Pseudonimo dello scrittore e giornalista A. Rapisarda (Viagrande 1900 - Ventimiglia 1983). Esordì nell'ambiente romano del "Teatro degli Indipendenti" di A. G. Bragaglia con una commedia, Gelsomino d'Arabia (1926), cui ne seguirono altre; fu collaboratore della rivista 900 di M. Bontempelli, con la cui tendenza al "realismo magico" il suo gusto bizzarro sembrava intonarsi; pubblicò varî racconti e romanzi, di un immaginismo denso, sensuale, fra i quali è da ricordare specialmente Ultime notti di Taormina (1930). Trasferitosi in Francia, ha scritto con successo pur in quella lingua, e, in italiano, fra l'altro, degli interessanti Ricordi di un giovane troppo presto invecchiatosi (1939).