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BALESTRA, Antonio

di Maria Angela Novelli - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)
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BALESTRA, Antonio

Maria Angela Novelli

Nato a Verona il 12 ag. 1666, da agiata famiglia di mercanti, fu avviato agli studi letterari e si dedicò come dilettante alla pittura, ricevendo, a diciassette anni, i primi insegnamenti da Giovanni Zeffis, un mediocre pittore locale. Interrotti gli studi a causa della morte del padre, e costretto ad occuparsi per qualche tempo, insieme ai fratelli, dei commerci familiari, decise in seguito di dedicarsi esclusivamente alla pittura, e perciò nel 1687 si recò a Venezia alla scuola di Antonio Bellucci, presso il quale rimase tre anni. Intorno al 1690 andò a Roma presso Carlo Maratta, non mancando nel frattempo di studiare Raffaello, Annibale Carracci, Guido Reni, Domenichino e l'arte antica, spingendosi fino a Napoli per vedere Lanfranco, Giordano e Solimena. Frequentò anche i corsi dell'Accademia di San Luca, ottenendo, nel 1694, il primo premio con un disegno raffigurante la Caduta dei giganti. Essendosi ammalato, in quello stesso anno lasciò Roma e, dopo una breve sosta a Bologna, si recò a Verona e poi a Venezia. Nel 1697 si stabilì a Verona. Ma nel 1700 un altro viaggio di studio lo portò a Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Milano. Ritornò poi a Venezia e vi soggiornò fino al 1718, anno in cui il suo nome compare nella fraglia pittorica. Nel 1719 si ritirò a Verona, dove nel 1725 lo raggiunse la nomina, a pieni voti, a membro dell'Accademia romana di San Luca. Morì a Verona il 21 apr. 1740.

Ebbe numerosi allievi: a Verona Pietro Rotari, Giambettino Cignaroli, Giovanni Battista Mariotti e Angelo Venturini; a Venezia Rosalba Carriera, Giuseppe Nogari, Pietro Longhi, Mattia Bortoloni e forse anche Giambattista Pittoni.

Una vasta e ben informata letteratura contemporanea, che spesso si avvalse di notizie fornite direttamente dall'artista, e un gruppo di lettere autografe ci permettono di conoscere non solo le vicende esteriori della vita del B., ma anche i principî ai quali egli ispirò tutta la sua attività artistica, che si svolse in un ambito di gusto chiaramente improntato alla tradizione romana, che egli tuttavia interpreta con fluidità formali e scioltezze d'ispirazione correggesca, riflettenti quelle aspirazioni del suo tempo che furono determinanti per il trapasso del gusto dal Seicento al Settecento.

Documenti significativi dello stile dell'artista sono l'Annunciazione nella chiesa di S. Teresa degli Scalzi a Verona (1697), la grande allegoria delle Ricchezze della Terra,prima opera firmata e datata, eseguita nel 1698 per il Palazzo dei mercanti di Bolzano e le due grandi tele con Miracoli dei ss. Cosma e Damiano della chiesa di S. Giustina a Padova, firmate e datate 1718, eseguite a Venezia.

Ritiratosi a Verona, dove lasciò un importante gruppo di opere (il Matrimonio di s. Caterina in Santa Maria in Organo, del 1719, un Miracolo di s. Domenico nella chiesa omonima, del 1721), che furono di importanza capitale per lo stile dei Cignaroli, assunse una posizione polemica, ampiamente documentata dalle sue lettere, contro il "rococò" trionfante sulla laguna. Ciononostante, il colorismo sempre più libero e sciolto delle sue opere dell'ultimo periodo, come il S.Flavio del duomo di Parma (1733), la Madonna e s. Chiara della basilica del Santo a Padova (1737), l'affresco della villa Pompei ad Illasi con il Ratto di Elena (1738), dimostra come non sapesse sottrarsi alla influenza della pittura di S. Ricci e di A. Pellegrini.

Raramente un artista è stato tanto stimato dai contemporanei come il B.: la sua pittura classicizzante infatti coincideva con il gusto accademico dominante. La critica moderna ne ha dato invece un giudizio piuttosto limitativo, riconoscendogli più che una validità poetica un'importanza storica, in quanto contribuì a introdurre nel Veneto, ormai chiuso in forme tradizionali improvincialite, la cultura romana, che non mancò di avere riflessi anche nel Piazzetta e nel Tiepolo giovane.

Fonti e Bibl.: Per la vita, cfr. p. Orlandi, Abcedario pittorico,Bologna 1704, pp. 78 s., F. B. Dal Pozzo, Le vite de' pittori, degli scultori et architetti veronesi,Verona 1718, pp. 186 s., 222, 231, 234, 238, 249, 256, 265, 268, 286, 297; D. M. Federici, Biografia di A. B.,Venezia 1723; L. Pascoli, Vite de' pittori, scultori ed architetti moderni,Roma 1730, I, p. 145; Perugia, Bibl. Comun., ms. n. 1383, L. Pascoli, Vite di Pittori inedite [1732-39 c.], ff. 9-16, 17-20; Firenze, Bibl. Nazionale, ms. sec. XVIII E B 9, 5, N. Gaburri, Vite di Pittori, I, cc. 212 s.; G. B. Biancolini, Supplementi alla Cronica di Pier Zagata,Verona 1749, pp. 221 s.; G. B. Cignaroli, Vita di A. B.,Verona 1762; D. D'Argenville, Abrégé de la vie des Plus fameux peintres, I, Paris 1762, pp. 310-13; A. Longhi, Compendio delle vite de' pittori veneziani,Venezia 1762; P. J. Mariette, Abecedario [Paris 1771] in Archives de l'art français, II (1851-53), p. 58; A. M. Zanetti, Della pittura veneziana, Venezia 1771, pp. 433-435; P. Leopoldo, Notizie storiche spettanti al sacro eremo di Camaldoli, Firenze 1793, pp. 81, 82; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia,Bassano 1795-96, I, p. 541; II, p. 218; G. Zannandreis, Le vite dei pittori scultori e architetti veronesi,a cura di G. Biadego, Verona 1891, pp. 310, 315. Per le lettere, cfr. G. Bottari-S. Ticozzi, Raccolta di lettere.... II, Milano 1823, pp. 123, 256-265, 38s-87, 401-405; IV, ibid. 1825, pp. 470-72; G. Campori, Lettere artistiche inedite,Modena 1866, p. 195; L. Frati, Lettere autobiografiche di pittori al P. Pellegrino Antonio Ortandi,in Riv. d'arte, V (1907), pp. 65-69.

Vedi, inoltre, V. Coronelli, Guida de' forestieri sacro-profana.... Venezia 1700, p. 15; G. B. Lanceni, Ricreazione pittorica…,Verona 1720, I, pp. 7, 27, 38, 97, 106, 157, 182, 225, 226, 235, 237, 239; II,pp. 85, 110, 121, 135, 155; Gli eccelsi pregi delle Belle Arti,Roma 1733, p. 106; A. M. Zanetti, Descrizione di tutte le pubbliche Pitture della città di Venezia... ossia Rinnovazione delle Ricche Minere di Marco Boschini,Venezia 1733, pp. 59, 218, 344, 439, 442; G. P. Zanotti, Storia dell'Accademia Clementina di Bologna,Bologna 1739, III,p. 314; C. N. Cochin, Voyage d'Italie,Paris 1758, III, pp. 30, 48, 115, 123, 124, 133, 198, 208; G. A. Moschini, Della letteratura veneziana del sec. XVIII fino a' nostri giorni,Venezia 1806, I, p. 130; III, pp. 65, 66, 88; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi,Modena 1855, p. 29; G. Bernasconi, Studi sopra la storia della pittura italiana dei secc. XIV e XV e della scuola pittorica veronese dai medj tempi fino a tutto il secolo XVIII,Verona 1864, pp. 372 s., 382; G. Campori, Raccolta di cataloghi ed inventari inediti dal sec. XIV al XIX, Modena 1870, pp. 528, 569, 586; A. Gotti, Catalogo della Raccolta di disegni autografi antichi e moderni donati dal prof. Emilio Santarelli alla Reale Galleria di Firenze,Firenze 1870, pp. 517 s.; G. Biadego, Di G. Cignaroli pittore veronese. Notizie e documenti,Venezia 1890, p. 35; Th. von Frimmel, Verzeichnis der Gemälde in gräfiich Schönborn-Wiesentheidischem Besitze,Pommersfelden 1894, p. 25; L. Simeoni, Verona. Guida storico-artistica della città e provincia,Verona 1909, pp. 87, 151, 161, 311, 324, 328, 341, 372, 394, 429; V. Moschini, S. Gregorio al Celio,Roma 1918, pp. 14, 39; N. Tarchiani, Mostra della pittura italiana del Sei e Settecento in Palazzo Pitti,Roma-Milano-Firenze 1922, p. 26; U. Ojetti-L. Dami-N. Tarchiani, La pittura italiana del Seicento e del Settecento alla Mostra di Palazzo Pitti nel 1922, Milano 1924, p. 49; G. Fiocco, Pittura veneziana del Seicento e Settecento,Verona 1929, p. 45; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia. Provincia di Bergamo,Roma 1931, pp. 9, 100, 102, 221, 222, 272, 275, 446, 447; Quellen zur Geschichte des Barocks in Franken unter dem Einfluss des Hauses Schönborn,Hamburg 1931, pp. 299, 320, 327, 372, 393; W. Arslan, Alcuni dipinti per il Mac Swiny,in Riv. d'arte, XIV (1932), pp. 133, 135, 140; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia. Provincia di Parma,Roma 1934, pp. 26, 175, 181, 188, 192, 194, 195, 196, 228, 235; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia. Provincia di Mantova,Roma 1935, pp. 29, 94, 119; W. Arslan, Studi sulla Pittura del Primo Settecento veneziano,in Critica d'arte, II(1936), pp. 189, 190-192, 193, 245; T. Borenius, A Venetian Apotheosis of William III, in The Burlington Magazine,LXIX (1936), pp. 245 s.; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia. Provincia di Padova,Roma 1936, pp. 40, 49, 116, 117, 122, 166; A. Avena, Ilmuseo di Castelvecchio a Verona,Roma 1937, pp. 6, 13, 36; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia. Provincia di Brescia,Roma 1939, pp. 44, 45, 411, 434; R. Pallucchini, Gli incisori veneti del Settecento,Venezia 1941, pp. 35, 100; Id. [r. p.], Nuovi disegni veneziani al British Museum,in Arte veneta, I(1947), p. 148; G. Panazza-C. Boselli, Capolavori della pittura veronese (catal.), Verona 1947, pp. 119 s.; G. Canali, Notizie d'arte sul Palazzo mercantile di Bolzano, III, in Cultura atesina, II(1948), pp. 33 s.; R. Pallucchini, Nota per Gaspare Diziani,in Arte veneta, II(1948), p. 136; Id., Dipinti del Pittoni ritrovati, ibid., III(1949), pp. 164 s.; N. von Host, La pittura veneziana fra il Reno e la Neva, ibid., V(1951), pp. 133, 136; V. Moschini, Altri dipinti restaurati nel Veneto,in Bollett. d'arte, XXXVII (1952), pp. 80, 81, 82; E. Battisti, Alcune "vite" inedite di L. Pascoli,in Commentari, IV(1953), pp. 31, 33, 34, 35, 38 s.; Id., A. B., ibid., V(1954), pp. 26-39 (con catalogo); P. Brugnoli, Diz. biobibl. di pittori veronesi,in Vita veronese, IX (1956), p. 112; F. Barbieri-R. Cevese-L. Magagnato, Guida di Vicenza,Vicenza 1956, pp. 98, 302; G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario,Roma 1956, pp. 288, 391, 394, 438, 465, 470, 555, 560, 823, 824; C. Donzelli, Ipittori veneti del Settecento,Firenze 1957, pp. 8-12 (con catal. ed altra bibl.); R. Wittkower, Art and architecture in Italy 1600-1750,Harmondsworth 1958, pp. 304, 317; La pittura del Seicento a Venezia (catal.), Venezia 1959, pp. 148 s., 191; R. Pallucchini, La pittura veneziana del Settecento,Venezia-Roma 1960, pp. 49-51; V. Golzio, Seicento e Settecento,Torino 1960, pp. 1154, 1158, 1159, 1227, 1228, 1229; G. M. Pilo, Longhi allievo del Balestra in Arte figurativa, IX(1961), n. 49, pp. 29 s.; ibid.,n. 50, p. 100; P. Zani, Encicl. Metodica... delle Belle Arti, I, 3, Parma 1820, p. 40; A. Bartsch, Le peintre graveur,XXI, Wien 1821, pp. 293-296; S. Ticozzi, Diz. degli architetti, pittori, scultori...,Milano 1830, p. 100; S. Meyer, Allgemeines Künstler-Lexikon, II, Leipzig 1878, pp. 644-646; U. Thierne-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 408 (con ulteriore bibl.); Enciclopedia Ital., V, p. 962.

Vedi anche
Pellegrini, Giovanni Antonio Pittore (Venezia 1675 - ivi 1741). Allievo di P. Pagani (che egli seguì anche a Vienna), più importanti per la sua formazione furono i rapporti a Venezia con S. Ricci e lo studio delle opere del Baciccia e di L. Giordano in un soggiorno giovanile a Roma. La sua pittura leggera, vivace, quasi spumeggiante, ... Ricci, Sebastiano Pittore (Belluno 1659 - Venezia 1734). Attivo nei principali centri artistici italiani ed europei, in particolare a Venezia, inaugurò un tipo di pittura chiara e luminosa, dall'impianto compositivo scenografico, basata su P. Veronese e sugli esempi del barocco maturo (L. Giordano), che ebbe grande influsso ... Rosalba Carrièra Carrièra, Rosalba. - Pittrice (Venezia 1675 - ivi 1757). Allieva di G. A. Lazzari, poi di G. Diamantini e di A. Balestra, risentì anche l'influenza di G. A. Pellegrini e della pittura francese contemporanea. Nel 1705 fu ammessa nell'Accademia di s. Luca; nel 1720 nell'Accademia di Parigi. Ottima ritrattista, ... Francesco Mónti Mónti, Francesco. - Pittore (Bologna 1685 - Brescia 1768). Allievo a Modena di S. Caule, completò la propria formazione a Bologna con G. G. Dal Sole, maturando uno stile personale sensibile ai moduli tardo barocchi e alle diffuse luminosità di tradizione veneta (Pentecoste, 1713, Bologna, S. Prospero). ...
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Altri risultati per BALESTRA, Antonio
  • Balèstra, Antonio
    Enciclopedia on line
    Pittore e incisore (Verona 1666 - ivi 1740). Allievo di A. Bellucci, soggiornò (1690 circa) a Roma, studiando con C. Maratta, e fu per qualche tempo a Napoli. Dal 1695 lavorò soprattutto a Venezia e a Verona. Altamente stimato dai contemporanei, il B. portò nel Veneto i modi classicizzanti romani, in ...
  • BALESTRA, Antonio
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Pittore e incisore, nacque a Verona il 12 agosto 1666, e vi morì il 21 aprile 1740. A vent'anni, dopo aver frequentata la scuola del modesto pittore locale G. Ceffis, passò a Venezia per imparare l'arte dal trevisano Antonio Bellucci, di cui sempre mantenne il largo senso decorativo; ma non ne mantenne ...
Vocabolario
balèstra
balestra balèstra s. f. [lat. tardo bal(l)ĭstra, dal lat. class. bal(l)ĭsta, der. del gr. βάλλω «scagliare»; v. balista]. – 1. Arma nota da tempi assai antichi, rimasta in uso fino all’adozione delle armi da fuoco: è costituita da un arco...
balestrare
balestrare v. tr. [der. di balestra] (io balèstro, ecc.). – 1. Tirare, scagliare con la balestra: b. una freccia (anche assol.: b. dall’alto, b. ai nemici o contro i nemici); balestrarono, com’altra volta aveano fatto, quadrella d’ariento...
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