BERLESE, Antonio
Nacque a Padova il 26 giugno 1863. Fino dalla fanciullezza mostrò una vivissima passione naturalistica, come il fratello Augusto Napoleone e sotto l'influenza di un prozio, l'abate Lorenzo Berlese, pure botanico di fama. Fu dapprima allievo di G. Canestrini, professore di zoologia all'università di Padova, che lo indirizzò - durante gli anni di liceo e, poi, di università - verso la sistematica degli Acari e l'anatomia topografica degli Artropodi in genere. Già al momento della laurea, conseguita a Padova in scienze naturali, il giovane era un acarologo ben noto e, come formazione, uno zoologo puro. Dopo un breve assistentato presso il locale Istituto anatornico, fu a Firenze, fra il 1885 e il 1890, come allievo di perfezionamento, e poi assistente, presso A. Targioni Tozzetti, docente di zoologia degli Invertebrati e direttore della locale Stazione di entomologia agraria.
Questi sei anni furono essenziali per la formazione del B. che, alla già solida preparazione riaturalistica, poté unire quella di carattere applicativo, interessandosi ai numerosi problemi pratici - allora quasi tutti insoluti, e di difficile soluzione - che il Targioni gli poteva prospettare. Comparvero in questo periodo altri lavori acarologici, e soprattutto i primi impor tanti contributi su nuove formulazioni di insetticidi e sulla loro azione. Nel 1890, appena ventisettenne, il B. vinse la cattedra di zoologia generale ed agraria nella Scuola superiore di agricoltura di Portici, divenendo così l'unico professore di zoologia agraria in Italia; iniziò nuove importanti ricerche e avviò la formazione di una sua scuola. Ebbe infatti in questo periodo come assistenti G. Leonardi e F. Silvestri, destinati a diventare entomologi di grande e, il secondo, di grandissima fama. A Portici il B. impresse alla propria produzione un netto carattere applicativo. Proseguì lo studio degli Acari, concentrando però la propria attenzione su quelli di interesse agrario; intraprese una fecondissima serie di lavori su altri Artropodi dannosi all'agricoltura, fra i quali le cocciniglie degli agrumi; continuo a sperimentare su nuovi e vecchi insetticidi; incominciò una serie di indagini fisiologiche sulla fecondazione e sulle metamorfosi; scrisse un piccolo trattato di entomologia agraria; iniziò, in alcuni primi scritti, a riflettere sulle possibilità della lotta biologica, della repressione, cioè, di insetti nocivi ottenuta diffondendo i. loro parassiti. Fondò e diresse, con il fratello. nel 1892, una Rivista di patologia vegetale, di cui uscirono dieci volumi. Nel 1903, anno in cui il fratello morì, il B. si trasferì da Portici a Firenze, dove assunse la direzione della Stazione di entomologia agraria, succedendo al Targioni.
A Firenze, città che rimarrà sua sede definitiva, il B. incominciò la serie delle sue più importanti realizzazioni. Fondò nel 1904 una nuova rivista di entomologia, Redia, organo del suo Istituto, destinata a diventare una delle più celebri dei mondo, e della quale uscirono, sotto la sua direzione, undici volumi; diresse un trattato di Entomologia agraria, uscito in due edizioni (Firenze 1915 e 1924); pose mano all'elaborazione di un grande trattato di entomologia generale (Gli Insetti, loro organizzazione, sviluppo, abitudini e rapporti con l'uomo, I, Milano 1909; II, ibid. 1925), che, a quell'epoca, ancora mancava, e di cui fece uscire a breve scadenza il primo grosso volume (1909) anatomomorfologico, seguito a distaiàza di quasi venti anni dal secondo (1925) sulla fisiologia ed etologia; proseguì il lavoro sperimentale su tutti i suoi indirizzi precedenti (Acari, lotta chimica, lotta biologica); sì dedicò anche a problerni generali pubblicando alcune memorie sull'evoluzione degli organismo in genere, la metamorfosi, la riproduzione, il dimorfismo sessuale, il polimorfismo neglì insetti, i limiti della sterilizzazione a caldo; pubblicò, infine, un gran numero di scritti divulgativi. Ma in questi anni non si limitò alla sola ricerca sperimentale: continuò ad educare alcuni allievi destinati a figurare fra i migliori entomologi agrari del momento (E. Malenotti, G. Paoli, A. Melis); portò su un piano più elevato la ricerca entomologica in Italia con numerose conferenze e frequenti viaggi. Dotato di una cultura umanistica di prim'ordine e buon disegnatore (illustrò fra l'altro tutti i suoi libri e ha lasciato un buon numero di quadri di pregevole fattura), preparava da solo gli zinchi per le sue figure e si costruiva i più disparati strumenti di ricerca (collettori, macchine per disegnare, per allestire preparati, per fotografare). Il B. rese noto, con i suoi scritti e la sua operosità, il suo Istituto in tutto il mondo, e la sua opera fu compensata da molte onorificenze e da riconoscimenti accademici.
Il B. morì in piena attività, il 24 Ott. 1927, per i posturni di un incidente di caccia. Il suo posto rimase per dieci anni vacante, per la difficoltà di trovargli un degno successore.
Mentalità sintetica, ma formidabile cultore dell'esperienza diretta, il B. incarna la figura del grande scienziato tra Ottocento e Novecento. Egli compendia e sintetizza appieno il precedente indirizzo ma, con la continua ricerca della miglior tecnica e della più raffinata documentazione, apre la via alla maniera propria delle scuole moderne. Con lui, si può dire, inizia la entomologia moderna, ma la sua personalità, estremamente complessa, è di difficile analisi: il suo contributo scientifico ha avuto un peso che ancor oggi è difficile valutare.
La produzione scientifica del B. mal si ripartisce in settori, perché compendia gran parte della entomologia del suo tempo. Come sistematico fu soprattutto un acarologo, ma, nella specie, il più grande. Oltre a numerose pubblicazioni, soprattutto giovanili, lasciò un monumentale trattato, in cento e uno fascicoli, dal titolo Acari, Myriapoda et Scorpiones… (modificato poi, nell'ultimo fascicolo, in Pseudoscorpiones), ornato di splendide tavole a colori, uscito fra il 1882 e il 1903, poi interrotto per l'abbondante materiale inedito che lo incalzava impedendo una lenta elaborazione. Continuò così a pubblicare le specie di Acari nuove per la scienza, dapprima raggruppate in manipuli meno riccamente illustrati, poi addirittura in centuriae (ne uscirono sei) non illustrate affatto. La sua splendida collezione, ereditata dalla Stazione di entomologia agraria, è tuttora oggetto di continua consultatoneda parte di specialisti di tutto il mondo.
Come morfologo e anatomico, il B. fu il creatore di un nuovo indirizzo con lo studio monografico di ciascuna specie di insetti di interesse agrario in tutti gli stadi di sviluppo, indirizzo che poi è stato largamente seguito dalla scuola italiana del '900, ma che egli già dal secolo precedente applicò: ne fornisce un esempio la serie dei lavori su Le Cocciniglie italiane elaborata a Portici. Come fisiologo fu, fra gli entomologi, forse il primo. Incominciò con studi di istologia comparata condotti durante i più delicati momenti della vita dell'insetto (ninfosi, accoppiamento, ecc.), continuando, durante la elaborazione del suo trattato, a colmare di prima mano ogni lacuna che gli si presentava, e a soccorrere con ipotesi quanto mai felici i punti che non poteva risolvere con le tecniche della sua epoca.
Come etologo, il B. fu soprattutto un entomologo agrario, e limitò sempre le sue ricerche a quei problerni dei quali urgesse una soluzione pratica. Guidato da un istinto incredibile, ottenne importantissime realizzazioni. Studiando la biologia di due parassiti esotici importati in Italia (Diaspis pentagona, Icerya Purchasi), introdusse, riuscendo ad acclimatarli perfettamente (esperimento rarissimo: compiutamente riuscito, in Italia, solo una terza volta), i parassiti che ne deprimono il numero nell'area originale (Prospaltella Berlesei, Novius cardinalis). Divulgò così, in Italia, il concetto di lotta biologica.
Nel campo della lotta chimica il B. perpetuò l'indirizzo del suo maestro, A. Targioni Tozzetti, escogitando nuovi composti insetticidi e sempre sperimentando su larga scala e su solide basi etologiche. Importantissime sono, per esempio, le sue esperienze nella lotta contro i Ditteri. Come divulgatore e scrittore, il B. fu efficacissimo: elaborò trattati di entomologia agraria, piccoli manuali, note pratiche. La sua fama di trattatista è legata al monumentale trattato di entomologia generale, Gli Insetti, loro organizzazione, sviluppo…, che per la eccellente rielaborazione di tutti i reperti dei precedenti autori (la bibliografia era già allora ricchissima, ma la materia quanto mai dispersa) e per la incredibile messe di dati nuovi doveva risultare una pietra miliare nella storia dell'entomologia. L'opera rimase incompleta, perché non fu pubblicato il terzo volume, destinato ai rapporti degli insetti con l'uomo, ma i due tomi usciti esaurirono completamente il proprio compito ed aprirono la serie dei grandi trattati moderni di entomologia.
Fra le sue opere: Acari, Myriapoda et Scorpiones hucusque in Italia reperta, 10 voll., 980 tavv., Padova 1882-1903; Le Cocciniglie italiane viventi sugli Agrumi. Parte I, I Dactylopius, in Riv. di pat. veg., II (1893), pp. 70-193, Parte II, I Lecanium, ibid., III(1894),pp. 49-100 e 129-171; Parte III, I Diaspiti, ibid., IV (1896), pp. 73-179 e 195-292; V (1897), pp. 3-73; Fenomeni che accompagnano la fecondazione in taluni insetti. Memoria I, ibid., VI (1898), pp. 353-368; Memoria II, ibid., VII (1899), pp. 1-18; Gli Acari agrari, in Riv. di pat. veg.,VI (1898), pp. 1-65;VII (1899), pp. 312-344; VIII (1900), pp. 227-297; Insetti nocivi agli alberi da frutto e alla vite, Portici 1900; Osservazioni sui fenomeni che avvengono durante la ninfosi degli Insetti metabolici. Parte I, Memoria I, in Riv. di pat. veg., VIII (1901), pp. 1-155; Parte I. Memoria II, ibid., IX (1902), pp. 177-344; Parte II, ibid., X (1904), pp. 1-120; Gli Insetti, loro organizzazione, sviluppo, abitudini e rapporti con l'uomo, I, Milano 1909; II, ibid. 1925; Insetti delle case e dell'uomo e malattie che diffondono, ibid. 1917. Inoltre, lavori acrologici vari sono stati pubblicati in Redia, I-XV (1904-1921). Tra di essi: Studi ed esperienze sulla Mosca dell'Olivo (Dacus Oleae Rossi) ed altri insetti che danneggiano la medesima pianta (in collab. con altri), in Redia, IV (1907), pp. 1-95; Intorno alle metamorfosi degli Insetti, ibid., IX (1914), pp. 121-136; Intorno alla riproduzione e al dimorfismo sessuale negli Insetti, ibid., X (1915), pp. 77-112; La distruzione della Diaspis pentagona a mezzo della Prospaltella Berlesei, ibid., pp. 151-218; Sul polimorfismo degli Insetti, ibid., XI (1916), pp. 211-238; Considerazioni sulla evoluzione degli organismi, ibid., XV (1924), pp. 115-175; La distruzione della mosca domestica, ibid., XVI (1927), pp. 1-11.
Bibl.: G. Catoni, Zum Tode von Professor A. B., in Anzeiger für schädlingskunde, III, 12 (1927), p. 135; G. Del Guercio, Necrologia di A. B., in Redia, XVI (1927), p. 5; G. Paoli, A. B., in Mem. d. Soc. Entomologica Ital., VI (1927), p. 55; A. Senna, A. B., in Monitore zool. ital., XXXVIII (1927), p. 295; A. Melis. A. B., in Riv. di Biologia, X (1928), p. 3; G. Paoli, A. B., Chiavari 1934; A. Melis, A. B., Firenze 1938.