BOSIO, Antonio
Erudito e archeologo (La Vittoriosa, Malta, 1575 - Roma 1629). Dopo aver fatto, sembra, vita disordinata in gioventù, egli rivestì, favorito dallo zio Giacomo, storico dell'Ordine di Malta, la carica di agente dell'Ordine a Roma. Dopo aver studiato presso i Gesuiti, aveva esplorato, da giovane, senza alcun intento scientifico, alcune catacombe: in seguito, divenuto amico del Ciacconio, dell'Ugonio, del de Winghe, del Macario, e forse risentendo anche dell'influenza di S. Filippo Neri, dal 1593 in poi si dedicò all'esplorazione di quasi tutte le catacombe romane, introducendosi, a suo stesso dire, attraverso gallerie franate, o lucernarî, facendosi talora aiutare da un cavatore, mentre il suo amico Angelo Santini, detto il "Toccafondi", ricopiava le pitture. Innumerevoli volte le firme del B. e del Santini appaiono sulle pareti dei cunicoli. Anche se egli, che si serviva dell'Indice di Guglielmo di Malmesbury, riuscì raramente a identificare i cimiteri in cui penetrava, il suo metodo è pur sempre ammirevole: egli prendeva appunti assai precisi, che dovevano servire ad illustrare sistematicamente i vari cimiteri; procedeva per ordine topografico, distinguendo chiaramente quanto aveva egli stesso constatato da quanto aveva letto, e unì alle sue scoperte un trattato sugli usi sepolcrali dei primi cristiani, il che suscitò polemiche fra protestanti e cattolici sugli usi della chiesa primitiva.
La sua grandiosa opera Roma sotterranea fu compiuta e pubblicata nel 1634 da G. Severani con l'ausilio dell'Aldobrandini; un'altra edizione in latino fu data dall'Aringhi nel 1651; il rifacimento di essa, del Bottari, fu compiuto dal 1737 al 1753. Per meglio valutare la sua opera, bisogna considerare che nessuno, sino a G. B. De Rossi, continuò il lavoro sistematicamente intrapreso dal B., di cui rimase esemplare il metodo, basato sull'esperienza diretta. Del 1600 è l'opera del B. sul sepolcro di Cecilia, Historia passionis beatae Caeciliae virginis.
Bibl.: G. B. De Rossi, Roma sotterranea, Roma 1864, I, p. 25 ss.; G. Curmi, A. B., maltese, in Malta letteraria, n. s. V, 1930, p. 8.