BIFFI, Antonio
Nacque a Milano il 3 marzo 1831 da Giosuè, piccolo commerciante, e da Antonia Friedmann.
Iniziò la sua attività di chimico a Milano, come praticante nella scuola di chimica pratico-industriale presso la Società di incoraggiamento d'arti e mestieri, sotto la guida di A. Kramer, allora direttore della scuola. Dopo la morte di questo (1853), continuò a lavorare sotto il suo successore L. Chiozza, del quale divenne assistente. In quel periodo pubblicò un lavoro sui composti ammidici dell'acido glutarico e un altro sulla solfofenilanilide. Dopo la laurea in chimica, conseguita a Pavia nel 1855, restò presso quella università come assistente alla cattedra di botanica; passò poi a Milano assistente nel reparto di zoologia del Museo di scienze naturali.
Dopo essere stato all'estero, soprattutto in Germania, al fine di una conoscenza diretta delle innovazioni più progredite in questo campo, assunse a Milano la direzione della farmacia dell'ospedale militare di S. Ambrogio, poi quella tecnica dell'Officina del gas (1859), e infine divenne professore di storia naturale e di fisica nell'istituto tecnico Carlo Cattaneo (1860). Dal 1861 al 1864 fu direttore tecnico della Società dei caloriferi Monte Litta.
Nel 1862 (nove anni dopo C. Erba e dieci anni prima di G. B. Pirelli) iniziò la sua attività di industriale: associatosi al chimico Onorato Malerba, assistente nella scuola di chimica della Società di incoraggiamento d'arti e mestieri, e al farmacista Giuseppe Candiani, collega di studi a Pavia, acquistò la vecchia fabbrica di prodotti chimici installata da Carlo Fornara nella ex chiesa di S. Vincenzo in Prato in via S. Calocero, nel quartiere di Porta Genova, che continuava l'attività della piccola officina fondata da Franco Bossi (1799) nei pressi di Porta Vercellina.
In questa fabbrica già si producevano gli acidi nitrico e cloridrico, e vi erano quattro piccole camere di piombo, che lavoravano separatamente per la produzione dell'acido solforico. Questo impianto venne completamente demolito e sostituito con una grande camera di piombo, costruita secondo i criteri più moderni per quell'epoca (si ricordi che la torre di Glover era stata inventata nel 1859, mentre la torre di Gay-Lussac aveva cominciato ad essere usata nel 1842). Alla prima camera di piombo se ne aggiunsero presto delle altre. La ditta, che aveva assunto la denominazione di "Candiani e Biffi", divenne la più importante in Italia per la produzione di acido solforico puro, che veniva effettuata dallo zolfo; la fabbrica torinese dei fratelli Sclopis produceva invece acido solforico meno puro a partire dalle piriti. Successivamente fuiniziata la produzione degli altri acidi minerali, sia commerciali sia puri, dell'ammoniaca, di coloranti e mordenti per tintoria e di vari altri prodotti chimici. Collateralmente sorse, nel 1867, l'industria dei superfosfati.
Nel 1869, due anni dopo il brevetto di A. Nobel per la dinamite, il B. fondò a Cesano Maderno, presso Milano, una fabbrica di questo esplosivo, ai cui metodi di preparazione apportò alcuni miglioramenti; ma la distruzione dello stabilimento in seguito ad un'esplosione, nel 1874, lo indusse ad abbandonarne la fabbricazione.
Nel 1882 i due soci e cognati si separarono (il Candiani aveva sposato la sorella del B., Caterina): mentre il Candiani eresse un nuovo stabilimento alla Bovisa, alla periferia nord-ovest di Milano, destinandolo soprattutto alla fabbricazione dei concimi chimici, il B. installò in una nuova fabbrica, costruita in via Tortona, non lontano dalla precedente, grossi impianti per la produzione di acidi minerali, solfato di rame, solfato di alluminio. Ivi ebbe alle sue dipendenze M. Magni, che nel 1886 aiutò nell'impianto della sua fabbrica di concimi chimici a Vicenza.
Conosciuto dai chimici milanesi come "papà Biffi", il B. fu una delle figure più rappresentative della Milano industriale della seconda metà dell'Ottocento. Nel 1895 fondò, con C. Banfi, L. Gabba, G. Körner, A. Menozzi e altri, la Società chimica di Milano, di cui fu più volte consigliere e, nel biennio 1899-1900, vicepresidente.
Il B. morì a Milano il 15 dic. 1908. Fece vari lasciti, per un totale di un milione di lire, a varie istituzioni benefiche, in particolare all'Ospedale Maggiore di Milano.
Bibl.: A. Coppadoro,I chimici italiani e le loro associazioni, Milano 1961, pp. 191-193.