CANIGIANI, Antonio
Nacque a Firenze il 28 maggio 1429 (Archivio di Stato di Firenze, Tratte, 443 bis,Scala/ S. Spirito, f. 1) da Giovanni e da Sandra di Paolo de' Bardi. Membro di quella vecchia oligarchia cittadina che alternava i negozi dello Stato agli ozi letterari, fu della parte dei Medici. Sposò Alessandra di Piero de' Pazzi (negli Spogli dell'Ancisa dell'Archivio di Stato di Firenze, vol. BB, f. 468, si fa menzione di un contratto del 1453, relativo al matrimonio). Nei Catasti del 1457 (vol. 787) e del 1469 (vol. 905) compare in un'unica posta con il padre; nel 1480 (vol. 992) ha invece una posta con il fratello Matteo. Il C. prese parte alla vita politica fiorentina e fu gonfaloniere di Compagnia nel 1462 e nel 1463 (Archivio di Stato di Firenze, Li XII Buoni Uomini e li XVI Gonfalonieri, ms. 265, f. 21), priore il 1º maggio 1463, gonfaloniere di Giustizia il 1ºluglio 1484 (Ibid., Priorista Mariani, ms. 248, f. 9v), vicario d'Anghiari nel 1472 (Ibid., Tratte, 69, f. 18), vicario di Valdinievole nel 1473 (ibid., f. 22); capitano della cittadella nuova di Pisa nel 1475 (ibid., f. 89) e di Pisa nel 1476 (ibid., f. 1), dove, insieme al podestà D. Acciaiuoli, molto si adoperò per lo Studio; vicario di Val d'Elsa nel 1478 (ibid., f. 17); podestà di Pisa nel 1484 (ibid., f. 26). Fece parte di due ambascerie, la prima, guidata da Gentile Bechi, per portare a Carlo VIII, appena salito al trono di Francia, le congratulazioni di Firenze, ma anche per suggerirgli di non dare a vedere, in caso volesse pigliare qualche iniziativa di pace in Italia, che questo facesse per desiderio di Firenze (Ibid., Legaz. Comm. Sign., vol.21, ff. 49 s., sotto la data del 17 ott. 1483); la seconda, guidata da Francesco Soderini, per congratularsi con Innocenzo VIII della sua esaltazione al pontificato (ibid., ff. 53 ss., sotto la data del 22 nov. 1484). Fu cooptato nella Balia del 1480 come arroto per S. Spirito (Ibid., Balie, vol.31, f. 93) ma non fece parte del Consiglio dei settanta, così come questo uscì dalla detta Balia. Durante l'ambasceria in Francia era stato fatto cavaliere da Carlo VIII (cfr. Ibid., Provv., vol. 175, f. 148, sotto la data 18 febbr. 1483, cioè 1484 st. com.).
Pur tra gli impegni politici, il C. curò le amicizie letterarie: il Landino lo pose tra gli interlocutori delle Disputationes Camaldulenses, gli dedicò il Carmen de primordiis urbis sulle origini di Firenze e lo nominò due volte nel suo commento alla Divina Commedia. Ma la memoria del C. è legata soprattutto al Ficino, di cui fu uno dei "familiares et confabulatores", come questi ricorda nella lettera a Martino Uranio Brenninger (in Opera, p. 946). A lui il Ficino dedicò il De magnificentia o De virtutibus moralibus (1º giugno 1457: Supplementum Ficinianum, n. XXVII), il De Voluptate (30 dic. 1457: Opera, pp. 986-1012), che aveva preso corpo da conversazioni tenute appunto nella villa del padre del C. a Campoli nell'estate precedente, e il De quattuor sectis philosophorum (Firenze, Bibl. Riccardiana, codice 351; altrove quest'operetta è dedicata a Clemente Fortini). Inoltre il Ficino inviò al C. unalunga lettera De musica (Opera, pp. 650 s.); a lui e al fratello Matteo, P. Dovizi inviò un epicedio in morte del padre Giovanni (Roma, Bibl. Corsiniana, codice 582, c.84rv).
Del C. si conservano lettere indirizzate a Giovanni e soprattutto a Lorenzo de' Medici da Firenze (Archivio di Stato di Firenze, Mediceo avanti il Principato, IX, 156; XXX, 998), durante i suoi vicariati d'Anghiari (ibid., XXIII, 501;XXIV, 26, 288, 335; XXVIII, 663) e di Val di Nievole (ibid., XXIII, 509; XXIX, 108) come anche durante la permanenza a Pisa (ibid., XXIII, 651; Ufficiali Studio, vol. 9, f. 184). Una lettera al C. in Pisa di L. Carducci da San Gimignano è nel Mediceo avanti il Principato, LXVIII, 142; ricordi di lettere a lui di Lorenzo de' Medici in data 10 dic. 1483 e 12 febbr. 1484 (1485 st. comune) sono nei Protocolli del Magnifico. Si noti infine che il C. non deve essere confuso con gli omonimi Antonio di Simone Canigiani, che fu anch'egli uomo politico, né con Antonio di Bernardo Canigiani, agente dei Medici a Montpellier.
Il C. morì a Firenze il 21maggio 1487 e fu sepolto in S. Felicita (Firenze, Bibl. naz., Necrologio Cirri,sub voce).
Fonti e Bibl.: A. Della Torre, Storia dell'Accad. Platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 551s. e passim; Supplementum Ficinianum, a cura di P. O. Kristeller, II, Florentiae 1937, p. 321. I "mandata" agli ambasciatori a Carlo VIII sono pubblicati integralmente da G. Canestrini-A. Desjardins, Négociations diplom. de la France avec la Toscane, I, Paris 1859, pp. 200-205; il Carmen de primordiis urbis del Landino è in A. M. Bandini, Specimen litteraturae Florentinae, I, Florentiae 1747, pp. 166-171, nonché nei Carmina illustrium poetarum Italorum, VI, Florentiae 1770, pp. 101-105; l'epicedio per la morte di Giovanni Canigiani è riportato in parte dal Della Torre, p. 520n. In P. O. Kristeller, Iter Italicum, I-II, ad Indices, e nel Supplementum Ficinianum, c'è ampia notizia dei manoscritti contenenti opere del Ficino dedicate al Canigiani. L'edizione citata del Ficino è quella di Basilea, 1576;la lettera a M. U. Brenninger è stata ristampata dal Della Torre (pp. 28 s.) e dal Bandini, cit., II, pp. 70-76.Per le lettere inviate da Lorenzo al C. si vedano i Protocolli del Carteggio di Lorenzo il Magnifico per gli anni 1473-74, 1477-92, a cura di M. Del Piazzo, Firenze 1956, pp. 269, 324. I numeri delle lettere dell'Archivio Mediceo avanti il Principato sono dati secondo gli Inventari di recente pubblicazione (I-III, Firenze 1951-1957, ad Indices).