BUZZACARINI, Antonio
Nacque a Padova verso la metà del sec. XVI (l'anno di nascita 1578, dato dal Vedova, non sembra certo, né risulta in alcun modo dalle prove di nobiltà che il B. presentò nell'agosto 1626 per essere aggregato al Consiglio dei nobili della sua città) da Annibale e da Diamante Anselmi. Di antica famiglia, ebbe una buona educazione, unita a un forte amore per le lettere. Tenne in Padova uffici pubblici, fra i quali quello di "vice collaterale della banca generale", non trascurando di dedicarsi a composizioni liriche e teatrali; fu nell'Accademia Delia quando, per l'elezione di un matematico (20 marzo 1610), venne considerato anche il nome del Galilei; gli è comunemente attribuita la paternità dei versi, in dialetto pavano, comparsi sotto il nome di "Bertevello dalle Brentelle.".
Delle numerose rime in lingua, di stile pastorale e giocoso, che il Tomasini gli riferiva, insieme con una Endimione, il Vedova asserisce aver rintracciato un solo sonetto; più consistente, e certo più importante, è, invece, la produzione, se sua, in pavano: due sonetti col nome di Bertevelo in Delle Rime de Sgareggio Tandarelo da Calcinara [C.Forzati] in lingua rustica padoana parte I -che però difficilmente possono attribuirglisi, per l'anno della edizione (Padova 1583) e inoltre: Poesie in lingua rustica padovana di Bertevello dalle Brentelle,cioè Madrigali,Bradamante irata,Isabella e Zerbino,Orlando addolorato,Lamenti raccolti e imitati da' leggiadri Canti dell'Ariosto, Venezia 1612, Contenenti di seguito, con frontespizi propri: Cento smaregali de B. d. B. Contain pavan, Sbravamante scorezzà de B. d. B. Contain Pavan. Cavà fuora del Slibrazzon de Barba Figo Arosto,Zerbin e la Bella de B. d. B. Contain Pavan lomento stramuò e cernù da i viersi de Barba Vigo Arosto,Rolando fastubiò de B. d. B. Contain Pavan lomento stramuò e cernù da i viersi de Barba Vigo Arosto;la Biblioteca comunale di Padova gli assegna anche In lo sposego de i bie noizzi,e inuiò Zovene iniustri,el segnor Ducridio de i Bigoli menü,o veramen Bigolin,e la segnora Giulia de i Lazari Bertevelo d'i Berteviegi da Tencaruola, Padova s. d.
Gli scritti teatrali, in lingua, sono: La caccia di Danao, Vicenza 1615, dramma "satiricomico" recitato in Padova nel 1614; Altile, Padova 1626, tragedia a lieto fine - col conforto dell'autorità di Aristotele -, rappresentata a Padova nel carnevale del 1618 e quindi, a detta del B., lasciata in disparte per otto ami, a causa di vicende private e per non cimentarsi con quella omonima del Giraldi Cinzio. Il soggetto è preso dagli Ecatommiti:Altile, sorella del re di Siria, si è segretamente sposata con Norino, giovine cresciuto in schiavitù presso il Soldano e divenuto cavaliere valoroso. I due innamorati stanno per scontare con la pena capitale la loro colpa, quando giunge il re di Tunisi a rivelare che Norino è suo figlio, caduto da bimbo nelle mani dei pirati e venduto poi al Soldano. Così le nozze vengono convalidate e ripresi i preparativi per un torneo che si doveva effettuare. La materia, piuttosto vieta, di dramma complicato, che si risolve con una agnizione, è trattata nei cinque atti con una certa scioltezza, abbastanza lontana sia dai modi barocchi, sia dalla fredda regolarità del Giraldi Cinzio. Maggiori sono gli influssi, con un che di popolareggiante, della favola pastorale; i versi hanno metri variati, rime, rime al mezzo ed assonanze. Seguono la tragedia i quattro intermezzi La gelosia di Giunone, che svolgono non senza qualche vivacità la vicenda degli amori di Giove e di Io.
Il lamento della prefazione all'Altile sulle "afflizioni giustamente datemi per li miei peccati, da Dio, e le persecuzioni inventate contro la mia persona da chi manco doveva" probabilmente allude ad un periodo di dissipazione del B., che, dopo aver dato fondo al patrimonio familiare, morì, secondo il Salomonio, il 9 apr. 1634 nel ritiro presceltosi per la vecchiaia, a Teolo, sui Colli Euganei, ove già era stato per due volte vicario.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Padova, Prove di nobiltà, vol. 24, ad nomen;Padova, Bibl. comunale, ms. B.P. 1481: J. P. Tomasini, Athenae Patavinae, I, pp. 53; I. Salomonii Agri patavini inscriptiones sacrae,et prophanae, Patavii 1696, p. 183;G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, p. 2052;G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 173 ss.; G. I. Ferrazzi, Bibliografia ariostesca, Bassano 1881, p. 171; E.Lovarini, Studi sul Ruzzante e la letteratura pavana, Padova 1965, p. 440.