BOTTINELLI, Antonio (Carlo Antonio)
Nacque a Viggiù (prov. di Varese) l'8 sett. 1827 da Ambrogio e da Maddalena Fontana. Fu sostanzialmente scultore autodidatta e si formò seguendo gli esempi che gli poteva fornire il fertile ambiente del paese natale. A venticinque anni, nel 1852, si recò a Roma dove allargò le sue conoscenze e incominciò a dedicarsi a opere d'impegno che esponeva con fortuna in Italia e all'estero. Suo primo lavoro di un certo peso fu una statua di Armida, presentata prima a Roma e poi a Parigi all'Esposizione universale del 1855. Nel 1858 si trasferì nella capitale francese, ove fu accolto al "Salon" suscitando interesse tra i critici e i collezionisti, che gli acquistarono tutte le opere. La guerra d'indipendenza del 1859, alla quale egli prese parte come volontario, lo richiamò in Italia. Dopo la vittoria si trattenne a Milano, dedicandosi a una attività sempre più intensa. Sono di questo periodo la Camilla (esposta nel 1861 a Londra e ora conservata a Viggiù dagli eredi), La toilette (inviata all'Esposizione mondiale di Parigi del 1867) e la Statua di s. Aquila, eseguita per il duomo di Milano. Tornato a Roma (1868), aprì uno studio in via Margutta, imponendosi come uno degli artisti più fortunati.
Sono, di questi anni le sue opere più note: la Modestia (premiata all'Accademia di Belle Arti di Roma, esposta a Parigi e ora collocata nell'edicola Lazzaroni del Cimitero vecchio di Viggiù), la Solitudine, l'Ondina, la Saffo, l'Aria (ora a, Cernobbio presso Como), l'Agricoltura,Gioia,Le quattro stagioni (gessi a Viggiù, presso gli eredi), la Vanità,Najade e Le prime rose (gesso a Viggiù, presso la Società di mutuo soccorso). Si tratta quasi sempre di nudi sensuali, modellati dolcemente, dalle pose molli e romantiche: caratteristiche queste sulle quali, più che sulle qualità artistiche - invero assai limitate - poggiò la fama dello scultore.
Il B. eseguì anche numerosi busti ed espose con continuità nelle principali mostre di Roma, Parigi, Vienna, Monaco e Berlino. Testimonianza del suo successo sono i molti premi ottenuti, oltre che a Roma, a Vienna (1873), Filadelfia (1876), Melbourne (1880) e Nizza (1884). Altre opere del B., oltre a quelle già citate, sono a Viggiù - dove egli si ritirò negli ultimi anni della vita - nel Cimitero vecchio (la Pace, statua in marmo sulla tomba della famiglia) e presso gli eredi.
Morì a Viggiù il 26 sett. 1898.
Cugino del B. fu Angelo (Viggiù, 26 gennaio 1854-ivi, 22 ottobre 1890), che tenne studio a Milano, dopo aver frequentato l'Accademia di Brera. Tra le sue sculture, di un verismo minuto, si ricordano: Al bagno (detta anche La prima posa), un nudo di giovane donna premiato all'Esposizione internazionale di Roma del 1883; Torquato Tasso alla corte di Ferrara (gesso); Dafne e Cloe (gesso); La caccia riservata (marmo); la Modestia;la Vanità; Il Gim, tutte a Viggiù presso i nipoti; Carlotta Corday, già a Parigi al palazzo delle Esposizioni. Angelo scolpì inoltre alcuni monumenti funebri per i cimiteri di Milano (Monumentale), Senigallia e Viggiù (qui, particolarmente notevole, il bassorilievo in marmo sopra la tomba della sua famiglia).
Fonti eBibl.: A. Caimi, Delle arti del dis. e degli artisti delle provincie lombarde..., Milano 1862, p. 193; L. Zanzi, Il mio paese, I, Varese 1879, pp. 35-39 (pp. 45-47 per Angelo); Esposiz.Naz...,Catal. uffic., Milano 1881, pp. 48, 53, 62, 73 (pp. 72 s., 77 per Angelo); Esposiz. Gen. Italiana. Catal. uffic. arte contemporanea, Torino 1884, p. 85 (anche per Angelo); G. Merzario, I Maestri Comacini, Milano 1893, II, p. 163 (anche per Angelo); I. Pederzoli, Guida, Varese 1894, pp. 80 s. (per Angelo); Catal. illustr. delle Belle Arti. Esposiz. gen. ital., Torino 1898, p. 26; L'arte all'Esposiz. del 1898, Torino 1898, p. 95; U. Nebbia, La scultura nel duomo di Milano, Milano 1908, pp. 237, 262, 280; L Callari, Storia dell'arte contemporanea ital., Roma 1909, pp. 49 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, pp. 422 s. (con ulteriore bibl.).