ACETI, Antonio
Fermano, conte di Monteverde, fu dapprima lettore a Fermo, poi lettore di diritto civile a Perugia (nel novembre del 1374, come si legge nel cod. Vat. Lat. 2618, al f. 272r.).
Nell'ottobre del 1386 fu, per breve tempo, nominato a Fermo podestà di parte popolare, ma il suo periodo di governo non dovette essere del tutto imparziale: il 16 novembre fu tra coloro che favorirono gli uccisori di Vanne Vanini. Acquistò, tuttavia, sempre più importanza nella sua città, che volle impegnare nella conquista di Montegranaro, prima senza risultati positivi nel marzo 1394, e poi ancora il 5 aprile dello stesso anno, suscitando fra i cittadini a lui avversi veri e propri tumulti, durati fino al 13 aprile, quando si ebbe una generale riconciliazione dei partiti con la rinuncia a Montegranaro. L'A. ritornò però ad insistere sui suoi piani nel dicembre 1395 ottenendo che il "vexillifer iustitiae", Antonio Iacobucci, salvasse, insieme con lui, Montegranaro minacciata di saccheggio da Conte da Carrara. Occupata Montegranaro, l'A. riuscì a farsela vendere per 7500 ducati, di cui pagò subito soltanto 3000, impegnandosi a versare il resto entro un tempo determinato (che le fonti però non precisano). "Vexillifer iustitiae" nel 1396, sollevò contro di sé violente opposizioni, culminate in una vera e propria insurrezione nella notte tra il 18 ed il 19 marzo. L'A. riuscì però ad arrestare i capi della rivolta e i suoi oppositori, riunendo il 23 marzo un'assemblea popolare, per giudicare gli arrestati.
L'attacco alla signoria dell'A. partì, con diverso esito, dal contado, ove si erano rifugiati dei fuorusciti, che il 27 maggio di quell'anno tentarono un colpo di mano su Fermo, fallito per l'attenta vigilanza dell'A. e per l'appoggio che in questa circostanza gli porse Conte da Carrara. La situazione non doveva tuttavia esser facile, se lo stesso A. cercò l'appoggio del papa Bonifazio IX, chiedendo che venisse a Fermo egli stesso o mandasse il fratello Andrea Tomacelli (giugno 1396). Di tale occasione profittò il pontefice per mandare a Fermo, il 24 luglio, il vice rettore della Marca, Pietro Matapani, arcivescovo di Zara, che assunse il potere. L'A. aveva tuttavia conservato il controllo della città, se il 26 successivo un consiglio generale del Comune di Fermo lo raccomandava al papa: nell'agosto un consilium boni status non toccò le sue prerogative, tanto che egli si trasferì, nel settembre 1396, col governo cittadino nel palazzo ch'era stato fino allora sede del vescovo. Segnò invece la fine della signoria dell'A. la venuta in Fermo di Andrea Tomacelli (5 giugno 1397), che vi ristabilì l'autorità pontificia, come si desume anche dalla violenta reazione di Conte da Carrara, alleato dell'A., che mise a sacco il contado di Fermo.
Poco nota è l'attività dell'A. negli anni successivi: non perdette, pare, la benevolenza di Bonifazio IX, se nel 1401 egli era senatore di Roma, confermando l'11 aprile gli statuti dei banchieri ed il 20 aprile quello dei merciai. Lasciò la carica prima del novembre dello stesso anno. Successo a Bonifazio IX, nel 1404, Innocenzo VII, il Tomacelli dové cedere la sua dignità di marchese della Marca al nipote del nuovo pontefice, Ludovico Migliorati, che entrò in possesso di Fermo il 18 ott. 1405.
Non sappiamo bene quali siano stati i rapporti tra il Migliorati e l'A.; e però, dopo circa due anni, il signore di Fermo, traendo pretesto dalla energica azione dell'A. in difesa della libertà dei priori cittadini, lo fece catturare la sera del 1 sett. 1407 e subito decapitare. Due giorni dopo furon giustiziati anche i figli suoi Giovanni ed Aceto.
Fonti e Bibl.: Biblioteca Vaticana, cod. Vat. Lat. 2618 ff.269r-272r; Cronache della città di Fermo, pubblicate... dal cav. G. De Minicis, Firenze 1870, pp. 14, 20, 23, 26, 31 con le note 24, 35, 38 s., 43 s., 56 rispettivamente alle pp. 125, 129, 131 s., 134 s.; J. Bertacchini, Repertorium..., IV, Venetiis 1570, p. 336; A. Vendettini, Serie cronologica de' Senatori di Roma, Roma 1778, p. 67 (col nome di Antonio Anti); G. Colucci, Antichità Picene, V, Fermo 1789, pp. 80-83; V. Curi, Guida storica e artistica della città di Fermo, Fermo 1864, p. 84; Id., L'Università degli studi di Fermo, Ancona 1880, p. 32 n. 2; F. Manaresi, Guida artistica della città di Fermo, Milano 1923, pp. 18; A. Salimei, Senatori e Statuti di Roma nel Medio Evo. I Senatori, Roma 1935, p. 156; G. Franceschini, Miscellanea storica umbro-marchigiana, in Studia Picena, XXVI (1958), pp. 96-99 (dove si danno, con succinte notizie sull'A., due sue lettere inedite).