AIELLO (d'Aiello, de Agello, de Aggello), Antonio
Nacque nella prima metà del sec. XV a Taranto (ma nei Diurnali del duca di Monteleone è detto "di Salerno"); era nipote di Francesco Aiello salernitano. Dedicatosi alla carriera ecclesiastica, esperto in utroque iure, nel 1462, per conto di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto e duca di Bari, insieme con Antonio Guidano, fece parte di un' ambasceria presso il re Ferrante d'Aragona, ambasceria che condusse alla tregua di Bisceglie del 13 sett. 1462. tra il re e l'Orsini. Nel 1463 l'Orsini lo mandò col Guidano come ambasciatore presso Pio II, ma i due messi, dopo essersi incontrati col re Ferrante, non compirono la loro missione e tornarono in Altamura, dove, subito dopo il loro ritorno, nel novembre dello stesso anno, l'Orsini mori in circostanze poco chiare. La sua morte venne attribuita ai due messi, che entrarono al servizio di Ferrante, il Guidano come suo segretario particolare e l'A. come consigliere del consiglio di S. Chiara. Divenuto l'A. protonotario apostolico. Ferrante chiese ed ottenne per lui la dignità episcopale: il 23 nov. 1472 Sisto IV lo nominò arcivescovo di Bari in sostituzione del cardinale Latino Orsini, che aveva rinunciato alla sede di Bari, dopo essere stato nominato dallo stesso pontefice camerlengo di S. Chiesa. Ferrante si servì dell'A, per numerose ambascerie, presso i re di Spagna e di Ungheria (nel 1474 combinò il matrimonio fra Beatrice d'Aragona figlia di re Ferdinando I e Mattia Corvino re d'Ungheria), l'imperatore e il papa. A Bari l'A. compose i contrasti tra il capitolo di S. Nicola ed il suo gran priore, Francesco de Arenis, suscitati da questioni di giurisdizione; arricchì la cattedrale di reliquie, fece costruire un altare con ciborio, restaurò il palazzo arcivescovile. Pochi anni prima della sua morte vendette i suoi arredi più preziosi ed i suoi argenti, e col ricavato comperò diversi poderi che donò al capitolo. Morì a Bari il 22 genn. 1493; fu sepolto nella cattedrale presso il sacello della Vergine Assunta.
Fonti e Bibl.: Diurnali detti del duca di Monzeleone, a cura di N.F. Faraglia, Napoli 1895, p. 142; Regis Ferdinandi primi lnstructionum liber, a cura di L. Volpicella, Napoli 1916, p. 231; F. Lombardi, Compendio cronologico delle vite degli arcivescovi baresi, II, Napoli 1697, pp. 41-47; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, VII, Venetiis 1721, col. 650; M. Garruba, Serie critica de' sacri pastori baresi, Bari 1844, p. 302; G. Petroni, Nella storia di Bari, I, Napoli 1857, pp. 495-498, 511-514, 520; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XXI, Venezia 1870, p. 19; P.B. Gams, Series episcoporum, Ratisbonae 1873, p. 8s6; C. Eubel, Hierarchia catholica II, Monasterii 1914, p. 102; G. Bolognini, Storia di Conversano, Bari 1935, p. 114.