BAGLIONI, Antonio
Figlio di Francesco, visse nella seconda metà del secolo XVIII. Poche e incerte le notizie su questo musicista che, come appare dai documenti rimasti, riscosse ai suoi tempi l'ammirazione dei contemporanei per la sua sensibilità di interprete e compositore. Nell'autunno del 1786 cantò al Teatro S. Moisè di Venezia due opere di G. Gazzaniga su libretti di G. Bertati, Le donne fanatiche e La contessa di Novaluna.
Ancora sullo stesso teatro interpretò nel carnevale 1787 L'amor costante del Gazzaniga (G. Bertati) e Ilcapriccio drammatico,con musica "tutta nuova di vari signori Maestri" su libretto del Bertati. Scritturato nella compagnia di Domenico Guardasoni, impresario del Teatro Nazionale di Praga, il B. ebbe il merito di sostenervi per primo, il 29 ottobre 1787, il ruolo di don Ottavio nel Don Giovanni di Mozart.
Questa sua interpretazione gli valse la stima e dei musicisti e del pubblico; il de Saint-Foix scrive che i suoi contemporanei affermavano che pochi tenori potevano essergli paragonati per la purezza della voce e l'espressione del canto.
Cantante di grande rinomanza, dotato di sensibilità e di raffinato gusto musicale (la sua voce, anche se non molto potente, era educata, limpida ed espressiva), il B. si dedicò all'insegnamento e fu maestro di cantanti divenuti poi famosi. Insegnò canto anche a Giulietta Da Ponte, nipote di Lorenzo, il quale lo ricordò nelle sue Memorie come "personaggio di sommo gusto e saper musicale" e "uomo di sommo valore", da lui conosciuto appunto in Praga per la rappresentazione del suo Don Giovanni. Intorno al 1790 il B. fu anche a Varsavia, dove sosteneva "con universale applauso la parte di mezzo carattere dell'opera italiana", secondo un sonetto elogiativo a lui dedicato dal poeta arcade Antonio Carpacio e inserito nelle sue Poesie, eLodi della Cattedrale di Cracovia,Varsavia 179o, presso P. Dufour. Nel 1791 il B. tornò al Teatro Nazionale di Praga per cantarvi, il 6 settembre, la parte di protagonista ne La clemenza di Tito di Mozart, che fu tra gli autori da lui preferiti e più spesso rappresentati. Di nuovo in Italia nel 1793, cantò al Teatro S. Benedetto di Venezia Idue fratelli rivali di P. Winter e nel carnevale 1794 La gabbia dei matti, testo e musica di sconosciuti [Wiel].
Altre sue notizie, dopo questa data, sono irreperibili. Una delle sue interpretazioni più celebri fu anche quella del ruolo di Colloardo ne La Molinara di G. Paisiello, probabilmente da lui cantato dalla prima esecuzione a Napoli, Teatro dei Fiorentini, estate 1788, alle successive repliche al Teatro Nazionale di Praga (1791) e a Varsavia (28 apr. 1792). Alla biblioteca del Liceo musicale di Bologna si conserva un'AveRegina coelorum in mi bemolle maggiore. A tre voci, alto, tenore, e basso, concertata con istromenti e ripieni,ed è questa l'unica sua composizione nota, anche se l'attribuzione non è del tutto sicura.
Bibl.: S. Ciampi, Bibliografia critica delle antiche reciproche corrispondenze politiche, ecclesiastiche, scientifiche, letterarie, artistiche dell'Italia colla Russia, colla Polonia ed altre parti settentrionali,I, Firenze 1834, pp. 357 s.; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna,II,Bologna 1892, p. 174; T. Wiel, I teatri musicali veneziani del Settecento,Venezia 1897, pp. 404 s., 441, 452, pp. 1011, 1012, 1085, 1106; F. F. De Daugnon, GliItaliani in Polonia dal sec. IX al XVIII, II, Crema 1907, p. 300; L. Da Ponte, Memorie,a cura di G. Gambarin e F. Nicolini, II, Bari 1918, p. 102; G. de Saint-Foix, W. A.Mozart. Sa vie musicale et son oeuvre. Essai de biographie critique: IV, L'épanouissement, 1784-1788, Bruges 1939, p. 284; V, Les dernières années, 1789-1791, ibid. 1946, p. 246; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p. 302; X, p. 402; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti,I, p.96; Enciclopedia dello Spettacolo, I, col.1250.