ALBERGATI, Antonio
Nacque a Bologna il 16 sett. 1566 da Fabio e da Flaminia Bentivoglio. Addottoratosi in utroque iure nel 1586 e datosi alla carriera ecclesiastica, fu chiamato a Milano dal cardinale Federico Borromeo nel 1595.Fu al suo fianco in qualità di vicario generale dell'archidiocesi (dal 1602) durante i numerosi contrasti giurisdizionali che questi ebbe a sostenere con il governo spagnolo di Lombardia. Ancora durante il 1602 presiedette le congregazioni dei procuratori eletti dal clero milanese per il processo informativo in vista della canonizzazione di Carlo Borromeo, partecipando ai successivi processi del 1605 e presenziando alla ricognizione del corpo del beato nel 1606.
Eletto vescovo di Bisceglie il 3 ag. 1609, fu inviato, il 26 apr. 1610, nunzio a Colonia.
L'A. raccoglieva una eredità difficile per i contrasti apertisi tra l'arcivescovo elettore Ernesto di Baviera e i due precedenti nunzi, C. Garzadoro e A. Amalteo, e per la complessità dei rapporti con gli organismi ecclesiastici locali: tanto che era venuta determinandosi la pratica impossibilità di cooperazione tra il rappresentante papale e l'elettore per l'applicazione di norme e decreti di riforma sulla base delle deliberazioni tridentine.
Merito dell'A. fu di temperare la tensione esistente, di ridare prestigio al nunzio, superando così il punto di rottura, lasciato dalla partenza dell'Amalteo, e di esplicare, non senza qualche difficoltà da parte della curia arcivescovile, una notevolissima attività negli undici anni della sua permanenza a Colonia, sì da inserirsi decisamente nell'opera di restaurazione cattolica in terra tedesca.
Poté partecipare alla Congregatio ecclesiastica, istituita nel 1601 (dalla quale era stato escluso l'Amalteo) al fine di realizzare le riforme necessarie nell'ambito del principato ecclesiastico; rivolse le sue cure al capitolo del duomo, affrontando una vecchia questione già dibattuta dai predecessori, riguardante numerosi privilegi dei canonici di alta nobiltà, non residenti - ma una relazione del febbraio 1619 mostra come la questione non fosse stata ancora risolta -; portò a compimento il progetto, già avanzato da tempo, della costruzione di un seminario, proponendo il trasferimento all'erigendo istituto dei beni del convento dell'ordine ospedaliero di S. Antonio e ottenendo, per il reperimento di altri fondi, un breve papale che sottoponeva il clero diocesano ad una tassazione straordinaria (1611-12).
Per favorire le conversioni al cattolicesimo istitui presso la chiesa dei cappuccini, che egli aveva chiamato a Colonia nel 1611, una speciale confraternita e seguì in ogni modo l'opera in Colonia del francescano N. Wiggers. Oltre la costruzione del seminario, compiuto nel 1610 e affidato ai gesuiti, pose nel 1618 la prima pietra della chiesa gesuitica di Maria SS. Assunta. Né mancò l'A. di rivolgere attenzione particolare alla situazione religiosa in Germania, nominando proprio rappresentante nella "diaspora" cattolica M. Stricker e inviando quale visitatore nel 1611 il francescano Buselio. Per la diocesi di Liegi emanò gli Instructio et de-creta generalia pro pasto ribus civitatis et dioecesis Leodiensis, Leodii 1614.
Espressione di quegli ostacoli che condizionarono la sua attività riformatrice, particolarmente nell'ambito di Ordini e Congregazioni religiose, furono le reazioni e le difficoltà interposte alle sue disposizioni da parte della Congregazione benedettina di Bursfeld, verso il 1616, e, verso il 1619, da parte dei carmelitani della diocesi di Colonia, per la cui riforma l'A. aveva ottenuto l'appoggio dell'arcivescovo.Un importante problema politico l'A. dovette affrontare, dopo la morte dell'imperatore Rodolfo II (1612), per l'elezione del successore.
Secondo i desideri di Paolo V, egli, già dall'anno precedente, aveva appoggiato soprattutto presso l'elettore magontino la candidatura dell'arciduca Alberto, ma, durante la dieta, si orientò, d'accordo con Roma, per l'elezione di Mattia, che godeva di maggiori probabilità. La sua azione si limitò peraltro a caldeggiare una rapida conclusione del compromesso elettorale.
Analoga opera, ad appoggio dei principi elettori cattolici, svolse l'A. per l'elezione di Ferdinando II durante la dieta del 1619.
Caratterizzano i suoi orientamenti di riforma e sono frutto della sua conoscenza della situazione religiosa tedesca le De Germanicae ecclesiae infirmitate ac medela... considerationes viginti, che l'A. indirizzò a Gregorio XV, a conclusione della nunziatura, nel 1621.
Giunte a noi in due copie (Barb. Lat. 2430 e Vat. Lat. 6322), furono brevemente riassunte dal Pastor col titolo di Progranima per la riforma della Chiesa tedesca. Distinto in due parti, lo scritto, di notevole importanza storica, esamina le difficoltà per l'applicazione dei decreti tridentini (Protesta tio e Gravanzina) e suggerisce i modi di attuazione delle riforme (De remediis adhibendis), con valutazioni di ordine generale circa i rapporti tra il pontefice e l'imperatore e con considerazioni su punti particolari, riguardo alla opportunità dei concili provinciali, ad esempio, e alla utilità della suddivisione delle diocesi troppo ampie per l'incremento dell'attività pastorale.
La relazione dell'A. influì sull'istruzione al nunzio C. Carafa, inviato presso l'imperatore nell'aprile 1621.
Secondo il Pastor, l'A., poco prima di lasciare Colonia, sarebbe stato tramite tra il conte di Gondomar, ambasciatore spagnolo in Inghilterra, e la S. Sede per il ritorno al cattolicesimo di Marcantonio De Dominis (1621-22); ma la notizia è da correggere, poiché a condurre le trattative, a ricevere e ospitare il De Dominis fu il nunzio in Fiandra G. F. Guidi di Bagno (cfr. Correspondance du Nonce Giovanni-Francesco Guidi di Bagno [1621-1627], I [1621-24], a cura di B. de Meester, Bruxelles-Rome 1938, particolarm. le pp. XXV, 148 e n. I, 190, 194, 218).
Destinato collettore in Portogallo il 15 sett. 1621, l'A. vi giunse nel marzo dell'anno seguente, subito impegnandosi, ma senza raggiungere risultati apprezzabili, nella controversia sempre aperta circa la collazione dei benefici ecclesiastici del regno, su cui lasciò un'istruzione al successore. Curò anche, nel riesame delle prerogative e dei diritti ecclesiastici, l'edizione dei Decreta pro tribunali apostolico Ulyssiponensi, Ulyssipone 1622.
Ebbe un grave urto col governatore della colonia portoghese dell'Angola, J. Correa, per le violenze di questo ai danni dei missionari, scomunicandolo insieme con altri funzionari. A tali vicende e questioni va collegato il viaggio che l'A. compì a Madrid durante il 1624, quale nunzio straordinario presso la corte spagnola.
Incaricato di raccogliere dati sulla situazione missionaria nelle colonie portoghesi, si procurò varie relazioni (v. gli originali in lingua portoghese nel cod. Corsiniano 495.39.B.4), che forniscono scarni, ma interessanti elementi sulle missioni del Congo, Angola, Indie Orientali, isole del Capo Verde, ecc.
Rientrato in Italia nel 1624, l'A. risiedette per qualche tempo a Bisceglie. Già escluso dal cardinalato nel novembre 1621 poiché il pontefice Gregorio XV (Ludovisi) non volle favorire nella persona dell'A, un altro suo parente, l'A. fu nel 1627 nominato coadiutore del cugino cardinale Ludovico Ludovisi, arcivescovo di Bologna. Rinunziò perciò al vescovado di Bisceglie e fu al fianco del Ludovisi fino alla morte di questo nel 1632.
Morì a Roma il 13 o 14 genn. 1634.
Editore dell'opera paterna Le Morali, Bologna 1627, l'A. fu autore dei Tre libri della guida spirituale, Bologna 1628.
Fonti e Bibl.: Biblioteca Corsiniana, Roma, cod. 495. 39.B.4, Notizie e memorie diverse concernenti la nunziatura di Colonia (1610-1621) e collettoria de' spogli di Portogallo (1621-1624) raccolte da mons. A. A. vescovo di Bisceglie (originali e copie); per i dispacci della nunziatura di Colonia v. Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, coll. 1395-1396 (con bibl.); per la collettoria di Portogallo v. anche Arch. Segreto Vaticano, Miscelì., Arm. II, n. 177, pp. 117-126; M. A. Grattarola, Successi maravigliosi della Veneratione di S. Carlo, Milano 1614, pp. 34, 100, 116; K. Unkel, Der erste kòlner Nuntiaturstreit und sein EinIluss auf die kirchlichen Reformbestrebungen im Erzbistum Köln um die Wende des 16. Jahrs., in Historisches Jahrbuch, XVI (1895), p. 791; H. Biaudet, Les nonciatures apostoliques permanentes jusqu'en 1648, Helsinki 1910, p. 249 e coll. 209, 213; L. V. Pastor, Storia dei Papi, XII, Roma 1930, pp. 409, 544-546, 569, 570, 573; XIII, ibid. 1931, p. 55, 82-83, 179, 363, 742 n., 757, 1004-1006 (dov'è pubblicato il Programma); P. Weiler, Die kirchliche Reform im Erzbistum Koln (1583-1615), Münster i. W. 1931, pp. 10-11, 91, 108, 109, 110; P. Gauchat, Hierarchia catholica..., IV, Monasterii 1935, p. 368.