BIFFI, Antonio (Antonino)
Nato a Venezia forse verso l'ultimo quarto del sec. XVII, sacerdote, è ritenuto allievo di G. Legrenzi a Venezia. Questo insegnamento, però, sembrerebbe non essere stato che un influsso formativo, quale "modello" generalmente seguito nel mondo musicale veneziano di allora. È certo che il B. fece le sue prime esperienze musicali nell'ambiente della cappella ducale di S. Marco, dove il 6 luglio 1692 venne assunto come cantore (contralto). Sette giorni dopo il suo ingresso in S. Marco, con decreto dei Procuratori, gli fu dato l'incarico "di servire secondo gli ordini del maestro di cappella" (Caffi), di sostituirlo, cioè, e di provvedere che non mancassero mai gli organisti nelle diverse funzioni. Il 6 febbr. 1701 (more veneto) fu eletto maestro della cappella di S. Marco, succedendo al defunto maestro G. D. Partenio in concorso col vicemaestro C. F. Pollarolo e con gli organisti compositori A. Lotti e B. Vinaccesi.
In questa carica rimase per più di trent'anni, mantenendo - come scrive il Caffi - "senza eclissi né adombramento lo splendor della Cappella". Dal 1701fu pure direttore e maestro di coro al conservatorio dei Mendicanti, anche qui successore del Partenio, e nel 1706 veniva citato con tutte le sue qualifiche nella Guida de' forestieri sacro-profana per osservare il più ragguardevole nella città di Venezia (p. 19) di V. M. Coronelli. Compositore e maestro assai stimato ai suoi tempi (studiò con lui ai Mendicanti Giovanni Ferrandini e fu suo allievo anche D. G. Treu), il B. fece eseguire nel 1697 all'oratorio filippino di S. Maria della Fava in Venezia il suo oratorio Il figliuol prodigo (su testo di R. Ciallis), replicato poi nel 1704 e nel 1707. Nel 1723 venne eseguito - probabilmente ai Mendicanti - un altro oratorio su testo latino. Manna in deserto, che nella struttura conserva lo stile classico romano del genere, arricchito, tuttavia, dalla tradizionale arte descrittiva veneziana tendente alla "pittura" musicale, alla coloritura della frase. Non si conoscono opere teatrali del B., che morì a Venezia nel marzo 1736, lasciando inedite moltissime composizioni sacre e da camera.
Testimonianze notevoli della musicalità veneziana settecentesca, le composizioni del B. sono conservate soprattutto nelle biblioteche di Berlino, di Dresda, di Rostock, di Vienna, di Londra e di Bruxelles (citate dall'Eitner). Alla collezione romana dell'abate F. Santini (ora a Münster, Santini-Bibliothek im Bistumsarchiv, non citata dall'Eitner) appartengono i motetti Cantemus Domino,Omnes gentes plaudite,O salutaris Hostia,Hic de coelo descendens,Beata es,Virgo Maria, a tre voci con organo, e dodici Salmi a due e a tre voci, mentre altri pregevoli Salmi a otto voci sono presso l'Archivio musicale della cappella di S. Marco a Venezia e diciotto Cantica Sacra... a tre voci, composti nel 1731 "ad usum Ecclesiae D. Marci Venetiarum", si trovano nella Bibl. del conservatorio di Firenze (ms. B. 357).
Bibl.: F. Caffi,Storia della Musica Sacra nella già Cappella ducale di San Marco in Venezia…, I, Venezia 1854, pp. 357 s.; G. Pasquetti,L'oratorio music. in Italia, Firenze 1906, pp. 356 s.; J. Killing,Kirchenmusikalische Schätze der Bibl. des Abbate F. Santini, Düsseldorf s.d. (ma 1910), p. 479; A. Schering,Geschichte des Oratoriums, Leipzig 1911, pp. 130, 232; E. Schmitz,Geschichte der Kantate und des geistlichen Konzerts, Leipzig 1914, p. 102; M. A. Zorzi,Saggio di bibliogr. sugli oratori sacri eseguiti a Venezia, in Acc. e bibl. d'Italia, IV(1931), n. 6, pp. 534 s.; S. Dalla Libera,L'arte degli organi a Venezia, Roma 1962, pp. 47 s.; U. Kirkendale, A. Caldara..., Graz-Köln 1966, pp. 22 s., 145 s.; R. Eitner,Quellen-Lexikon der Musiker, II, p. 40; E. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, p. 183; Suppl., p. 99; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 261.