BORONI (Borroni, Buroni, Burroni), Antonio
Nacque a Roma nel 1738. Iniziati gli studi musicali a Bologna con il p. G. B. Martini, li terminò nel 1757 a Napoli con L. Fago e G. Abos al conservatorio della Pietà dei Turchini. Tornato nel 1758 a Roma, per un anno insegnò musica a M. Clementi, suo parente. Secondo lo Schmidl, nel 1760 il B. esordì come compositore con un'azione sacra su testo di Goldoni, L'unzione del reale profeta Davide, eseguita a Venezia il 23 marzo "in un appartamento in contrada S. Marziale [Marciliano], a spese del poeta". Nel carnevale 1762 fece rappresentare al Teatro Dolfin di Treviso la sua prima opera, su libretto del Metastasio, Demofoonte, ripetuta nella stessa stagione al Teatro della Piazza di Vicenza. Trasferitosi probabilmente a Venezia nel frattempo, vi fu attivo operista dal 1763 al 1766, riportando grandi successi con le opere L'amore in musica (libretto del Goldoni; Teatro S. Moisè, 15 ott. 1763), Sofonisba (libretto di M. Verazzi; Teatro S. Salvatore, maggio 1764), Siroe re di Persia (libretto del Metastasio; ibid., 1764), Le villeggiatrici ridicole (libretto di A. Bianchi; Teatro S. Cassiano, autunno 1765) e La notte critica (libretto del Goldoni; ibid., carnevale 1766).
Si ritiene probabile che nell'autunno 1766 il B. si recasse, con la compagnia dei musici dell'impresario G. Bustelli, a Praga e quindi a Dresda, replicando in queste città alcune delle sue opere e componendone altre nuove, come Artaserse (libretto del Metastasio; Praga, Teatro U kotců, autunno 1767), Didone (libretto dello stesso; ibid., 1768; secondo l'Eitner, forse 1766) e Il carnovale (libretto dell'abate P. Chiari; Dresda, Hoftheater, 1769). Verso la fine del 1769 ritornò a Venezia, donde il 6 maggio 1770 partiva per Stoccarda, chiamato alla corte del duca di Württemberg a succedere, come compositore di corte e maestro della cappella, a N. Jommelli.
A Stoccarda il B. ebbe un contratto quadriennale (datato 18 giugno 1771), con lo stipendio di 2.500 fiorini all'anno e l'obbligo, oltre che di comporre musiche di chiesa, opere teatrali o d'occasione, di suonare il cembalo in teatro, nei concerti, nelle accademie e di contribuire a tutte le altre manifestazioni artistiche disposte dal duca. Il 18 ott. 1774 il B., che si era fatto apprezzare alla corte, fu riconfermato nel servizio: il contratto gli fu rinnovato per altri quattro anni, a partire dal 17 giugno 1775, con lo stipendio elevato a 2.700 fiorini annui e il godimento di altri benefici; tuttavia, alla fine del 1777 egli ritornò a Roma. Nella sua città fece rappresentare al Teatro Argentina nel carnevale 1778 la sua ultima opera, su libretto di V. A. Cigna Santi, Enea nel Lazio, e il 21 marzo dello stesso anno fu nominato maestro di cappella di S. Pietro in Vaticano. Da quel momento la sua produzione fu esclusivamente di musica sacra, ad eccezione, nel 1782, del Componimento da cantarsi nel palazzo dell'eminentissimo signor cardinale [J. F.] de Bernis per festeggiare la nascita del reale delfino, una cantata a tre voci con strumenti, su testo di V. Monti. S'ignora se per l'occasione il B. fosse stato nominato maestro di cappella della chiesa di S. Luigi de' Francesi, come si qualifica sul frontespizio del libretto, o avesse ricevuto già da tempo tale nomina. Nel 1790 era maestro di cappella anche di S. Apollinare, chiesa del Collegio Germanico.
Il B. morì a Roma il 21 dic. 1792; il suo decesso venne annunciato nel Diario ordinario n. 1878 (Roma, 29 dicembre 1792, p. 4).
Alle opere già citate vanno aggiunte le seguenti, tutte rappresentate per la prima volta al Teatro S. Moisè di Venezia: La pupilla rapita, in collaborazione con S. Laurenti (autunno 1763); La moda (libretto di C. Cipretti, carnevale 1769); Le orfane svizzere (libretto dell'abate Chiari, autunno 1770); Le contadine furlane (id., carnevale 1771); quelle rappresentate all'Hoftheater di Stoccarda: Ricimero (libretto di F. Silvani, carnevale 1772), L'isola disabitata (libretto del Metastasio, 31 dic. 1775) e La donna instabile (libretto di G. Bertati, 1776) e al Palazzo della Solitude: Le deserteur (1774), Zemire und Azor (1775) e L'amour fraternel (1775).
Della copiosa produzione di musica sacra, conservata manoscritta nella quasi totalità alla Bibl. Apostolica Vaticana di Roma (Cappella Giulia, VI. 1-41), si ricordano specialmente i salmi Credidi, a otto voci concertato con strumenti e organo (1778), scritto forse per la sua assunzione a maestro di cappella di S. Pietro, e Miserere mei, a quattro voci senza strumenti (1790) e la Messa per la beatificazione del b. Tommaso da Cori, a otto voci, concertata (1786). Salmi, motetti, litanie e sei messe a più voci si trovano manoscritti, inoltre, nella raccolta Santini a Münster (Bistumsarchiv) e altri pezzi sacri sono presso varie biblioteche italiane e straniere. La Biblioteca del Liceo musicale di Bologna possiede, con altra musica sacra, questi manoscritti autografi: i salmi De profundis, Cum invocarem e un Credo, tutti a quattro voci con strumenti (segnat.: DD. 214). I motetti a due voci con organo, Quid retribuam Domino e Verbum caro, e il cantico Magnificat a quattro voci con organo vennero stampati in Pubblicazione periodica di musica sacra, I, Roma 1878, 1, pp. 28-30; II, Roma 1879, 2, pp. 28-30 e IV, Roma 1881, 4, parte II, pp. 101-120. Della musica strumentale si ricordano una Sinfonia, a due corni, due oboi, due violini, viola e basso, Lipsia, Breitkopf [1772], (della quale è forse una copia manoscritta la Sinfonia con violini, viola, oboé, corni e basso del Sig.: A. B. conservata a Roma, Bibl. Doria Pamphilj, ms. 181 n. 4) e un Concerto in G per il flauto principale, due violini, due oboi, due corni, viola e basso (Darmstadt, Hess. Landes und Hochschulbibliothek), mentre la musica da camera è rappresentata da varie arie e duetti, conservati in manoscritto in biblioteche italiane e straniere (cfr. Eitner) e da un'ode, in Sei Ode di Oratio, tradotte in lingua italiana da G. G. Bottarelli, messe in musica da Signori Bach, Giordani, Boroni, Vento, Barthelemon e Holtzbauer, London, Welcker [c. 1775].Il B. fu musicista rappresentativo del suo tempo, ma senza troppe concessioni alla "moda". Nelle sue opere teatrali seppe fondere con gusto personale le caratteristiche del melodismo operistico napoletano (la vivacità e la scorrevolezza della melodia e l'eleganza dei ritmi) con gli elementi stilistici propri della scuola veneziana, evidenti nella maggiore cura e ricchezza dell'organico strumentale e nel più coerente svolgimento musicale dell'azione. Le sue opere, per le quali si avvalse anche di una scelta significativa di librettisti, riscossero ovunque successo e in special modo l'incontrarono L'amore in musica, Artaserse e Il carnovale, per lungo tempo riprese sui teatri italiani e stranieri.
La padronanza della scrittura contrappuntistica (che lo fece stimare dal Baini "ottimo" compositore) pone il B. fra i migliori polifonisti romani del Settecento e anche se talvolta la sua musica sacra richiama notevolmente quella teatrale, tuttavia non ne va dimenticata la qualità fondamentale, che è l'espressione. A tale proposito si ricordano i già citati salmi Credidi (entrato a far parte del repertorio della Cappella vaticana per la festa di S. Pietro) e Miserere mei.
Bibl.: J. B. de La Borde, Essai sur la musique ancienne et moderne, III, Paris 1780, p. v172, G. Baini, Mem. storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierlugi da Palestrina, I, Roma 1828, p. 327; L. Busi, Il padre G. B. Martini..., Bologna 1891, p. XV; I. Sittard, Zur Geschichte der Musik und des Theaters am Württembergischen Hofe, II, Stuttgart 1891, passim da p. 153 a p. 212; G. Gaspari, Catalogo della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 45, 186; T. Wiel, Iteatri musicali veneziani del Settecento, Venezia 1897, passim (ad Indicem, p. 551); J. Killing, Kirchenmusikalische Schätze der Bibliothek des Abbate F. Santini, Düsseldorf s.d. [1910], pp. 188, 480 s.; G. C. Paribeni, M. Clementi nella vita e nell'arte, Milano 1921, p. 18; A. Gabrielli, Riassunto delle conversazioni sulla storia delle Cappelle musicali romane, in Rassegna Dorica, X (1939), p. 326; F. Lippmann, Die Sinfonien Manuskripte der Bibliothek Doria-Pamphilj in Rom, in Analecta Musicologica. Studien zur italienischdeutschen Musikgeschichte, V (1968), pp. 202, 216, 247; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, pp. 138 s.; G. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, I, p. 265; Suppl., p. 135 s.; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 824; U. Manferrari, Diz. universale delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 154 s.; The British Union-Catalogue of early Music printed before the year 1801, II, London 1957, p. 739; The Breitkopf thematic Catalogue. The Six Parts and Sixteen Supplements 1762-1787, a cura di B. S. Brook, New York 1966, p. 442; Enc. dello Spett., II, coll. 852 s.; Enc. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 344.