ACERBI, Antonio
Figlio di Giliotto, partecipò alla vita politica di Perugia, secondo quanto riferisce il Pellini, dall'anno 1443, quando venne incaricato di trattare con Niccolò Piccinino perché, con i suoi soldati, lasciasse la città. Ricoprì importanti uffici nell'amministrazione del Comune: fu tra i "dieci Gentilhuomini" consiglieri dei Priori (1453) e tra i cittadini preposti all'ordine della città (1454). Nel 1456fu incaricato dal Comune di offrire l'appoggio di Perugia ad Alfonso d'Aragona, diretto nelle Marche. Il 22 genn. 1459 fu presente, come commissario di Iacopo Piccinino, all'atto di vendita al papa della città di Assisi, di cui il condottiero s'era impossessato l'anno precedente. Nel 1464 portò a Iacopo Piccinino, che aveva allora perduto il figlio, le condoglianze del Comune di Perugia. Nel giugno dello stesso anno fu uno dei quattro oratori del Comune che si recarono presso Pio II in Spoleto a chiedergli di provvedere alla distribuzione delle cariche amministrative in Perugia. Nel 1479, non volendo il Comune di Perugia essere coinvolto nella guerra scoppiata l'anno prima, dopo la congiura dei Pazzi, tra Firenze e il pontefice, l'A. fece parte di due ambascerie perugine inviate al pontefice per ottenere da lui il permesso di conservare la neutralità, permesso ottenuto soltanto nella sua seconda missione. L'A. nel giugno 1484 tornò presso Sisto IV a chiedere che i capitani del contado perugino fossero scelti soltanto da famiglie nobili. Nel maggio del 1486 rappresentò il Comune di Perugia nelle trattative intercorse per comporre le controversie esistenti con Siena e l'anno seguente, di settembre, fu a Roma, ove s'incontrò con ambasciatori di Firenze per rinnovare la lega fra le due città, e si recò da Innocenzo VIII per ottenere che fossero ritirate alcune compagnie di ventura che si trovavano in territorio perugino. Va ricordato infine che l'A. fu grande amico di Niccolò Perotti arcivescovo di Siponto (cfr. G. Mercati, Per la cronologia della vita e degli scritti di N. Perotti,Roma 1925, p. 116).
La notizia data dal Pellini secondo la quale l'A. sarebbe stato, nel suo ultimo anno di vita (1489), segretario di Innocenzo VIII è assolutamente priva di fondamento, in quanto il nome dell'A. non figura nel Liber notarum di Giovanni Burcardo (ed. a cura di E. Celani in Rer. Italic. Script.,2 ediz , XXXII, 1).
L'A. sarebbe morto, secondo il Pellini, nel settembre 1489, ma la notizia non riceve conferma da altre fonti.
Bibl.: P. Pellini, Historia di Perugia, II, Venetia 1664, pp. 507, 540, 595,611, 613, 640, 642, 646, 652, 675, 676, 678, 731, 752, 773, 776, 807, 814, 822, 826, 831, 832, 836, 838, 867; A. Corradi, Notizie sui professori di latinità nello Studio di Bologna sin dalle prime memorie, in Documenti e studi pubblicati per cura della R. Deput. di storia patria per le prov. di Romagna, II, Bologna 1886, pp. 455 s.