BRUCIOLI, Antonio
Letterato fiorentino, vissuto nella prima metà del sec. XVI. Frequentò da giovane le adunanze degli Orti Oricellari. Accusato di complicità nella congiura del 1522 contro il card. Giulio de' Medici, il futuro Clemente VII, fuggì con l'Alamanni in Francia e fu dichiarato ribelle alla Repubblica. Tornato in Firenze dopo la cacciata dei Medici (1527), fu accusato di luteranesimo, imprigionato e processato, ma fu condannato soltanto al confino. Allora si recò a Venezia, dove i suoi fratelli erano stampatori e librai e vi fu largo di consigli a Gabriel Giolito de' Ferrari, famoso editore. Morì nel 1556. Uomo di vastissima dottrina e fervida attività, compose di suo i Dialoghi della morale filosofia (Venezia 1526-1538) e i Dialoghi faceti (Venezia 1535) volgarizzò opere di scrittori greci e latini (Aristotele, Cicerone, Plinio), curò edizioni del Petrarca e del Boccaccio. Ma la sua più grande fatica fu la traduzione del Nuovo Testamemo (1a ed., Venezia, Lucantonio Giunti, 1530) e della Bibbia (1a ed., Venezia, Lucantonio Giunti, 1532); a questa traduzione, data come fatta dall'ebraico, ma condotta specialmente sulla latina di Sante Pagnini, aggiunse nel 1540 tre tomi di Commentari, che portò a sette nell'edizione definitiva del 1542-46. Nella dedicatoria al re di Francia (1° vol. della Bibbia) e a Renata di Francia, duchessa di Ferrara, e più nei commentarî propugnò varie dottrine protestanti, il che fu causa che i suoi libri fossero messi all'indice.
Bibl.: Oltre la diligente biografia del Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, II, iv, p. 2144; G. P. Pons, A. B., in Rivista cristiana, III (1875), pp. 273-84, 313-25; K. Benrath, A. B. e Cosimo dei Medici, ibidem, VII (1879), pp. 49, 100; H. Reusch, Der Index der verbotenen Bücher, Bonn 1883; S. Bongi, Annali di G. Giolito de' Ferrari, Roma 1890-98, I, pp. 56-69.