BOSA, Antonio
Nacque a Pove del Grappa (presso Bassano) nell'anno 1780. Molto giovane, frequentò a Venezia la scuola di scultura dell'Accademia Farsetti e vi fece rapidi progressi, manifestando una certa indipendenza derivante da giocondità di spirito e da esuberante vigore fisico, caratteristica che conservò sempre, malgrado la tirannia del gusto d'allora.
Appena diciannovenne, nel 1799, venne chiamato a Trieste dall'architetto M. Pertsch, che stava costruendo il palazzo Carciotti, e per esso scolpì in soli sei anni quattordici statue allegoriche e di divinità classiche per gli attici delle facciate, l'atrio e la balaustrata del pianerottolo al primo piano, oltre a sette fasce ornamentali in altorilievo, con Scene dell'Iliade e dell'Odissea per la sala maggiore.
Prese quindi parte alla decorazione dell'edificio della Borsa, popolando di statue le nicchie e le pareti sotto e presso il pronao; modellò inoltre i geni che sostengono l'orologio sul timpano della facciata, le due statue sopra l'attico e i quattro pannelli decorativi ad altorilievo con Puttini. Fornì statue anche per l'interno dell'edificio.
Quando, nel 1807, il B. espose a Bassano, alla mostra inaugurata il 16 agosto per festeggiare Napoleone imperatore, la statua dell'Armonia, modellata per B. Silvetti, egli aveva già eseguito parecchie opere lodatissime per la locale galleria dei conti Remondini e per la villa dei conti Folco presso Vicenza: il cognato del B., B. Gamba, ne preconizzò il grande avvenire. Egli lavorava ancora, in quel periodo, secondo i modi e nella tradizione della garbata e sensuale scultura degli artigiani vicentini specializzati nell'uso della pietra tenera e nell'esecuzione di statue allegoriche per parchi e giardini. Trasferitosi a Venezia, fu completamente attratto nell'orbita dell'arte neoclassica, aprì un laboratorio dove, oltre a ritratti, scolpiva statue ornamentali e rilievi per case private e tombe, ricevendo commissioni da ogni parte e in particolare dalla Toscana e da Trieste.
Tra le sue opere a Venezia si ricordano: la sistemazione e l'ornamento, con D. Banti, della facciata della Procuratia napoleonica su piazza S. Marco (Moschini); in S. Canciano il cenotafio (1814)di A. Cornello; ai gesuati, la statua della Vergine con Bambino nella seconda cappella a sinistra; contribuì all'assetto della chiesa neoclassica di S. Chiara e del SS. Nome di Gesù con immagini a tutto tondo degli Apostoli e con il monumento (1819) al benefattore conte Trotti-Taverna.
Alla morte del Canova il B. si unì alla schiera degli allievi che vollero collaborare al suo monumento (1827) nella chiesa dei Frari e gli fu assegnato il medaglione con il ritratto del Canova (bozzetti nella Biblioteca dell'Institut de France a Parigi). In S. Simeone Grande è del B. la tomba di Antonio Donati.
Del 1818 è il bassorilievo con La consegna delle chiavi a Pietro per la chiesetta di S. Pietro a Pirano, allora ricostruita in stile neoclassico da P. Nobile. Nella chiesa evangelica di Trieste sono del B. la tomba Oesterreicher (1823) e le sculture della tomba Trapp, il cui disegno è attribuito a P. Nobile (De Alisi).
A Trieste il B. eseguì anche il monumento al Winckelmann (Civico Museo lapidario, commissione del 1818 ma eseguito nel 1830); in una incisione di G. B. Torcellan conservata nel Civico Museo Revoltella resta la prima idea per questo monumento quando doveva sorgere nella chiesa di S. Giusto: monumento notevole per finezza d'esecuzione, in esso culmina il tentativo del B. di fedele applicazione delle regole neoclassiche apprese dal Canova. Nell'antico battistero presso S. Giusto si trova dal 1851 il monumento al governatore B. Rossetti.
Il B. morì a Venezia nel 1845.
Fonti eBibl.: Roma, Ist. della Encicl. Ital.: A. De Alisi, Le arti figurative nella Venezia Giulia, ms. (sec. XX), ad vocem;B. Gamba, De' bassanesi illustri, Bassano 1807, pp. 52 s.; Id., Catalogo degli artisti bassanesi viventi, Bassano 1807; G. A. Moschini, Guida per la città di Venezia..., Venezia 1815, I, 2, pp. 505 s.; S. Benco, L'architettura neoclassica a Trieste, in Dedalo, VI (1925-26), p. 788; G. Hubert, La sculpture dans l'Italie napoléonienne, Paris 1964, ad Indicem;U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 384, Encicl. Ital., VII, p. 534.