BOLOMIER, Antonio
Uomo politico savoiardo, nacque negli ultimi anni del sec. XIV a Poncin nell'Ain da Henri e Anne de Rossillon. È noto soprattutto come fratello di Guglielmo Bolomier, dato che il suo ruolo personale non fu certamente di primo piano.
La prima notizia su di lui compare nei documenti nel marzo del 1432, quando fu inviato a Casale insieme con Aymon de Chateauvieux per esibire al marchese di Monferrato una copia dell'accordo che il marchese stesso aveva concluso a Thonon con Amedeo VIII e al quale in seguito si era rifiutato di piegarsi. Lo si trova incaricato di nuovo nel 1435 di portare nel Monferrato gli atti di omaggio dei signori di Monferrato e di Crescentino.
Già segretario ducale, egli divenne, almeno a partire dal 1440, consigliere del duca. Dal 1437 al 1438 occupò la carica di tesoriere generale della Savoia. Nel maggio 1438 fu impiegato nei negoziati intavolati da Amedeo VIII con il concilio di Basilea e con il papa Eugenio IV. Restò in contatto col duca anche dopo che questi venne eletto pontefice con il nome di Felice V ed eseguì anche, per suo incarico, una missione a Basilea all'inizio dell'anno 1440. La condanna a morte e l'esecuzione di suo fratello (settembre del 1446) interruppero momentaneamente la sua carriera: si rifugiò nel Delfinato, dove si occupò di affari savoiardi per conto del delfino Luigi, futuro re di Francia. In particolare fu incaricato di concludere il matrimonio di quest'ultimo con Carlotta di Savoia figlia del duca Ludovico. A partire dal 1448 riappare in Savoia ove si occupò attivamente dei rapporti con Milano. Il 16 marzo di quell'anno gli furono conferiti, insieme con altri dignitari savoiardi, i pieni poteri per concludere una lega con la Repubblica ambrosiana. Stipulata il 3 maggio, la lega entrò in crisi l'anno successivo. Il B. impegnò allora tutta la sua attività per impedire che la Repubblica cercasse altre alleanze e per evitare che Francesco Sforza si rendesse di nuovo signore di Milano. L'intervento del B. fu decisivo e le argomentazioni svolte in un memoriale inviato al duca e discusso in consiglio indussero alla conclusione di un nuovo trattato con la Repubblica firmato il 6 marzo 1449. È questo l'ultimo documento importante nel quale ricorre il nome del B., del quale si perdono le tracce dopo il 1451. Dopo questa data resta solo menzione del testamento redatto nel 1461.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, I Sezione, Protocolli dicorte, 101; Mon. hist. patriae, III, Augustae Taurinorum 1840, col. 621; F. Capré, Traité historique de la Chambre des comptesde Savoye, Lyon 1662, p. 309; E. H. Gaullieur, Correspondance dupape Félix V(Amédée VIII)et de son fils,Louis duc de Savoie, in Archiv fürSchweizerische Geschichte VIII (1851), pp. 275 ss.; A. Casati, Milano e i principi di Savoia, Torino 1853, pp. 101 ss.; Th. Sickel, Die AmbrosianischeRepublik und dasHaus Savoyen, in Sitzungsberichte der philosophisch-historischenClasse derKaiserlichen Akademieder Wissenschaften, Wien, XX (1856), pp. 219 ss.; F. Gabotto, Lo stato sabaudo di Amedeo VIII in Italiadal 1428 al 1435 nei contidell'Arch. camerale di Torino, in Boll.stor. bibl. subalpino, XII (1907), pp. 189 ss.; M. Bruchet, Le château de Ripaille, Paris 1907, pp. 308, 326, 464, 510; F. Cognasso, L'alleanza sabaudo-viscontea contro Venezia nel 1434, in Arch. stor. lombardo, s. 5, XLV (1918), pp. 232-233; Id., Amedeo VIII, I, Torino 1930, p. 235; Id., La Repubblica di S.Ambrogio, in Storia di Milano, VI, Milano 1955, p. 433; L. Marini, Savoiardi e Piemontesi nello stato sabaudo, I, Roma 1962, ad Indicem.