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CARLENI, Antonio

di Domenico Di Agresti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 20 (1977)
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CARLENI, Antonio (Antonio o Antonello da Napoli)

Domenico Di Agresti

Nacque prima del 1386 da famiglia partenopea. Scarsi e frammentari sono i dati biografici che del C. ci sono pervenuti: il fatto che dal 1406 al 1408 fu insegnante di retorica nell'università di Bologna fa supporre che la sua prima formazione fosse letteraria; alcuni biografi, senza però documentarlo, accennano ad una sua partecipazione al concilio di Pisa (1407), cosa possibile se vi andò come segretario di uno degli inviati dello Studio bolognese. In seguito abbracciò la vita religiosa, molto probabilmente in S. Domenico di Bologna; lo troviamo infatti presente ad alcuni atti notarili riguardanti quel convento nel 1439. Dal 1439 al 1442 insegnò come baccelliere in S. Domenico, sede dello Studio teologico dei frati predicatori.

Nel 1439 il C. sembra che abbia partecipato al concilio di Firenze. La cosa non è certa, ma parrebbe potersi dedurre dalla trattazione del problema del "Filioque", da lui fatta in una Quaestio, che era stato uno dei temi più discussi in concilio nella polemica contro i greci; in più, il relatore da parte dei latini ed uno dei principali interlocutori, fu il provinciale del C., Giovanni da Monterano, che potrebbe aver scelto a suo collaboratore un religioso insegnante del suo convento.

Lasciata Bologna, il C. in seguito andò a Napoli, dove fu vicario di S. Domenico Maggiore, come provano alcune pergamene di quel convento del 1447-48 e dove continuò ad insegnare teologia. Nel 1448 fu nominato da Niccolò V, su proposta di Alfonso d'Aragona re di Napoli, coadiutore dell'arcivescovo d'Amalfi, Andrea Pagliari, anziano ed ammalato, a cui successe l'11 ag. 1449.

Il C. morì ad Amalfi il 23 marzo del 1460. Il suo corpo venne sepolto nella cappella di S. Tommaso d'Aquino, che egli stesso aveva fatto erigere nel duomo.

Del C. ci sono pervenute tre inedite raccolte di Quaestiones. Già nelle Quaestiones in libros XII Metaphysicorum si notano chiaramente i segni della decadenza della scolastica: il commento, infatti, non procede in maniera organica e testuale dal testo aristotelico, ma discute, in una serie di questioni scelte, i problemi metafisici allora in voga mediante una interminabile serie di distinzioni. Le fonti a cui il C. attinge sono tutte medievali, spesso in polemica con Duns Scoto e la sua scuola; lo stesso, C., d'altronde, trovò un violento avversario in Domenico di Fiandra, chelo accusò più volte di infedeltà al tomismo. L'opera è conservata in codici del sec. XV a Cambridge, Jesus College Library 17, con il titolo Alysoni Quaestiones metaphysicae; Firenze, Bibl. nazion., Conv. Soppr. 1136; Napoli, Bibl. nazionale, VIII G. 75; Bibl. Apost. Vat., Vat. lat. 5987. Con lo stesso metodo delle precedenti, ossia operando una selezione di problemi teologici e riconnettendosi al commento di s. Tommaso alle Sentenze del Lombardo, sono trattate le Quaestiones in IV libros Sententiarum; qui però il C. tiene presenti anche le sententiae modernae, e, pur richiamandosi a s. Tommaso, lo fa più per appiglio che per influsso del tomismo. L'opera si conserva manoscritta a Milano, Bibl. Trivulziana, cod. 1682, ff. 1-117; Oxford, Bodleian Libr., Canon. Misc. 573, ff. 172-377; Roma, Bibl. Casanatense, cod. 1025; Bibl. Apost. Vat., Regin. lat. 592, ff. 105-224v (solo i libri I-III). Tutti i mss. sono del sec. XV. Infine, le Quaestiones in libros I et II Analyticorum poster. Aristotelis ci sono conservate nel ms. di Chicago, Newberry Library, case ms. 97, 5, ff. 2ra-47vb, datato 1468.

Fonti e Bibl.: Amalfi, Arch. Curia arciv., Atti pubbl., sec. XV, nn. 119, 138, 141 s., 144; G. G. Meersseman, Antonius de Carlenis O. P., Erzbischof von Amalfi, in Arch. fratrum praed., III(1933), pp.81-131 (riporta la lista dei biografi precedenti, a cui va aggiunto S. Razzi, Breve compendio dei più illustri padri dell'Ordine del predicatori, Napoli 1651, p. 184); Id., Ergaenzung zu den Schriften des Antonius de Carlenis von Neapel, ibid., V (1935), pp. 357-63; T. Kaeppeli, Dalle pergamene di S. Domenico di Napoli, ibid., XXXII(1962), pp. 302 s., 316; Id., Scriptores Ordinis praedicatorum Medii Aevi, Romae 1970, sub voce;C. Eubel, Hierarchia catholica…, II, Monasterii 1914, p. 86.

Vedi anche
Latino Pacato Drepànio Pacato Drepànio, Latino (lat. Latinius Pacatus Drepanius). - Retore gallo (sec. 4º d. C.), amico di Ausonio e di Simmaco; capo di una legazione a Roma (389), pronunciò un panegirico di Teodosio, a noi giunto, interessante come documento storico. pergamena Pelle animale variamente conciata, detta anche cartapecora, usata nell’antichità come materiale scrittorio pregiato e durevole; attualmente è impiegata nell’industria degli strumenti musicali e in legatoria. Il nome deriva da Pergamo di Misia, centro dell’Asia Minore dove si credeva che fosse stata inventata. ... órdine domenicano domenicano, órdine Ordine religioso mendicante dei Frati predicatori (Ordo praedicatorum), fondato da s. Domenico di Guzmán (1215), dal cui nome deriva la denominazione di domenicano. Il primo nucleo fu un gruppo di chierici inviati in Linguadoca per la predicazione contro gli albigesi. L'domenicano, ... manoscritto Libro scritto a mano la cui forma più antica fu, nel mondo mediterraneo, il rotolo di papiro, usato dagli Egizi e poi adottato dai Greci e dai Romani; la scrittura era disposta nel senso della maggiore larghezza del rotolo in colonne uniformi scritte l’una accanto all’altra e il rotolo si leggeva svolgendolo ...
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