppo di azione corsa di Reggio Calabria, intitolato a Domenico Romeo, patriota calabrese ucciso durante i moti reggini del 1847. Gli studi e le ricerche sul Risorgimento calabrese portarono alla pubblicazione, nel 1932, di uno studio monografico sui fratelli Agostino e Antonino Plutino che ebbe una buona recensione da parte di Nello Rosselli sull’Archivio storico della Calabria e della Lucania nel 1933.
Nel frattempo Tripodi diventò segretario del Gruppo universitario fascista (GUF) di Reggio Calabria, ma lo scoppio della guerra d’Etiopia lo convinse ad arruolarsi nel battaglione di volontari universitari Curtatone e Montanara. Durante la guerra africana inviò resoconti e corrispondenze alla Gazzetta di Reggio Calabria e all’Appello, organo dei GUF siciliani. Conclusasi la guerra, si trasferì a Roma e fu chiamato alla segreteria centrale dei GUF, all’interno della quale fu promotore di un Centro di studi storici per la valorizzazione della documentazione della Mostra della Rivoluzione fascista, che curò dal punto di vista storico nel 1941. La mostra fu solo parzialmente realizzata a partire dall’ottobre del 1942, a causa della guerra, ma dai documenti del suo archivio risulta che in una delle sezioni Tripodi prevedeva duemila documenti relativi alla storia del fascismo dalle origini; altri sedicimila li aveva inoltre tenuti in serbo per utilizzarli successivamente.
Precedentemente, nel 1938, Tripodi aveva partecipato ai Littoriali della cultura e dell’arte di Palermo, risultando primo classificato (quindi, littore) nel Convegno di dottrina del fascismo: in quella circostanza si classificò al quinto posto Aldo Moro e al nono e al decimo si collocarono due filosofi, Enzo Paci e Pietro Prini. In seguito a quel risultato, Tripodi fu chiamato a tenere lezioni nel corso di dottrina dello Stato presso la Scuola di mistica fascista e nei corsi di preparazione politica il cui programma, da lui redatto, prevedeva lo studio dell’ordinamento dello Stato, dell’ordinamento e delle funzioni del Partito nazionale fascista (PNF), della politica imperiale, della politica della razza e della cultura militare. Divenne anche, sempre nel 1938, assistente nella facoltà di scienze politiche dell’Università di Roma, presso la cattedra di dottrina dello Stato tenuta da Carlo Costamagna, poi in quella di dottrina del fascismo di Emilio Bodrero.
Nel 1939 sposò Annunziata Focà, e un anno dopo nacque la figlia Ala.
Sempre nel 1939, Tripodi entrò a fare parte della commissione giudicatrice del Concorso per una monografia sulla mistica del razzismo fascista, indetto dalla Scuola di mistica fascista Sandro Italico Mussolini, cui parteciparono alcuni studenti universitari tra i quali Giorgio Almirante, Vincenzo Buonassisi ed Enzo Leoni, che risultò vincitore.
Nel 1942 ottenne la libera docenza in storia e dottrina del fascismo, che insegnò nelle università di Roma e di Bologna. Tra il 1940 e il 1942 organizzò e partecipò a diversi convegni dei GUF come i Convegni italo-tedeschi di Bologna (1940) e di Torino (1941), il Convegno nazionale di geopolitica a Roma (1941) e quello italo-nipponico, tenutosi a Rimini sempre nel 1941. In quel periodo fu nominato vicesegretario federale della Federazione fascista di Teramo e nel 1942 si arruolò volontario e, come tenente della divisione Torino, fu impiegato nella zona di Gorizia.
Non risulta documentazione che comprovi l’adesione di Tripodi alla Repubblica sociale italiana (RSI); fu comunque interdetto dai diritti politici nel 1945, epurato e privato della docenza universitaria. Intrapresa la professione forense, fondò, tra la fine del 1945 e i primi del 1946, con Salvatore Gatto, ex vicesegretario del PNF, l’Unione sindacale italiana (USI), un piccolo sindacato rivolto agli ex fascisti, che si rifaceva ai principi del sindacalismo rivoluzionario, come il nome chiaramente indicava. Nell’agosto del 1946 fondò il settimanale Rataplan, che fu, dopo Rivolta ideale, il secondo foglio neofascista in ordine di apparizione nella Capitale; il foglio assunse posizioni molto aperte, favorendo anche un rapporto con Francesco Saverio Nitti, nell’intento di superare la frattura tra fascismo e antifascismo. Ciò impedì a Tripodi di assumere fin dall’inizio posizioni di vertice nel neonato Movimento sociale italiano (MSI), che contribuì comunque a costituire partecipando alle riunioni preparatorie dell’ottobre-dicembre 1946. Iniziò ricoprendo cariche calabresi ma già dopo il I Congresso del MSI (1948) fu eletto nel Comitato centrale e, subito dopo, nella direzione del Partito. Dal 1956 al 1969 fu vicesegretario interpretando la linea di Alberto Michelini dell’inserimento, che sviluppò dando particolare rilievo alla cultura.
Nel 1959, proprio su indicazione del segretario, Tripodi costituì l’Istituto nazionale di studi politici ed economici che, presieduto da Gioacchino Volpe e da Alberto Asquini, rappresentò la più rilevante struttura culturale della Destra italiana.
Eletto deputato nella circoscrizione di Catanzaro-Cosenza-Reggio Calabria nel 1958 e rieletto per sei legislature consecutive fino al 1983, fece parte di numerose commissioni parlamentari (Lavori pubblici, Finanze e tesoro, Presidenza del consiglio, Affari interni e di culti, enti pubblici, giustizia) e dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (dal 19 dicembre 1979 all’11 luglio 1983). Nel corso della lunga esperienza parlamentare presentò complessivamente 282 progetti di legge, 475 atti di indirizzo e di controllo e intervenne 144 volte in aula e nelle commissioni.
Nel 1969, con la nuova segreteria di Giorgio Almirante, Tripodi fu nominato direttore del quotidiano del partito, Il Secolo d’Italia, rimanendo nella carica fino al 1982. Nel 1979 promosse un inserto, Secolo cultura per sviluppare, con intellettuali di area, temi e problemi di carattere culturale. I vari interventi furono poi raccolti in due volumi da lui curati.
Nel 1970, in occasione della rivolta di Reggio Calabria, Tripodi, deputato della città, assunse subito una posizione contraria alla sommossa, in linea con la posizione del MSI che prese le distanze dalle violenze, considerando la protesta come una manifestazione di regionalismo antinazionale. Successivamente seguì la linea di Almirante, che assecondò la rivolta cercando in qualche modo di dirigerla.
Nel 1984 fu eletto al Parlamento europeo; come europarlamentare fece parte della Commissione per la gioventù, la cultura, l’istruzione e lo sport (di cui fu vicepresidente) e altresì fu membro della Delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese.
Nel 1982, conclusasi la sua direzione al Secolo d’Italia, Tripodi fu eletto presidente del MSI.
L’anno successivo organizzò le celebrazioni per il centenario della nascita di Benito Mussolini, aperte da un convegno a Roma al quale parteciparono studiosi di diverse tendenze, da Augusto Del Noce a Renzo De Felice, da Salvatore Valitutti a James Gregor, da Franco Valsecchi a Vintila Horia, da Luigi Volpicelli a Francesco Grisi, oltre a intellettuali di area come Giovanni Volpe, Alberto Giovannini, Marcello Veneziani, Giuseppe Tricoli, Mario Bernardi Guardi.
Negli ultimi mesi di vita si dedicò alla elaborazione di un Dizionario mussoliniano rimasto inedito, strutturato in lemmi presenti nei discorsi o negli scritti mussoliniani (3855 definizioni per 1474 voci).
Morì a Reggio Calabria il 18 agosto 1988, tre mesi dopo la scomparsa di Pino Romualdi e di Almirante.
Opere. I fratelli Plutino nel Risorgimento italiano. Con particolari cenni alle rivoluzioni locali del 1847- 48-60, Messina 1932; Antitesi nel bolscevismo sovietico, Roma 1940; Il punto di scissione tra democrazia e liberalismo, Roma 1940; Ludi aprutini della cultura e dell’arte, Roma 1941; Il pensiero politico di Vico e la dottrina del fascismo, Padova 1941; Esempi fondamentali della prassi politica italiana, Roma 1942; Logica della gerarchia, Roma 1954; Commento a Mussolini, Torino 1956; I Patti lateranensi e il fascismo, Bologna 1959; Italia fascista in piedi! Memorie di un littore, Milano 1960; I poeti crepuscolari, Milano 1966; Gentile oggi in noi, Roma 1968; Il fascismo secondo Mussolini, Milano 1971; Intellettuali sotto due bandiere, Roma 1978; Fascismo così. Problemi di un tempo ritrovato, Roma 1984; Mussolini nel centenario della nascita, Roma 1986; Nuvole e simboli, Roma 1988. Inoltre ha curato i volumi Il pensiero di destra propone, Roma 1980; La cultura di destra tra presente e divenire, Roma 1982.
Fonti e Bibl.: L’Archivio Tripodi è conservato a Roma presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, alla quale è stato concesso in comodato dalla famiglia. Presso la medesima fondazione è altresì conservato l’archivio dell’INSPE (Istituto Nazionale di Studi Politici ed Economici).
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