BRIANTI, Antonio
Nacque a Parma il 15 apr. 1739. Allievo del pittore di decorazioni atchitettoniche Gaetano Ghidetti, lavorò a Parma sia in architettura sia in pittura di ornati, mantenendosi ai margini delle attività più importanti della sua epoca, occupato in varie opere minori. Nel 1762 egli vinse un premio di architettura all'Accademia parmense di Belle Arti, con il modello di un casino di campagna posto su una collina, a pari merito con Filippo Castelli. Nello stesso anno iniziò i lavori, che lo tennero impegnato per parecchio tempo, per la chiesa della Steccata: primo fra tutti la progettazione di un nuovo altare da collocare in luogo di una porta di accesso dal piazzale, che doveva essere chiusa. In seguito gli vennero commissionati tutti gli altri altari della chiesa con le loro ancone mannoree, compresi quelli delle cappelle minori, di cui diede i disegni nel 1772 (eseguiti da Domenico della Meschina). Intanto aveva provveduto alla sistemazione del sepolcro di Ottavio Farnese, trasportato alla Steccata dalla chiesa di S. Pietro nel 1765; sorvegliava e dirigeva le riparazioni dei tetti, dava i disegni per i lampadari da usare nelle solennità, e per la balaustra.
Sotto la direzione del Ghidetti, ideatore della decorazione architettonica, e con il Rasori, collaborò all'esecuzione degli ornati della volta della chiesa di S. Antonio abate. In questo campo l'opera di maggiore successo dovette essere la decorazione della cappella del b. Giovanni Buralli (1777), nel duomo di Piacenza. Gaetano Callani eseguì le figure e il B. l'ornato architettonico "per la sua semplicità e verità piacevolissimo agli intendenti" (Carasi). A Parma progettò la porta della biblioteca del convento benedettino di S. Giovanni, e negli stessi anni rinnovò il fianco meridionale della chiesa del S. Sepolcro, distruggendo le finestre gotiche e inserendovi un portale. Diede pure un disegno per la facciata che non venne eseguito. Certamente attento all'opera del Petitot (che nel 1778 aveva progettato la chiesa di S. Ambrogio, ora perduta), preferì, misurandosi nella sua impresa artistica forse più importante - il progetto per la facciata della chiesa di S. Giuseppe (finita nel 1782) - riferirsi al modello della chiesa della Madonna di Saronno del Tibaldi (Scarabelli-Zunti) riflettendovi un certo gusto borrominesco, appreso alla scuola del Righini. Di lui si ricordano anche il disegno del catafalco eretto alla SS. Annunziata per le eseguie del conte Iacopo Sanvitale, il disegno del prospetto dell'organo per la stessa chiesa, parecchi progetti di altari per varie chiese (Arch. di Stato di Parma, Mappe e disegni, voll. 5-6).
Morì a Parma l'8 maggio 1787.
Fonti e Bibl.: Parma, Museo d'Antichità, VIII: E. Scarabelli-Zunti, Docum. e mem. di belle arti parmigiane, ms. 107, ad vocem;Ibid., Id., Materiale per una guida artistica e storica di Parma (ms.), Chiese e Conventi,ad voces; C. Carasi, Le pubbliche pitture di Piacenza, Piacenza 1780, pp. 13, 14; I. Affò, IlParmigiano servitor di piazza, Parma 1796, p. 121; Parma, Bibl. Palatina, R. Baistrocchi, Notices sur les peintures et les peintres de Parme (ms.), ad voces; P. Donati, Nuova descrizione della città di Parma, Parma 1824, pp. 46, 64, 127, 169, 171; G. Malaspina, Nuova guida di Parma, Parma 1869, p. 83; G. B. Iannelli, Diz. biografico dei parmigianiillustri, Genova 1877, p.85; L. Testi, S. Maria della Steccata di Parma, Firenze 1922, pp. 81, 85, 86, 98, 108, 195, 213, 216, 217, 222, 224, 254, 256; Inv.degli oggetti d'arte d'Italia, III, Provincia di Parma, Roma 1934, pp. 73, 75; M. Pellegri, E. A. Petitot, Parma 1965, p. 173; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. s.