CATTA, Antonio
Nacque a Sennori (Sassari), l'8 febbr. 1857 da Giorgio e da Maria Agostina Frassetto. Studiò a Sassari dove si laureò in farmacia e poi in giurisprudenza. Da studente aderì al partito repubblicano, che aveva a Sassari e nei paesi circostanti un largo seguito presso la classe operaia e la borghesia intellettuale. Nel 1889 a Sorso, popoloso centro agricolo poco distante da Sassari, fondò - nel solco della tradizione mazziniana della locale Società di mutuo soccorso costituita nel 1857 - la Società operaia "Popolo sovrano". Gli scopi dell'associazione erano - oltre che sindacali e mutualistici - spiccatamente politici, tanto che in breve volgere di anni i dirigenti del "Popolo sovrano" giunsero alla conquista della maggioranza nel Consiglio comunale di Sorso. Già due anni dopo la fondazione, la società operaia guidata dal C. aveva acquisito un peso determinante nella realtà sociale di Sorso: basti dire che su una popolazione di circa 7.000 abitanti, ben 500 vi avevano aderito. E fu allora che sotto la guida del C. l'azione del movimento operaio sorsense assunse i caratteri della lotta di classe, di lotta fra piccoli proprietari terrieri e braccianti iscritti alla società da un lato e la grande borghesia agraria dall'altro. Nel 1892 il C. costituì un'organizzazione di resistenza dei contadini e dei braccianti anche a Sennori, suo paese d'origine poco distante da Sorso, estendendo così il tessuto organizzativo del nascente movimento contadino del Sassarese.
Il 1892 è anche l'anno di fondazione del P.S.I.: il C. vi aderì quasi subito, pur non rinnegando la sua matrice ideologica radical-repubblicana. Socialista riformista per tutto l'arco di tempo della sua milizia politica, mantenne stretti contatti con diversi esponenti della Sinistra parlamentare, come Cavallotti, Maffi e Morgari. Come sindaco del primo comune socialista della Sardegna, non sfuggì alle repressioni del 1898: il governo Pelloux sciolse il "Popolo sovrano" e destituì il C. dalla carica con la specifica accusa di aver "demeritato del suo ufficio per la continua propaganda che egli fa nel suo comune e nei centri più importanti della provincia di Sassari". La carica di consigliere provinciale era valsa a metterlo in contatto con i diversi nuclei socialisti del Sassarese. Fu in quegli anni, quando il movimento socialista sardo andava ancora organizzandosi, che la sua attività di dirigente politico e di organizzatore sindacale fu più intensa: dopo aver promosso la costituzione di numerose leghe operaie e contadine e fondato nel 1900 la Camera del lavoro di Sassari, diresse nei primi anni del secolo le lotte sindacali della classe operaia sassarese. Le prime candidature socialiste autonome nelle elezioni politiche e amministrative degli anni a cavallo del secolo furono sostenute vivacemente dai numeri unici e dai periodici La Voce del Popolo (1889), Risveglio operaio sardo e L'Aurora (1901-1902) finanziati e diretti dal Catta. Nel primo quinquennio del secolo la leadership socialista in Sardegna restò saldamente nelle mani dei riformisti (e nel Sassarese del C. e dei suoi collaboratori), fino ai grandi moti popolari del 1906 durante i quali i contadini e i pastori sardi assieme a larghi strati di proletariato urbano misero in discussione - anche se in maniera tumultuaria e spontaneistica - la politica del governo e delle forze che lo sostenevano. Ne seguì una grave crisi del movimento operaio e socialista sardo, risolta soltanto nel biennio 1907-1908 per il paziente lavoro del nucleo socialista sassarese, di cui il C. era un esponente di primo piano. A dare nuovo impulso al movimento fu soprattutto il periodico La Via, di cui il C. fu redattore, che fu per tre anni l'organo di stampa del P.S.I. sardo e allo stesso tempo della Camera del lavoro sassarese. Nel 1908 - a seguito di referendum fra le sezioni sarde - la direzione nazionale socialista nominò il C. fiduciario e propagandista ufficiale del partito per tutta l'isola. In questa veste la sua attenzione fu rivolta soprattutto all'Iglesiente dove era concentrato un forte nucleo di minatori. Con la ripresa organizzativa del partito e delle organizzazioni sindacali socialiste la direzione del movimento passò nel biennio 1910-1911 ai rivoluzionari. La svolta direzionale coincise col progressivo disimpegno politico del C., fino al definitivo distacco dal partito in seguito a contrasti personali con alcuni dirigenti sassaresi.
Il C. morì a Sassari il 24 febbr. 1914.
Fonti e Bibl.: Di utile consultazione risultano i periodici: La Sardegna (Sassari), 1882-1893; La Nuova Sardegna (Sassari), 1891-1914; i numeri unici Il 1ºMaggio (Cagliari), 1897 e 1898; Il 1º Maggio (Sassari), 1899 e 1900; La Voce del Popolo (Sassari), 1899; Risveglio operaio sardo (Sassari), 1901; L'Aurora (Sassari), 1901-1902; La Difesa della verità, due num. unici (Sassari), luglio-agosto 1902; La Via (Sassari), 1907-1909. Cfr. inoltre: O. Morgari, Lega di zappe, lega di cuori, in Avanti!, 24 giugno 1899; Id., Colpi dizappa in vario senso, ibid.,4 luglio 1899; Id., Sorso insegna, ibid., 12 luglio 1899; L. Nieddu, Appunti per una storia, del socialismo in Sardegna, in Ichnusa, 1956, n. 13, pp. 51-55; n. 15, pp. 84-90; 1957, n. 17, pp. 7983; n. 20, pp. 61-65; 1958, n. 27, pp. 54-59; 1962, n. 40-47, pp. 15-25; Id., A. C.,in Sorso e i sorsensi, Cagliari 1972, pp. 135-147; P. Sannas C. A.,in F. Andreucci-T. Detti, Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, I,Roma 1975, pp. 541 ss.; F. Manconi, Il PSI in Sardegna dalle origini alla grande guerra, in F. Manconi-G. Melis-G. Pisu, Storia dei partiti popolari in Sardegna 1890-1926, Roma 1977, ad Indicem.