BRONCONI, Antonio
È ricordato come pittore di cartoni per arazzi nei documenti dell'arazzeria fiorentina a partire dal 1700. Della stessa fabbrica fu direttore dei lavori e amministratore dal 1717 al 1733, cioè durante gli ultimi anni di florida attività di questa manifattura voluta e protetta dai Medici. Non è noto l'anno, il luogo della nascita. In documenti pubblicati dal Bertolotti e dall'Ozzola certi Bronconi "ricamatori" sono ricordati a Roma al tempo di Alessandro VII, dal 1655 al 1664, ma niente autorizza ad affermare o a negare un rapporto di parentela col B., anche se relazioni tra la manifattura di Roma e quella di Firenze non erano infrequenti. La sua attività di pittore per arazzi resta documentata solo genericamente nei libri di conti dell'arazzeria medicea, in parte pubblicati dal Conti, senza che vi si faccia alcun accenno a particolari lavori da lui eseguiti. Si deve dedurne quindi che i suoi cartoni fossero cose modeste, per portiere comuni, e che oltre e più che pittore il B. fosse abilissimo tessitore, capacità del resto da non sottovalutare perché il trasferimento nell'arazzo del pensiero di un pittore richiede qualità d'occhio e sensibilità assai notevoli. Solo così resta spiegata la sua nomina a direttore dei lavori della fabbrica, che presupponeva ovviamente una profonda preparazione tecnica, alla morte di G. B. Termini che aveva ridato splendore alla fabbrica imponendo la pregiata lavorazione ad alto liccio e assumendo arazzieri celebri come Leonardo Bernini e Vittorio Demignot. Con queste maestranze, sotto la direzione del B., fu portata a termine la serie delle Quattro parti del mondo, ora al Museo Bardini, su disegno di G. C. Sagrestani e fu iniziata la serie delle portiere dette degli Elementi, ugualmente su cartoni del Sagrestani e, per i bordi, di Lorenzo del Moro, che insieme a pochi altri pezzi sono tra i più famosi e raffinati arazzi fiorentini del '700.
Il B. morì a Firenze nel 1733.
Bibl.: C. Conti, Ricerche storiche sull'arte degli arazzi in Firenze, Firenze 1876, pp. 30, 81, 85, 87; Catalogo della Galleria degli arazzi, Firenze 1884, pp. 5 s.; A. Bertolotti, Artisti bolognesi,ferraresi ed alcuni altri del già Stato Pontif. in Roma..., Bologna 1886, p. 227; J. Guiffrey, Histoire de la tapiss., Tours 1886, p. 390; A. Melani, The Museum of Tapestries at Florence, in The Art Journal, n.s., XXVIII (1900), p. 306; L. Ozzola, L'arte alla corte di Alessandro VII, in Archivio della Società romana di storia patria, XXXI (1908), p. 83; M. Viale Ferrero, Arazzi italiani, Milano 1962, p. 54; O. Ferrari, Arazzi ital. del Seicento e Settecento, Milano 1968, p. 30; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 59.