CALCAGNI, Antonio
Nacque a Recanati il 18 dic. 1536 da Bernardino e Minerva Paulini, o Polini (negli atti redatti in latino è registrato come Antonius Bernardini de Calcaneis). Morto il padre nel 1546, rimase con i fratelli maggiori Matteo, Gaspare e Andrea sotto la tutela materna e per la sua naturale disposizione al disegno fu avviato molto giovane all'arte presso la bottega che i Lombardi avevano impiantato a Recanati, nell'ambito della quale egli svolse la sua attività anche nella piena maturità. Nel 1572 sposò la nobildonna recanatese Laura di Girolamo, Bonamici, che condusse nella dimora paterna del borgo di Castelnuovo finché nel 1574, anno della divisione dei beni paterni, si trasferì in una casa presso la chiesa di S. Agostino dove rimase fino alla morte avvenuta il 9 sett. 1593. Fu sepolto nella chiesa stessa di S. Agostino, e la lastra di marmo con lo stemma di famiglia scolpito dallo stesso C. fu messa in situ soltanto nel 1651 dal figlio Michelangelo.
Della sua attività anteriore al 1574 (risale infatti a questo anno la sua prima opera sicuramente datata) ci resta memoria in un manoscritto scicentesco del padre Diego Calcagni, suo discendente, che riporta una serie di opere giovanili commissionate da nobili (Madonna in stucco con un S. Giovanni per il cavalier Agostino Filago) o da comunità religiose (un Cristo per la fraternita di Castelnuovo, un altro per quella della Morte e ancora per quella di Camerino). Unica opera superstite di questo periodo è un busto ritratto - postumo - di Annibal Caro (ricordato dal Baldinucci), dal 1963 conservato al Victoria and Albert Museum: per esso il C. trasse ispirazione presumibilmente dal ritratto di Iacopino del Conte (Pope Hennessy).
Del 1574 è la prima opera datata e di una certa importanza: il sepolcro di mons. Francesco Alberici, di cui rimane solamente il busto bronzeo (Recanati, duomo, nicchia al di sopra dell'ingresso della sagrestia). Iniziò allora un periodo fecondo, con commissioni importanti: la statua di Gregorio XIII per Ascoli Piceno (distrutta dai Francesi nel dicembre 1798, durante l'occupazione della città; rimane un calco della testa nel Museo di Ascoli), eseguita sotto la guida di Girolamo Lombardi, che gli portò fama e riconoscimento unanimi. Nel 1577 firmò un contratto con Gregorio Massilla per cinque tavole di bronzo che omano la cappella della Pietà nella basilica di Loreto: i rilievi con la Deposizione dalla croce e con i ritratti dei Donatori (Gregorio Massilla, Ginevra Ginevri, Antonio Rogati e Barbara Massilla) furono gettati nel bronzo definitivamente il 3 ott. 1582. E nello stesso periodo per il governatore di Loreto, mons. Vincenzo Casale, il C. eseguì in argento una grande croce e dodici statue di Apostoli (portate in Francia all'epoca del dominio francese), e per Giovanni Battista Della Porta eseguì la statua bronzea (dispersa) del Card. Nicola Caetani da Sermoneta (Calcagni, f. 56).
Nel 1589 fu posta davanti alla basilica di Loreto la statua di Sisto V su un piedistallo a base ottagonale in pietra d'Istria, omato delle statue della Carità, Pace, Fede e Giustizia e due bassorilievi con l'Ingresso di Gesù a Gerusalemme e la Cacciata dei mercanti dal tempio.Sul piedistallo una targa: "Ant.us Bern.us de Calcaneis Faciebat"; ma l'opera fu eseguita certamente con aiuti, data l'imponenza e la discontinuità stilistica che la caratterizza. Il 28 febbraio 1590 il C. firmò il contratto per la porta sud della basilica di Loreto, opera portata a termine dopo la sua morte da Pirro Buonamici, Tarquinio Giacometti e Sebastiano Sebastiani, secondo il suo preciso modello e disegno. La porta a due battenti, con cinque riquadri ciascuno, fu posta in opera e inaugurata nel 1600.
La portata delle commissioni dell'ultimo periodo così come la fama di perito fonditore attribuita al C., tanto che ad assistere ai getti delle sue opere accorrevano nobili e artisti, testimonia la fortuna di questo artista che si muove nell'ambito provinciale con una personalità e qualità che vanno oltre la perizia tecnica.
Il figlio del C., Michelangelo, nacque a Recanati il 24 dicembre del 1581. Dal padre egli ricevette i primi insegnamenti del disegno, e a soli dodici anni sapeva già ben modellare la cera (Baldinucci); fu tra gli aiuti di T. Vergelli nella realizzazione del fonte battesimale della basilica di Loreto (1600-1607). Ma si curò soprattutto degli affari della famiglia (fece tra l'altro ristimare i rilievi del padre nella cappella della Pietà della basilica di Loreto) e fu per qualche tempo canonico della cattedrale di Recanati. Pur non dedicandosi completamente alla scultura, si dilettò sempre nel modellare cere, soprattutto ritratti colorati al naturale. Morì a Recanati il 12 marzo 1667.
Fonti e Bibl.: Loreto, Arch. stor. della S. Casa, titolo XIV: Mura fabbriche e artisti, 1598-1600 (docum. sulla porta di bronzo, tra cui una stima del Giambologna, e sui rilievi della cappeIla della Pietà; anche per Michelangelo); Ibid., Miscell. Gianuizzi, 1(s.v.Calcagni); Recanati, Bibl. comun.: D. Calcagni, Memorie della famiglia Calcagnidi Recanati dall'anno 1423 all'anno 1677 (ms.); F. Baldinucci, Notizie…, VIII, Firenze 1770, pp. 126-134; p. 171 (per Michelangelo); A. Ricci, Mem. stor. delle arti e degli artisti della Marca di Ancona, II, Macerata 1834, pp. 53-58 e ad Indicem;[G.Pisani Dossi], Guidadel viaggiatore alla città di Loreto…, Siena 1895, pp. 63-12; A. Colasanti, Loreto, Bergamo 1910, p. 83; G.Pauri, I Lombardi-Solari e la scuola recanatese di scultura (secc. XVI-XVII), Milano 1915, pp. 39-52 e passim (pp.83 s. per Michelangelo); G. Gennari, Un bassorilievo in terracotta di A. C. da Recanati, in L'arte, XLI(1938), pp. 299 s.; J. Pope Hennessy, A. C.'s bust of Annibal Caro, in Arte in Europa. Scritti di storia dell'arte in onore di E. Arslan, I, s.l. 1966, pp. 577-580 (anche in Victoria and Albert Museum Bull., III[1967], pp. 13-17); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 375.