ACQUARONI, Antonio
Nato al principio del sec. XIX (secondo taluni nel 1801), detto romano, ma oriundo di Civitavecchia, fu disegnatore ed incisore in rame. L'amicizia con il suo concittadino e coetaneo L. Calamatta, trasferitosi come lui giovanissimo a Roma, amicizia durata fino all'andata del Calamatta a Parigi nel 1823, non ebbe, sul piano professionale, alcuna importanza. Fu allievo di F. Giangiacomo. L'A. si dette all'illustrazione di Roma: si diceva che vedesse la città "con le seste negli occhi"; e fu in realtà impeccabile quanto a fedeltà documentaria. Per questo, allorché la Calcografia Camerale volle arricchire il suo fondo di vedute romane, lo chiamò a far parte dei suoi collaboratori ordinari (come risulta anche da un Elenco degli incisori, Roma, Arch. di Stato).
Così il nome dell'A. si vide comparire, accanto a quelli di G. Balzar, di F.M. Giuntotardi, di A. Testa, di F. Troiani, in una raccolta di Vedute di monumenti antichi e moderni, uscita nel 1829, e poi in altre raccolte antologiche, fino a quella (1864) della cosiddetta Scenografia dei più celebri Monumenti sacri e profani antichi e moderni di Roma e adiacenze. Le stampe dell'A. non erano apprezzate, se non da un punto di vista strettamente documentario, quanto i suoi disegni, per cui egli, se voleva donarne qualcuna ai suoi amici e protettori, le coloriva leggermente all'acquerello, e talvolta anche a tempera, per attenuarne la freddezza. Nelle sue vedute l'A. si avvicina piuttosto a F. Hackert e a F. Kaisermann, amando ridurle spesso ai soli contorni: si veda la raccolta di quarantotto stampe a semplice contorno messa insieme dall'A., con il concorso di altri "buoni artisti", al servizio della Calcografia Camerale. Ma quei contorni, vibranti ed allusivi nei disegni originali, si raggelavano sulle lastre di rame. L'A. rifuggiva, per sistema, dalle morsure profonde, e quando voleva ombreggiare, come nella serie piranesiggiante dei Ponti antichi sul Tevere e sull'Aniene uscita nel 1836, lo faceva con estrema parsimonia. Gli si debbono ancora, oltre alle incisioni già nominate e ad altre sporadiche, una serie di Vedute di Roma di piccolo formato ed una serie monumentale di Fontane di Roma (iniziata nel 1837), tre stampe della quale furono descritte da F. Hermanin, insieme con una quarta dovuta invece a Giovanni Acquaroni. Di particolare interesse la Fontana dei cavalli marini in Villa Borghese e il Fontanone dell'Acqua Felice. Dell'A. è ancora una grande illustrazione del Porto di Civitavecchia.Sono inoltre da ricordare i due grandi libri, passati poi alla collezione Moraldi, in cui ordinò i suoi migliori disegni acquerellati con vedute di Roma. Talvolta si firmò: Aquaroni.
I suoi rami sono in massima parte conservati alla Calcografia Nazionale di Roma.
Morì a Roma nel 1874.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Roma: Camerlengato, parte II, titolo IV, fasc. 189 (lettere dell'A. al cardinal Galeffi, del 10 e 22 febbr. 1825); ibid., Camerale II, Calcografia Camerale, busta 5,fasc. 24 (Elenco degli Incisori ai quali sono stati commessi i seg. lavori.., al 1o gennaio 1829); ibid., ibid.,busta 5,(Registro delle risoluzioni... dal 15 maggio 1834 a tutto il 15 marzo 1837); ibid., ibid., busta 5, fasc. 21 (Dimostrazione de' rami entrati nel Deposito della Calcografia Camerale nel corso dell'anno 1839); F. Hermanin, Supplemento al catalogo delle incisioni con vedute romane, in Le Gallerie naz. ital., IV (1899), p. V (A. A., nn. 5, 6,8); E. Ovidi, La Calcografia Romana, Roma-Milano 1905, p. 69; Mostra di Roma nell'Ottocento, Roma 1932, passim; Catalogo generale delle stampe... della R. Calcografia di Roma, Roma 1934, nn. 1222, 1229-1231; Alfr. Petrucci, L'incisione in rame in Italia - Panorama dell'Ottocento, in Rass. dell'istruzione artistica, VI (1935), nn. 1, 2, 3, p. 15; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma..., Milano 1939, pp. 454, 456,558 e passim; Alfr. Petrucci, L'incisione ital. L'Ottocento, Roma 1941, p. 11; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 53; L. Servolini, Diz. illust. degli incisori ital., Milano 1955, p. 2.