BENTIVOGLIO, Antonio (Antoniolo, Toniolo)
Appartenente ad una antica famiglia patrizia bolognese, di cui si hanno notizie a partire dalla seconda metà del sec. XII, il B. nacque da Bertuccio e da Elena di Giuliano de' Malvezzi, in data non precisata, nella prima metà del sec. XIV, con tutta probabilità a Bologna. Assai scarse però le sue notizie biografiche: seguendo la tradizione della famiglia, il B. scelse la carriera del notaio e fu ammesso all'esercizio dell'arte notarile il 19 genn. 1340, anno in cui viene menzionato anche fra i membri del Consiglio cittadino. Risulta immatricolato nella Società dei notai nel 1350, e nel 1354 partecipa all'infelice rivolta contro il nuovo signore di Bologna Giovanni d'Oleggio, organizzata dalle famiglie Gozzadini, Pepoli, Bianchi e Bentivoglio ma, secondo una notizia fornita dal Ghirardacci, sarebbe stato graziato dall'Oleggio. Comunque, dopo la caduta della signoria di quest'ultimo nel 1360 e dopo l'occupazione di Bologna ad opera delle truppe del cardinale Albornoz, il B. viene ricordato come uno dei capitani dell'esercito popolare bolognese per il quartiere di S. Pietro, che nell'autunno del 1360 combatté nel contado di Bologna contro le truppe di Bernabò Visconti. Nell'ottobre dello stesso anno il B., con una commissione di cittadini bolognesi - sempre come rappresentante del quartiere di S. Pietro -, si recò ad Imola per accogliervi, in nome della città, il cardinale Albornoz. Secondo notizie - tuttavia non del tutto sicure - il B. avrebbe accompagnato il cardinale, nel maggio del 1361, a Trieste, e sarebbe stato nominato da lui castellano di Imola in quello stesso anno e ancora nel 1363. Dai conti della Camera apostolica risulta però soltanto che il B. fu castellano di Mulinella nel contado bolognese nel 1365.
È fuori di dubbio che il B. aveva ormai acquistato un posto di alto rilievo nella vita politica di Bologna. Indicative a questo proposito sono tre importanti ambascerie cittadine di cui fece parte negli anni successivi: nell'estate del 1367 andò a Viterbo per porgere a papa Urbano V le congratulazioni del Comune di Bologna per il suo ritorno in Italia; due anni dopo, nel 1369, accompagnò il cardinal Anglico Grimaud a Roma e infine, nel 1371, si recò ad Avignone per rendere omaggio al nuovo papa Gregorio XI e chiedergli la conferma dei privilegi bolognesi.
Il 23 ott. 1374 il B. fece testamento, istituendo come suoi eredi la moglie Zanna di Giovanni Calorio de' Maranensi e i quattro figli sopravvissuti degli otto che gli erano nati: Bartolino, Salvuzzo, Taddeo e Giovanni, il futuro signore di Bologna. Morì con molta probabilità nello stesso anno.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Bologna, Statuti Matricole e Atti della Società dei Notai (codice miniato, n. 24), c. 7r; Matthaei de Griffonibus Memoriale historicum de rebus Bononiensium, in Rerum Ital. Script., 2 ediz., XVIII, 2, a cura di L. Frati - A. Sorbelli, ad Indicem; Corpus chronicorum Bononiensium, ibid., XVIII, 1, vol. III, a cura di A. Sorbelli, pp. 155 s., 245, 247, 261 s.; Gli uffici economici e finanziari del Comune dal XII al XV secolo. I. Inventario (Min. dell'Interno, Pubblicazioni degli Arch. di Stato, IX, 15), Roma 1954, p. 74; C. Ghirardacci, Della Historia di Bologna, II, Bologna 1657, ad Indicem;Id., Della historia di Bologna parte terza, in Rerum Ital. Script., 2 ediz., XXXIII, 1, a cura di A. Sorbelli, p. LXXXI; O. Vancini, Bologna della Chiesa (1360-1376), in Atti. e Mem. della R. Deput. di storia patria per le prov. di Romagna, s. 3, XXIV (1906), p. 271; F. Bosdari, Giovanni I Bentivoglio, signore di Bologna (1401-02), ibid., s. 4, V (1915), pp. 201 s., 204; P. Litta, Famiglie celebri italiane, Bentivoglio, tav. II.