BERNARDI, Antonio
Scarse sono le notizie che il B. ha lasciato della propria vita e tutte limitate alla sua attività di pubblicista. Nato al principio del sec. XVIII, probabilmente a Venezia, lo incontriamo per la prima volta attivo nel campo dei periodici verso il 1730, anno nel quale, stando a una notizia del Bustico non suffragata da altre prove, avrebbe iniziato a dirigere un giornale veneziano, che non può però essere, come afferma la stessa fonte, l'Europa, ché nessun foglio con quel titolo usciva nella Serenissima in quel periodo, e che è invece probabilmente il Mercurio storico e politico, pubblicato dallo stampatore Pavin e che usciva a Venezia fin dal 1718. Per venti anni il B. sarebbe rimasto alla guida del periodico, che era poi, del resto, una semplice e fedele traduzione del francese Mercure historique et politique, in cui l'intervento del traduttore-redattore sull'esposizione delle principali novità europee risulta praticamente nullo, e tale dunque da non darci alcun utile ragguaglio sulle posizioni e sulle eventuali idee del B.; né altre notizie abbiamo di questa sua lunga attività giornalistica in terra veneta fino al 1749, anno in cui egli si trasferì a Modena per fondarvi il Messaggero, il primo giornale modenese che uscisse nel ducato con tutti i crismi dell'ufficialità.
Il privilegio, accordatogli dal duca, fu riservato al B. fino all'agosto del 1756, quando un incidente politico costrinse il giornalista ad abbandonare ad altri l'impresa; la quale ebbe tuttavia lunga vita, pur in frangenti diversi e mutando spesso titolo, dato che il giornale ufficiale da lui fondato si mantenne attivo fino al 1831.
Già durante i sette anni di direzione e gestione del B. il giornale aveva mutato volentieri di testata, iniziando come Messaggero delle cose osservabili dell'Europa,e diventando via via Messaggero ovvero compendio degli avvenimenti più osservabili nell'Europa, Messaggero delle cose più osservabili nell'Europa e in altri paesi, Messaggero dei successi più osservabili nell'Europa e in altri luoghi. Mutamenti che, se indicano qualche arricchimento nella prospettiva del periodico in senso magari semplicemente quantitativo, non toccarono però la sua natura propriamente informativa e anodina, nella quale riconosciamo la mano di chi era stato probabilmente per lunghi anni il diligente e neutro traduttore delle novità europee sulle pagine del Mercurio veneto. Giornalista dunque in tono minore, di fronte ad altre e ben più impegnate esperienze e iniziative che in tal campo si facevano luce in quegli anni, il B. percepì tuttavia nel periodo modenese un compenso non piccolo per il suo lavoro, unendo le quaranta lire mensili passategli dal duca alle mille annue all'incirca che ricavava dai lettori del foglio, ch'egli stampava in una piccola tipografia presso la corte.
Un articolo comparso nel fascicolo del 27 luglio 1756, che offese il ministro Bianchi, lo mise in disgrazia presso il duca, che gli revocò stipendio e privilegio, facendo passare ad altri l'incarico. Il B. tentò. a quanto pare, di dar vita a Mantova a un nuovo mensile, riprendendo il vecchio titolo a lui caro di Mercurio; ma l'impresa, circondata anche dalla prevista ostilità della corte, non ebbe fortuna né seguito, e con essa finiscono le tracce dell'attività pubblicistica di lui.
Non si conoscono la data e il luogo della sua morte.
Bibl.: N. Bernardini, Guida della stampa periodica ìtal., Lecce 1890, p. 547; G. Bustico, Il giornal. modenese durante il Risorg., in Riv. letter.,VIII(1936), p. 28; F. Fattorello, Il giornal. ital. dalle origini agli anni 1848-1849, Udine 1937, pp. 108 s. Sul Mercurio veneziano, cfr. R. Saccardo, La stampa periodica veneziana fino alla caduta della Repubblica, Padova 1942, pp. 20 s.