CAPODILISTA (de Capiteliste, Capilistius, Caodelista), Antonio
Nacque nel 1420 a Padova da Giovanni Federico e da Angela Badoer. Appartenente a una delle principali famiglie della città che contava fra i suoi membri più di un illustre giurista, fu avviato verso la carriera ecclesiastica, ma non per questo si discostò dalla tradizione familiare e, in documenti del 1441 e 1444 lo troviamo indicato come studente di diritto civile. Successivamente passò allo studio del diritto canonico addottorandosi il 20 nov. 1445 presso lo Studio padovano (fra i suoi esaminatori vi fu il fratello Federico, già allora affermato professore) e il 22 dello stesso mese ricevette le insegne di doctor decretorum da Antonio Roselli alla presenza delle più alte autorità della città. È invece assai incerto se abbia poi anche completato gli studi civilistici, sebbene alcuni documenti lo indichino come doctor utriusque iuris. Sempre nello stesso anno 1445 il C. venne iscritto al Collegio dei dottori giuristi e, secondo la tradizione, avrebbe pure iniziato il suo insegnamento nello Studio. Su tale insegnamento, sebbene ne parlino tutti i principali storici dell'università di Padova, vi è tuttavia non poca incertezza. Inaccettabile è la tesi del Riccoboni e del Tomasini che vorrebbero farlo iniziare già nel 1424, mentre non sembrano sufficientemente dimostrate le affermazioni del Pancirolo e del Facciolati che ne collocano l'inizio fra il 1445 e il 1450; neppure il fatto che nel 1485 il C. abbia conferito la laurea in utroque al primicerio di S. Marco, Pietro Dandolo, può fornire una prova sicura del suo insegnamento, dal momento che i Capodilista erano conti palatini ed avevano quindi il privilegio di conferire titoli dottorali.
Le tappe della sua carriera ecclesiastica furono rapide e fortunate: già nel 1448 risulta abate commendatario dell'abbazia di S. Eufemia di Villanova, mentre nel maggio del 1451 lo troviamo a Roma al seguito di Ludovico Trevisan, cardinal camerlengo e patriarca d'Aquileia, in qualità di uditore, carica che il C. tenne per molti anni finché divenne vicario "extra patriam Foriulii" del patriarca. Al tempo stesso fu nominato chierico della Camera apostolica e forse già nel 1458 ottenne un canonicato nella cattedrale di Padova. Il 26 maggio 1458 partì in compagnia del cugino Gabriele (il quale poi scrisse e fece stampare un resoconto del viaggio) in pellegrinaggio verso Gerusalemme, ove giunse il 24 giugno. Nel novembre dello stesso anno lo troviamo in viaggio da Rodi verso Roma in compagnia del cardinal camerlengo e nel gennaio del 1459 è nuovamente a Padova ove accoglie Roberto da Sanseverino, che, partito con lui per Gerusalemme, ne ritornava allora.
Negli anni successivi il C. dimorò stabilmente a Padova ove abitava insieme con il fratello Pietro nella contrada di Ponte Molino. Dai documenti risulta che svolgeva con assiduità le sue funzioni di canonico e che attendeva con cura alla amministrazione dei propri beni. Più di una volta pronunciò sentenze su questioni ecclesiastiche in qualità di giudice delegato e nel 1459 gli fu pure affidato l'incarico di adoperarsi presso il pontefice per ottenere la destituzione del rettore del collegio Pratense di Padova che era stato indebitamente nominato. Nel 1477 ebbe l'incarico di riunire ed emendare gli statuti del Collegio dei giuristi padovani e, successivamente, prese parte alla redazione delle costituzioni per il clero che furono promulgate il 28 maggio 1488 dal vescovo Pietro Barozzi.
Al tempo stesso il C. continuò a cumulare uffici e benefici ecclesiastici: da vari documenti e notizie risulta che fu abate dell'abbazia di S. Anna presso Cittadella, protonotario apostolico, rettore delle chiese di S. Giacomo a Padova, di S. Floriano a Marostica e di S. Giorgio a Campretto. Ciò che maggiormente gli procurò grande fama fu però la grandiosa abitazione, circondata da boschi e da giardini, che si fece costruire nella sua città poco fuori dalla porta di Codalunga; tale costruzione andò del tutto distrutta nel 1509, durante l'assedio di Padova ad opera dell'imperatore Massimiliano, ma ne rimase a lungo il ricordo.
All'infuori del Cagna che, con manifesto errore, lo dice morto nel 1465, gli storici padovani sono concordi nell'affermare che il C. morì il 12 sett. 1489 e che fu sepolto nella cattedrale di Padova. Se si deve però prestar fede ad una notizia del Dondi dall'Orologio, secondo la quale il suo canonicato sarebbe già stato vacante il 27 agosto, la data della morte dovrebbe venir anticipata di qualche mese e collocata nella prima metà del 1489.
Il C. è autore di un breve epitaffio in versi latini che si conserva ms. nella Bibl. Ambrosiana di Milano (cod. 145 inf., c. 298r) e nella Bibl. del Museo civico di Padova (C.M. 422, c. 129v). Altre sue composizioni in versi sono segnalate dal Kristeller (IterItalicum, II, pp. 483, 495) come esistenti nella Bibl. Apost. Vat. (Chis. JV 192, c. 15) e nella Bibl. civica di Belluno (cod. 656), ma si tratta di copie del medesimo epitaffio.
Fonti e Bibl.: Alcune notizie sono contenute nel Codice Capodilista conservato nella Bibl. del Museo civico di Padova (B.P. 954) e, in copia, nella Bibl. naz. Marciana di Venezia (Lat. X, 348 [= 3620]): in tale codice vi è pure una miniatura riproducente le sembianze del C. e del fratello Bartolomeo. Di qualche interesse gli alberi geneal. della famiglia (B.P. 1619-II; B.P. 1630) e i seguenti manoscritti che si conservano anch'essi presso la Bibl. civica di Padova: G. B. Frizier, Origine della nobil.ma et antica città di Padova et cittadini suoi, c. 90(B.P. 1232); A. Dorighello, Mem. di professori e letter. di Padova-Professori artisti e leggisti, p. 75(B.P. 938); Matricula doctorum civitatis Patavine, 119, 133 (B.P. 149-VII); G. A. Berti, Memorie ed. e inedite della famiglia Capodilista, cc.16-19, 23, 56 s., 63, 66 (B.P. 2158). Si consultino pure, nella Bibl. dell'Arch. di Stato di Padova, le dissertazioni di laurea di M. Guiotto, B. Bazzotti, M. E. Hellmann, W. Scalco, M. Dal Piaz, M. G. Zanchi (tutte dal titolo: Storia dell'univ. di Padova nel sec. XV - Professori,studenti,libri, ecc.), nonché quelle di M. Faccio, A, Rosa, P. Vedovato Zanini (tutte dal titolo: Per la storia dell'università e della cultura in Padova). Ulteriori notizie si rinvengono in Archivio di Stato di Padova, Estimo 1418 - Polizze originali, vol. 56, cc. 113-115, 128-129, 146; I libri commem. della Rep. di Venezia. Regest., a cura di R. Predelli, V, Venezia 1901, p. 63; Acta graduum academ. Gymnasii Patavini, Padova 1922, I, a cura di G. Zonto - G. Brotto, pp. 313, 390 s., 427. Tra gli autori che si sono occupati del C., ricordiamo R. da Sanseverino, Viaggio in Terra Santa, a cura di G. Maruffi, Bologna 1888, pp. 223, 317; G.Capodilista, Itinerario, in S. Brasca, Viaggio in Terrasanta, a cura di A. L. Momigliano Lepschy, Milano 1966, p. 165; G. Cagna, Sommario dell'origine et nobiltà d'alcune famiglie della città di Padova, Padova 1589, p. 17; A. Riccoboni, De Gymnasio Patavino, Patavii 1598, c. 14; A. Portenari, Della felicità di Padova, Padova 1623, pp. 236, 285; I. F. Tomasini, Gymnasium Patavinum, Utini 1654, p. 235; G.Panciroli De claris legum interpretibus, Lipsiae 1721; p. 371; B. Scardeone, Historiae de urbis Patavii antiquitate et claris civibus Patavinis libris tres, in J. G. Graeve, Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae, VI, 3, Lugduni Batavorum 1722, col. 159; G. degli Agostini, Notizie istorico-critiche intorno la vita e le opere degli scritt. viniziani, I, Venezia 1752, p. 513; I. Facciolati, Fasti Gymnasii Patavini, Patavii 1757, pp. 44, 60; F. S. Dondi dall'Orologio, Serie cronologico-istor. dei canonici di Padova, Padova 1805, p. 57; Id., Dissertazione nona sopra l'istoria ecclesiastica padovana, Padova 1817, pp. 109, 112, 119; G. Vedova, Biogr. degli scrittori padovani, I, Padova 1832, p. 217; R. J. Mitchell, Gabriele Capodilista, in Boll. del Museo civ. di Padova, L (1961), pp. 188 s.; C. Piana - C. Cenci, Promozioni agli ordini sacri a Bologna e alle dignità ecclesiastiche nel Veneto nei secc. XIV-XV, Quaracchi 1968, p. 426.