RUBINO, Antonio Augusto
– Nacque a Sanremo il 15 maggio 1880 da Giovanni Battista, banchiere, e da Maria Sarlandière.
Compì studi classici al liceo G.D. Cassini di Sanremo. Fin dall’adolescenza compose versi e realizzò disegni e dipinti legati al gusto simbolista e art nouveau, mostrando un’inventiva poliedrica e una spiccata inclinazione per la poesia e l’arte figurativa. Nel 1903 si laureò in giurisprudenza a Torino, dove l’anno precedente aveva visitato l’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna, circostanza che molto probabilmente influì sulle sue scelte successive in direzione artistica. Dall’inizio del Novecento, infatti, intraprese da autodidatta una fortunatissima carriera come illustratore, poeta e scrittore per bambini. Si dedicò anche, meno frequentemente, alla grafica pubblicitaria, al disegno di cartoline, alla ceramica, alla scenografia, al cartone animato e al design di giocattoli e mobili per bambini, tra cui la notevole cameretta disegnata nel 1921, oggi esposta alla Wolfsoniana di Genova.
Nei primi anni del secolo partecipò ad alcune mostre come, a Torino, quella in occasione del premio Amici dell’arte, dove nel 1905 si classificò al secondo posto. Nello stesso anno uscì su La Lettura un articolo molto elogiativo di Giuseppe Bevione sul suo lavoro grafico e poetico, che lo rafforzò nel suo intento di abbandonare l’avvocatura per indirizzarsi unicamente verso l’arte.
Si dedicò così all’illustrazione di periodici (dal 1905 Avanti della domenica, L’auto d’Italia, La lettura; dal 1906 L’arte decorativa moderna, Il Secolo XX, Il Risorgimento grafico; dal 1907 Il Giornalino della domenica; nel 1910 Ars et labor, tra il 1910 e il 1911 la Rivista mensile del Touring club italiano, nel 1912 Il giornale del soldato e Noi e il mondo, nel 1913 Italia), di ex libris, e di libri di vari autori, fra cui Hans Christian Andersen, Guido Gozzano, Luigi Capuana. Realizzò inoltre alcune copertine di spartiti musicali per l’editore Augusto Puccio di Milano, città in cui si stabilì: L’albatro, Valse d’Or, Re Olaf, Pierrot e la luna e altri (1906-1909). Fu autore di svariati libri per l’infanzia da lui stesso illustrati; tra questi Coretta e Core (1909), I balocchi di Titina (1912), In Flemmerlanda, il paese della flemma (1913), Fata Acquolina (1919), Viperetta (1920), Tic e Tac (1920), i volumetti della serie La scuola dei giocattoli (1921-22), Il frottoliere (1929), Fiabe quasi vere (1936), Pupi giocattolo infelice (1938), Il castello degli spaventi (1939), Il collegio La Delizia (1939, su testo di Renato Simoni).
Sposatosi nel 1906 con Angiola Lissoni, ebbero quattro figli: Mario, Leopolda, Michelangelo e Dante.
Nel 1908 fu tra i fondatori del Corriere dei piccoli, di cui disegnò la testata e per il quale inventò numerosissimi personaggi bizzarri, protagonisti di variopinte storie a vignette con didascalie in rima, che gli diedero grande notorietà. La sua collaborazione al Corrierino durò, con alcune interruzioni, fino al 1959. Tra i più popolari racconti grafici da lui creati per il celebre giornalino si annoverano Lillo e Lalla (cui dedicò anche un libro omonimo nel 1920), Italino, Barbacucco, Quadratino, Kikì pappagallo di Kilì, Pierino e il burattino, Polidoro Piripicchi e molti altri.
I personaggi e le storie creati da Rubino sia per il Corrierino sia per altre riviste o libri illustrati agiscono sull’ambiguo confine tra il rispetto esteriore della morale pedagogica e la sua eversione attraverso un’immaginazione sfrenata, virata verso l’assurdo e il grottesco; «come Peter Pan, Rubino guarda la realtà con l’impartecipe perfidia dell’occhio infantile» e «stravolge l’ordine adulto dei valori, deride il principio di causalità, introduce una floreale anarchia in mezzo alle consuetudini più stagionate» (Faeti, 1972, pp. 217 s.). Emblematiche sotto quest’aspetto sono le storie buffe, ma anche sottilmente angoscianti, di Pierino, vittima dell’eterno ritorno di un burattino giocattolo da lui così detestato da tentare continuamente di disfarsene nei modi più fantasiosi e bislacchi, sempre senza successo.
Il cosiddetto stile Rubino, inconfondibile, coniuga in modo originale una limpida chiarezza geometrica con l’esuberanza decorativa art nouveau, in una peculiare accezione deformante capace di esprimere gli aspetti più inquietanti del genere fiabesco. Queste caratteristiche collocano Rubino nel novero dei grandi artisti grafici simbolisti e modernisti, da Aubrey Beardsley a Winsor McCay. Il suo multiforme estro creativo si espresse anche nella raccolta Versi e disegni (1911), le cui illustrazioni «rappresentavano l’esuberante ed ironica esposizione del più macabro ed allucinato repertorio decorativo simbolista» (Pallottino, 1988, p. 226).
Nel 1916 venne chiamato alle armi e destinato all’Ufficio cartografico sul monte Grappa. Durante la guerra disegnò cartoline di propaganda e tra il 1918 e il 1919 fu redattore e illustratore del giornale di trincea della terza armata La Tradotta, che «offrì finalmente a Rubino la possibilità di lasciar emergere quella maligna volontà di deformare ogni cosa, fino alle estreme conseguenze [...]. Nel giornale della Terza Armata, il sottotenente Rubino fu finalmente e pienamente se stesso, senza i travestimenti pedagogici e le cautele censorie. [...] I suoi disegni per le ballate propagandistiche [...], senza perdere nulla di quanto ad essi derivava dall’Art Nouveau, possiedono una carica ideologica più tagliente e profonda» (Faeti, 1972, pp. 224-227).
Nel 1926 divenne direttore del Balilla, al quale collaborò per tre anni anche come illustratore. Successivamente fondò e diresse Mondo bambino (1930) e Mondo fanciullo (1934), collaborò con Il cartoccino dei piccoli (1929), Pasquino, Perseo (1934), Scena illustrata (1937), e nella seconda metà degli anni Trenta diresse per la Mondadori Topolino, Albi d’oro, I tre porcellini e Paperino.
Nel secondo dopoguerra collaborò a Bambola, Gazzetta dei piccoli e Modellina (1947) e nel 1949 fondò a Sanremo Il Gazzettino della Riviera dei fiori, che poi divenne Il Gazzettone e La Gazzetta di Sanremo. Tra il 1943 e il 1945 scrisse il poema Il mistero del tempo, rimasto inedito. Negli anni Quaranta sperimentò anche il disegno animato, realizzando nel 1941 Il paese dei ranocchi, cortometraggio a colori premiato nel 1942 alla Mostra del cinema di Venezia, e durante la guerra progettò altri cartoni animati non realizzati, tra cui Crescendo rossiniano.
Nel 1955 girò I sette colori con una macchina da presa ‘sinalloscopica’ da lui stesso inventata. Due anni prima della sua scomparsa, nel 1962, scrisse Curriculum ridiculum, in cui riassunse in modo originale, e con l’ironia che gli era propria, la sua storia e la sua straordinaria personalità di artista.
Morì a Baiardo il 1° luglio 1964.
Il Lions Club di Sanremo ha istituito in suo ricordo il premio Antonio Rubino, un concorso nazionale di narrativa per ragazzi.
Fonti e Bibl.: G. Bevione, Un artista fantastico. (A.A. R.), in La Lettura, V (1905), 4, pp. 327-336; Id., Di alcuni recenti disegni di A. R., in L’Arte decorativa moderna, II (1906), 9, pp. 257-261; I. Cappa, A. R., in Attualità, I (1911), 22, pp. 1 s.; R. Bertieri, Studi sul libro, in Il Risorgimento grafico, IX (1912), 7, pp. 241-244; G. Fanciulli, Illustratori del libro. A. R., in L’arte della stampa, XLIII (1913), 4, pp. 33-36; R. Albertarelli, Storia del fumetto: A. R., in Linus, I (1965), 1, pp. 55-60; E. Gianeri, Storia della caricatura europea, Firenze 1967, p. 126; A. Rubino, Quadratino e i suoi amici, Milano 1967; O. Caldiron, Rubino Liberty, in Sgt. Kirk, II (1968), 16; A. Faeti, Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l’infanzia, Torino 1972, pp. 214-227; La matita di zucchero. A. R., a cura di P. Pallottino, Bologna 1978; A. R., Estasi, incubi e allucinazioni 1900-1920, a cura di D. Riva, Milano 1980; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, scultori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, Milano 1982, ad vocem; P. Pallottino, Storia dell’illustrazione italiana, Bologna 1988, pp. 226 s. e passim; G. Fanelli - E. Godoli, L’illustrazione art nouveau, Roma-Bari 1989, p. 298 e passim; Iid., Dizionario degli illustratori simbolisti e art nouveau, II, Firenze 1990, ad vocem; A. R. L’amico delle nuvole, a cura di C. Bertieri, Sanremo 1995; La Riviera ligure, 1996, n. 19-20, monografico: A. R.; Depero e R. ovvero il futurismo spiegato ai bambini ed il bambino spiegato ai futuristi (catal. Parma), Milano 1999; M. Cuozzo, A. R., in Arte a Napoli dal 1920 al 1945. Gli anni difficili (catal.), a cura di M. Picone Petrusa, Napoli 2000, p. 366; Mondo fanciullo. A. R. narratore per ragazzi, a cura di C. Bertieri, Sanremo 2005; S. Alligo, A. R. I libri illustrati, Torino 2008; A. R. Gli anni del Corriere dei piccoli, a cura di F. Gadducci - M. Stefanelli, Bologna 2009; M. Fochessati, La cameretta dei bambini di Antonio Rubino alla Wolfsoniana, in LG Argomenti, XLVI (2010), 2, pp. 10-13; E. Surdi, Fantasia e buon senso. A. R. nei periodici per ragazzi (1907-1941), Lecce 2015.