CAPPELLETTO, Antonio Alippio
Nato il 12 luglio 1805 a Mirano (Venezia) da Pietro e da Maria Melacini, si laureò nel 1829 ingegnere architetto presso l'università di Padova.
Tra i primi suoi lavori, è degno di ricordo un ruotismo che realizzava la trasmissione tra due assi di trasmissione allineati. Questo cinematismo, presentato all'Istituto veneto dal prof. G. Alinotto, era in grado di fornire rapporti di trasmissione: fino allora non ottenibili con i ruotismi noti (cfr. G. Minotto, Rivista delle piùrecenti ed importanti invenzioni relative alle arti, in Atti d. Ist. veneto di scienze lettere ed arti, IV [1844-45], pp. 121 s.).
Nel maggio 1846 il C. era nominato ingegnere della ferrovia lombardo-veneta, con residenza a Mestre, e qui, scoppiati i primi moti nel '48, riuscì a mantenere in buona efficienza l'officina di riparazione e costruzione del materiale. Intanto, già deputato comunale di Mestre, diveniva capitano della guardia civica, ed era eletto all'Assemblea provinciale. Quando lo sviluppo della guerra portò all'assedio austriaco di Venezia il C. raggiunse la città, divenuta centro di raccolta del materiale ferroviario, e con le sue capacità tecniche contribuì a risolvere alcuni dei problemi logistici della resistenza.
Per la macinazione del grano, ad esempio, utilizzò la forza motrice delle locomotive raccolte nella stazione di S. Lucia e alla Giudecca, senza comprometterne alcun organo. Per la produzione di calce e laterizi creò brevettandolo, un tipo speciale di forno. Realizzò anche, per ordine del Comitato alle armi, ed in collaborazione con ufficiali del genio militare, una delle prime torpedini.
Nell'agosto 1849, caduta Venezia, il C. fu sospeso dall'attività, ma per le sue capacità di tecnico, il mese successivo, ad opera dell'ingegner L. Negrelli, capo della Direzione superiore dei lavori inerenti a strade acque, ferrovie e telegrafi, fu riassunto in servizio, alla direzione dell'officina ferroviaria di Vicenza. Concluse la carriera, dopo l'unificazione italiana, col grado di gerente dell'Ufficio centrale del materiale e della trazione delle ferrovie dell'Alta Italia a Torino.
Incaricato della costruzione di due nuove locomotive, la "Bergamo" e la "Udine", e individuati due difetti delle caldaie del tempo, aveva proposto modifiche in seguito sperimentate con successo a Verona nel 1851. Per i piani di ampliamento ed ammodernamento dell'officina di Verona, e per i progetti delle due locomotive il C. ottenne la medaglia d'oro dell'Esposizione artistica e industriale di Verona del 1851(cfr. A. A. Cappelletto, Modo di evitare alcuni difetti nelle caldaie delle locomotive, in Atti d. Ist. veneto di sc. lett. ed arti, s. 3, V [1859-60], pp. 245 s.).
Il Combes, membro dell'Istituto di Francia, aveva sviluppato una teoria dell'iniettore di Giffard; il C. perfezionò e completò la teoria, corredandola di formule di proporzionamento. I risultati di tali ricerche furono raccolti nella memoria Sulla teoria dell'injettore automatico del Giffard,ibid., IX (1863-64), p. 1211.
Partendo da un lavoro del Bucchia sulle turbine Schlegel e sulle ruote a schiaffo, il C. si era impegnato a fondo nello studio delle turbine riuscendo ad idearne un nuovo tipo, quando, leggendo una pubblicazione dell'Armangaud, venne a conoscenza di una turbina quasi contemporaneamente realizzata dall'ingegnere M. J. Cordier e simile alla sua. Il C. constatò alcune differenze sostanziali e pubblicò la mem. Di un turbine idroforo ad elice,ibid., XI (1865-66), pp. 465 ss., completa di calcoli generali di proporzionamento, non forniti dal Cordier, dei calcoli particolareggiati di proporzionamento per una turbina Schlegel, per una turbina Cordier e per una turbina Cappelletto che fossero in grado, ognuna, di sostituire una ruota a schiaffo da 2,50metri cubi al secondo. Da tale confronto comparativo si evinceva la superiorità della turbina da lui ideata.
Nel 1872il Preece aveva, ottenuto, in Inghilterra, la trasmissione telegrafica simultanea, su uno stesso filo, da direzioni opposte. Il C. propose un suo sistema, competitivo rispetto a quello inglese, le cui caratteristiche figurano nelle memorie Intorno ad un nuovo trovato per la telegrafia elettrica,ibid., s. 4, II (1872-73), pp. 781-86; Sui risultati degli sperimenti fatti per trasmettere simultaneamente due dispacci telegrafici mandati in direzioni opposte,fra due stazioni,comunicanti con un solo filo conduttore,ibid., pp. 1591-99.
Il C. fu socio corrispondente dell'Istituto veneto di scienze lettere ed arti dal 1846 e membro effettivo dal 1854, socio dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di Verona dal 1854, membro del Giurì dell'Esposizione di Londra e rappresentante della Camera di commercio di Londra nel 1851.
Morì a Torino il 19 ott. 1874.
Bibl.: A. Pazienti, Commemorazione del membro effettivoA.A.C., in Atti d. Ist. ven. di sc.lettere ed arti, s. 5, VI (1879-90), pp. 3-15; P. Rigobon, Gli eletti alle Assembleeveneziane del 1848-49, Venezia 1950, pp. 63, 175, 191.