CATTANEO, Antonio
Nacque il 1ºgenn. 1786 a Milano da Filippo e da Maria Bongiorni. È stata avanzata la attendibile supposizione che il C. fosse zio paterno di Carlo Cattaneo, che nella sua biblioteca avrebbe fatto le prime letture (Lacaita, p. XII). Esercitò per ventisette anni la professione del farmacista a Milano. Mentre svolgeva questa attività seguì gli studi di diritto e conseguì la laurea in giurisprudenza all'università di Pavia nel 1823; successivamente, presso il medesimo ateneo, ottenne anche la laurea in chimica (Cabiati, p. 77). Intensa fu la sua attività pubblicistica diretta a diffondere la conoscenza della scienza e dei suoi progressi, specie agronomici.
Pubblicò il primo articolo nel Giornale italiano del 3 ott. 1808; negli anni successivi collaborò alla Gazzetta di Milano, agli Annali di medicina e di chirurgia, agli Annali di tecnologia;tradusse opere scientifiche e tecniche dal francese, dall'inglese e dal tedesco. Nel 1823 promosse la pubblicazione del Giornale d'agricoltura, arti e commercio, cui seguì, in forma di supplemento, un secondo volume nel '24: esso trattava di scoperte, invenzioni, miglioramenti importanti nell'agricoltura, nell'industria manifatturiera e nel commercio, e di economia generale. Ancora nel 1824 cominciò a far uscire il Giornale di farmacia chimica e scienze accessorie, di cui curò la compilazione fino alla morte. Dal 1828 il periodico entrò a far parte delle testate gestite dalla Società degli Annali universali delle scienze e dell'industria, di cui era responsabile l'ex intendente dell'esercito italico F. Lampato e della quale era collaboratore Carlo Cattaneo. Nel 1834 il Giornale assunse il titolo di Biblioteca di farmacia fisica chimica - medicina e chirurgia iniziando la seconda serie che sopravvisse alla morte del fondatore.
Scrisse alcuni articoli di interesse agrario come Il latte e i suoiprodotti (Milano 1839); Istrumenti per l'agricoltura pratica (ibid. 1840) e Del tabacco (ibid. 1843). Diresse anche dei laboratori chimici e studiò la preparazione di prodotti come la farina ottenuta dalle patate, un procedimento probabilmente adottato in Irlanda per combattere le frequenti carestie. Tale metodo, descritto in Polvere alimentare preparata coi pomi di terra...(Milano 1841) fu premiato due volte dall'Istituto lombardo di scienze e lettere. Nel 1842 il C. iniziò la pubblicazione del nuovo periodico L'Economista. Giornale di agricoltura teorico-pratica diragioneria, amministrazione, tecnologia, commercio, ecc.,stampato dalla tipografia milanese del Manini e rivolto a interessi più vasti del Giornale di farmacia, che diresse fino alla fine del 1844, e per il quale scrisse molti articoli, dedicati ad argomenti di economia e tecnologia rurale, meteorologia, fisiologia vegetale, chimica applicata all'agricoltura, commercio, ed infine una rubrica di varietà.
L'Economista ebbe stretti legami con un'altra iniziativa di cui il C. fu partecipe: l'Istituto Cavenago d'istruzione di agricoltura teorico-pratica, di amministrazione, ragioneria, tecnologia, ecc., sorto a Milano, di cui fu direttore ed insegnante. Si trattò, molto probabilmente, di una delle prime iniziative private con solide strutture d'istruzione tecnica per la formazione di quadri intermedi e dirigenti nell'agricoltura, nell'industria e nel commercio. Alcune lezioni e prolusioni da lui tenute furono pubblicate in appendice al primo volume dell'Economista (I [1842], fasc. 2).
Significativi per la storia del pensiero del C. sono due scritti appartenenti agli ultimi anni della sua vita: Cenni su la vita diBeniamino Franklin (Milano 1842) e Cenni su la vita di G. Galilei (ibid. 1843).
Egli vi sottolineava il dovere dell'uomo di costruire la propria vita sulla base di una rigida morale; in politica esprimeva l'esigenza di garantire l'indipendenza ai popoli e la libertà ai cittadini, senza le quali non era possibile il progresso civile; giudicava che la scienza, infine, dovesse fondarsi sulla paziente ed equilibrata osservazione della natura ed essere intesa come disinteressata e autonoma ricerca della verità.
Nello scritto su Franklin distingueva il moralista che ha saputo offrire valide lezioni di filosofia pratica dal politico coraggioso e capace di destreggiarsi in mezzo alle difficoltà, dallo scienziato scrupoloso che con la osservazione della natura ha saputo individuare ed analizzare il verificarsi di certi fenomeni. Ma soprattutto va rilevato il fatto che il C. sottolineava il contributo dato da Franklin all'emancipazione del suo popolo: "nessuno più di lui seppe validamente contribuire a preparare l'emancipazione degli Stati Uniti d'America, ed a consolidarla". Un apprezzamento tanto più comprensibile se si ricorda come la formazione del C. fosse avvenuta in periodo napoleonico, e come egli avesse collaborato al Giornale italiano;ancora in un rapporto della polizia austriaca del 1834 si legge che, attorno al 1823, egli era stato sospettato di adesione "ai principi liberali",perché convenivano al suo laboratorio persone giudicate "per massime contrarie al nostro governo" (Lacaita, p. XVI n. 1).
Il C. morì a Milano il 2 marzo 1845.
Fonti e Bibl.: D. e G. Sacchi, Le arti e l'industria in Lombardia nel 1832, Milano 1833, p. 181; G. B. Cabiati, Cenni biografici intorno al dottor A. C.,in Biblioteca di farmacia, chimica..., XLI (1845), pp. 77-84 (con elenco delle opere); C. Poggiali, Il farmacista italiano che salvò l'Irlanda dalla fame, in La Lettura, XXXVI(1936), 4, pp. 344 ss.; K. R. Greenfield, Economia e liberalismo nel Risorgimento. Il movim. nazionale in Lombardia dal 1814 al 1848, Bari 1940, pp. 273-276. Sul C. biografo di Franklin un cenno in A. Pace, B. Franklin and Italy, Philadelphia 1958, pp. 178, 428. Cfr. inoltre P. L. Ghislemi, La coltivaz. e la tecnica agricola in Piemonte dal 1831 al 1861, Torino 1961, p. 105; C. Lacaita, Carlo Cattaneo. Scritti tecnici e scientifici, I, 1823-1848, Firenze 1969, pp. XII-XVI; J. C. Poggendorf, Biograph. literar. Handwörterbuch z. Gesch. der exacten Wissenschaften, I, coll. 397 s.