BOTTONI, Antonio
Nacque a Ferrara il 6 luglio 1838 dall'avvocato Flaminio e da Carlotta Paroli. Studiò presso i gesuiti e, per qualche tempo, nel seminario arcivescovile, dove compì il corso di filosofia. Tornato in famiglia, intraprese gli studi di medicina nell'università di Ferrara e li completò in quella di Bologna, dove nel 1862 si laureò e fu abilitato alla professione, che prese a esercitare nella sua città. Dopo aver prestato per qualche anno servizio come astante nell'ospedale di S. Anna, ebbe nel 1866 la nomina a direttore dell'ospedale succursale di S. Spirito e contemporaneamente del lazzaretto. Nel 1867 divenne chirurgo maggiore della guardia nazionale e nel 1869 medico del 4º reggimento granatieri.
Politicamente orientato, fin da studente in senso democratico, nel 1870 si arruolò, col grado di capitano medico, nella spedizione garibaldina in Francia; accorso, quindi, a Parigi, prestò la sua opera a sostegno della Comune, raccogliendo anche appunti e documenti per una cronaca di quegli eventi, che però non compose. Finita la guerra, tornò a Ferrara, dove riprese il servizio di astante all'ospedale e la direzione del lazzaretto, e dal febbraio 1873 si dedicò per breve tempo all'insegnamento della storia e geografia nell'istituto tecnico. Offrì poi i suoi servigi alla compagnia Rubattino, imbarcandosi come medico di bastimento sul "Batavia" che dal 14 luglio al 14 nov. 1875 compì un viaggio nelle Indie Orientali Olandesi. Il B. ne descrisse le tappe e gli scopi, eminentemente commerciali, nel libro Da Genova a Batavia. Ricordi del dr. A. B.,medico a bordo del Batavia (Milano 1877).
In esso, tra l'altro, riprovando i metodi dell'imperialismo olandese, che erano destinati - secondo lui - a render più crudi il futuro risveglio e la reazione antieuropea delle popolazioni soggette, il B. sollecitava la presenza commerciale dell'Italia nei continenti extraeuropei, senza imprese armate o ambizioni colonialistiche.
Dopo aver compiuto anche un viaggio in America, il B. concorse a un posto di medico in Castiglione d'Orcia, presso Siena, dove visse dal 1878 al 1885; non tralasciò però l'attività pubblicistica, partecipando alla grande inchiesta agraria di Jacini e Bertani (Degli animali e delle industrie che ne derivano nel circondario di Montepulciano, in Atti della giunta per l'inchiesta agraria, III, Roma 1881, pp. 623-647) e componendo un'orazione panegirica su s. Caterina da Siena (Firenze 1880) e le monografie L'annessione di Ripa San Quirico a Castiglione d'Orcia (Siena 1883) e Una necropoli etrusca alle falde del monte Amiata (Firenze 1885). Un cenno a parte merita il racconto storico Isotta dei Salimbeni,racconto senese del secolo XIII (in Rivista europea, n. s., X [1879], pp. 336-356) per la prova di capacità narrativa, ove si prescinda dalla fastidiosa erudizione prevalente nella prima parte.
Il B. volgeva quindi l'attenzione al patrimonio storico della sua regione, pubblicando nel 1883 a Firenze il volume Pomposa al tempo di Guido suo monaco e divenendo, nell'anno successivo, socio della Deputazione ferrarese di storia patria. Nel 1885 lasciò Castiglione d'Orcia, accettando un posto di medico a Bondeno, dove riordinò la Biblioteca comunale, pubblicandone più tardi il Catalogo (Bondeno 1894), e procedette a ricerche monografiche sulle vicende storiche del luogo (Le annessioni del Bondesano al Ferrarese, in Atti della Dep. ferrarese di stor. patria, II [1889], pp. 85-143, e Fortificazioni,assedi e prese della rocca di Bondeno, ibid., III [1891], pp. 1-87). Trasferito nel giugno 1892 nella condotta di Ravalle, pubblicò un'esauriente storia dell'università ferrarese (Cinque secoli d'università a Ferrara. MCCCXCI-MDCCCXCI, Bologna 1893), tuttora consultata con profitto. Seguì, nel 1894, lo studio I capi di Casumaro e Cento e le antiche collettività agrarie (Gazzetta ferrarese, 5-13 aprile) e, nel 1896, l'altro intitolato Evo antico ed evo medio nel territorio di Ferrara. Parte prima: gli abitatori del basso Po avanti Venezia e Ferrara (Ferrara). Nel 1897 ottenne dalla giunta comunale di Ferrara di reggere l'archivio cittadino.
Primo regolare direttore dell'archivio dopo un secolo d'abbandono, lo trovò in condizioni di grave disordine, alle quali poté ovviare solo in parte. Ritrovò un importante documento riguardante la genealogia della famiglia Savonarola fino al 1750, di cui il B. curò l'edizione negli Atti della Deput. ferrarese di st. patria, X (1898), pp. 1-44, con introduzione e buon apparato di note.
Altro aspetto della poliedrica attività del B. fu quello giornalistico: collaborò alle riviste Nuova antologia,Rivista europea,Rivista medica,Rivista nazionale,Rivista internazionale,Scena illustrata e ai giornali La Gazzetta d'Italia di Firenze e il Pungolo di Milano, oltre a molti dell'Emilia.
Il B. morì a Ferrara il 31 ott. 1899.
Bibl.: A. Trotti, In memoria del dr. A. B., in Atti della Dep. ferrarese di st. patria, XI (1899), pp. 451-456; M. Ferraresi, Monografia sull'archivio di Ferrara, Ferrara 1908, pp. 55, 76-81; A. Visconti, La storia dell'università di Ferrara, Bologna 1950, pp. 22, 37, 200.