BUSCA, Antonio
La data della nascita, a Milano, si può determinare come 1625, desumendola dalla notizia, riportata concordemente dalle fonti, che lo dice morto nel 1686 all'età di 61 anni. La letteratura ottocentesca menziona un alunnato del B. presso Carlo Francesco Nuvolone; meglio giustificato dalle circostanze storiche e dalle analogie stilistiche l'alunnato presso Ercole Procaccini il Giovane, parimenti ricordato da tutta la letteratura. La prima opera datata di cui si abbia notizia, e che ci è pervenuta, è la pala con l'Apparizione della Vergine a s. Felice in S. Nicolao d'Orta, dalle guide locali riferita al 1640: data che sembrerebbe troppo precoce, pur considerati i caratteri giovanili dell'opera. Nel 1649 il B. fece, con G. Ghisolfi, apparati decorativi per l'ingresso in Milano di Maria Anna d'Austria, avvenimento che celebrò anche in un'incisione, non pervenutaci. Nel 1650, col medesimo Ghisolfi, compì un breve viaggio a Roma, e subito dopo un viaggio a Torino col Procaccini, di cui non restano tracce note; l'anno dopo era di nuovo a Milano, a dipingere nel palazzo dei Giureconsulti uno scomparso affresco con la Nobilium sapientia. Nel 1664 affrescava, con Storie di s. Siro, la cappella del santo nella certosa di Pavia (opera di cui sussistono anche cartoni e disegni nella Bibl. Ambrosiana di Milano). Si era acquistato una certa fama: nel 1665 era ricordato, in una lettera del conte Orazio Archinti (Campori, 1866), come uno dei più rinomati pittori milanesi. Nel 1666 dipingeva la volta della Madonnina in Prato a Varese (bozzetto nella raccolta di disegni dei Musei civici di Milano). Nell'anno 1669 era nuovamente a Milano dove, oltre che eseguire una tela con Madonna e santi, dispersa, per la chiesa di S. Agostino, affrescava con Profeti e angeli la cappella Arese in S. Vittore al Corpo (disegno all'Ambrosiana); in quell'anno, alla riapertura dell'Accademia ambrosiana, veniva chiamato a dirigerne la sezione di pittura. Risulta (Rossi) che nel '70 decorava di pitture la porta della medesima accademia. Nello stesso 1670 affrescava, al Sacro Monte di Varese, la decima cappella, con la Crocefissione, e subito dopo eseguiva il complesso ciclo di affreschi nell'oratorio delle beate Giuliana e Caterina, poco discosto (disegni nei Musei civici e all'Ambrosiana). Anteriori al 1674, data di una citazione, per altro oscura, del Torre, sono da ritenersi gli affreschi e la pala con la Madonna e santi (disegno nella racc. dei Musei civici) della chiesa di S. Pietro Martire a Seveso; così il Tributo ora in S. Marco a Milano (deposito dalla Pinacoteca di Brera) e, prima, in palazzo ducale insieme con una Incoronazione di spine, dispersa; così ancora altre tele, pure disperse, per S. Giovanni alle Case rotte (Erode e il Battista)e S. Giovanni in Era (Nascita del Battista)a Milano. Intorno al 1676 va collocato il ciclo di affreschi con la Gloria di s. Francesco nella XX cappella del Sacro Monte di Orta (disegni nella racc. dei Musei civici di Milano); anche per la XIX cappella del Sacro Monte (Concorso dei fedeli al sepolcro)puòessere sostenuto un intervento del Busca.
Sono perdute le pale di S. Giovanni in Conca (S. Alberto), SS.Pietro e Lino (Crocefisso e santi), mentre si conserva, nella cappella della Pietà in S. Marco, sempre a Milano, l'Innalzamento della Croce;nella stessa cappella si trovano una tela del Procaccini e affreschi di Stefano Montalto: maestri con i quali il B. si dimostrò sempre strettamente imparentato. Quest'ultima opera, notissima, menzionata concordemente dall'antica letteratura, dovrebbe appartenere al periodo giovanile del pittore.
Oltre alle opere ricordate dalle fonti, si riconoscono come sicuramente del B. il Viatico a s. Filippo nella Pinacoteca Ambrosiana e il S.Domenico nella certosa di Pavia, presumibilmente tardo. Sono anche a lui attribuibili gli affreschi fingenti statue nella galleria del palazzo Borromeo a Cesano Maderno, almeno quelli non alterati da rifacimenti ottocenteschi (lo Studio, la Logica), e gli affreschi con Profeti e angeli nella parrocchiale di Vimercate cappella del Cristo portacroce. Le fonti menzionano ancora come del B. la pala d'altare nell'oratorio di S. Domenico a Varese, ora smantellato, e una Presentazione della Vergine, opere irreperite. Gli Annali del duomo di Milano del 1698 (VI, Milano 1885, p. 50) ricordano che la pianeta della statua argentea di s. Ambrogio, con storie della vita del santo, era stata realizzata su disegni del B. e di altri.
L'edizione del 1714 del Ritratto di Milano del Torre ha un frontespizio disegnato dal B. ("Antonius Busca delineavit") e inciso da un "Agnellus". Altre incisioni del B. o su suoi modelli non si conoscono attualmente; ma gli antichi testi parlano anche di questa sua attività.
Il grosso dei disegni del B., dei quali molti firmati e pertanto fondamentali per il riconoscimento delle opere che ne derivano, è conservato nei Musei civici di Milano, provenienti dalla raccolta Bertarelli di Milano (B 480-C 149: dall'1 al 34) e nella Biblioteca Ambrosiana (cod. F. 254 inf.: 1522/23, 1531/33, 1537/40; cod. F 252 inf.: 13-18/21-23-31); sono stati riconosciuti in gran parte dalla Rossi.
Il B. è esponente tipico della pittura tardosecentesca lombarda, che mantiene vivi moduli accademici, con persistenze manieristiche, ma tende nel complesso a maggiori aperture compositive, a un decorativismo più libero e spedito. Ancorato nelle tele al gusto "tenebroso", il pittore se ne discosta negli affreschi, che sono spesso - Varese, certosa di Pavia - piacevoli e cordiali, dalla tavolozza chiara e brillante; per gli affreschi l'artista segue la falsariga di Daniele Crespi e, tra i contemporanei, guarda soprattutto al più significativo Stefano Danedi, il Montalto.
Fonti e Bibl.: Milano, Bibl. Ambrosiana, ms. 239 P sup., f. 31v; Velate, Arch. parrocchiale, Libro dei battesimi,cresime..., dal 1634 al 1724 (il 13 apr. 1667 il B. è padrino di battesimo di un figlio di Carlo Zavattone); Milano, Archivio d. Curia, cod. 78 Metropolit.: C.Torre, Il ritratto di Milano [1674], f. 32r (Milano 1714, pp. 197, 238 s., 253); D. Bigiogero, Le glorie della gran Vergine al Sagro Monte sopra Varese..., Milano 1699, pp. 30, 62; P. Orlandi, Abecedario pittor., Bologna 1704, p. 80; S. Latuada, Descr. di Milano, Milano 1737, I, p. 91; II, pp. 233, 256; III, p. 160; IV, pp. 184, 351; V, pp. 173, 282, 428; N. Sormani, Giornate tre di passeggi storici-topogr.-critici... di Milano, Milano 1752, II, p. 57; III, pp. 62, 144, 190; A. F. Albuzzi, Mem. per servire alla storia de' pittori...[1776], in L'Arte, LI (1948-51), p. 3; LV (1956), pp. 76, 110, 113 delle appendici; F. Bartoli, Notizia delle pitture... d'Italia, Venezia 1777, pp. 137, 178, 184, 211, 215, 223, 227, 238; L. Lanzi, Storia pittorica...Bassano 1795-96, II, 2, p. 256; Milano, Biblioteca Braidense, ms. A D XI, 35: S. Biffi, Milano ricercato nel suo sito, (sec. XIX), ff. 12, 25, 46, 56; G. Bossi, Guida di Milano, Milano 1818, pp. 21, 137, 155, 175; N. Mariette, Abecedario, I, Paris 1851, p. 237; Il Sacro Monte d'Orta insegnato da Didimo Patriofilo, 1835, pp. 85, 89; M. Le Blanc, Manuel..., I, Paris 1854, p. 552; G. Campori, Lettere artist. inedite, Modena 1866 p. 125; Id., Cataloghi e inventari di quadri venduti in Milano nel 1870, catalogo n. 33: Archivio Palatino, pp. 424 s.; C. Mongeri, L'arte in Milano, Milano 1872, p. 91; C. Bizzozzero, Varese e il suo territorio, Varese 1874, pp. 78, 108; L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda, Milano 1882, pp. 238 s.; C. Verga, La camera dei Mercanti di Milano, Milano 1914, p. 259 (P. Bellini); G. Galbiati, Itiner. dell'Ambrosiana, Milano 1951, pp. 100, 112, 220, 224; G. Nicodemi, L'accad. di pittura... fondata dal card. Federigo, in Studi in on. di C. Castiglioni, Milano 1957, pp. 65 1, 688; Id., La pitt. lombarda dal 1630 al 1706, in Storia di Milano, XI, Milano 1957, pp. 479, 504 s., 527, 530, 543; A. Arfelli, Il viaggio del Malvasia a Milano..., in Arte antica e moderna, 1959, pp. 473, 475; M. Mrozinska, I disegni del codice Bonola di Varsavia, Venezia 1959, n. 42; G. Rossi, Notizie su A. B., in Arte lombarda, IV (1959), 2, pp. 314-32; L. Mallé, Le arti in Piemonte, Torino s.d. (ma 1960), pp. 251, 261, 391; F. R. Pesenti, in La Certosa di Pavia, Milano 1968, p. 106; A. Ottino Della Chiesa, Dipinti della Pinac. di Brera in deposito nelle chiese di Lombardia, I, Milano 1969, pp. 18-20; R. Bossaglia, in Storia di Monza e della Brianza, V, Milano 1971, pp. 23, 79, 80, 82, 145; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 279.