CAVERI, Antonio
Nacque a Genova il 2 apr. 1811 da Cesare, facoltoso commerciante di cereali, e da Emilia Curotto, appartenente ad una famiglia di banchieri. Il C. fu educato dal nonno materno Paolo Francesco Curotto, e mandato poi a compiere a Lucca gli studi regolari. Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Genova, si laureò nel 1832. Fu allievo e poi collaboratore nello studio legale dell'internazionalista Ludovico Casanova.
Nel 1839 fu nominato "professore colleggiato" alla cattedra di "principi razionali del diritto" presso la facoltà giuridica genovese, per divenire ordinario della stessa materia nel 1847. Nel 1851 passò, sempre nella facoltà genovese, ad insegnare storia del diritto, di cui rimase in seguito titolare. Nel contempo proseguì l'esercizio della professione legale divenendo uno dei più esperti commercialisti del foro genovese.
Più volte sollecitato ad assumere impegni politici e amministrativi, nel 1848 veniva eletto deputato al Parlamento subalpino per il collegio di Sestri Levante e contemporaneamente consigliere comumunale di Genova. Restò deputato per tre legislature assumendo importanti incarichi nell'ambito del Parlamento, quale, più rilevante, quella di relatore per il progetto di legge attinente l'unione di Venezia e delle sue province con gli Stati sardi. In questo incarico le difficoltà di unificazione legislativa, particolarmente acute per le differenze fra l'impostazione austriaca e quella piemontese nelle materie del diritto commerciale, trovarono in lui un abilissimo risolutore.
Nel 1849era anche stato delegato della municipalità genovese a Torino allo scopo di perorare un'amnistia per i responsabili della sollevazione di Genova di quello stesso anno. Restò consigliere comunale a Genova per ventidue anni e ricoprì varie ed importanti cariche amministrative, fra le quali quella di assessore alla Pubblica Istruzione dal 1850al 1863.In questo impegno egli profuse grande passione riuscendo a portare a termine notevoli realizzazioni, come l'ampliamento dell'istruzione elementare e popolare.
Dal marzo all'ottobre del 1863 fu anche assessore anziano, essendo sindaco di Genova il Gavotti, e quindi, per gli ultimi mesi del 1863 sindaco di Genova. Ricoprì, fra, le altre cariche pubbliche, anche quella di presidente del Consiglio provinciale di Genova. Fu inoltre rettore dell'università di Genova dal 10 nov. 1868 sino alla morte. Il 25 marzo 1860 era stato nominato senatore del regno. Anche in questa funzione ricoprì incarichi di rilievo quale quello di relatore della legge 27 nov. 1860 sui rapporti internazionali fra il governo sabaudo e le società commerciali autorizzate dal governo francese. Indubbiamente però il suo contributo più importante come senatore fu quello svolto, a partire dal 1865, nella qualità di presidente della commissione parlamentare incaricata della riforma del codice di commercio.
In questa occasione mise a frutto la sua grande esperienza di commercialista, riuscendo a mediare fra le opposte tendenze giuridiche rappresentate nel Parlamento, diretta conseguenza del particolarismo giuridico dei diversi Stati preunitari, ed a superare i contrasti fra le tendenze liberiste, che puntavano a una liberalizzazione più ampia possibile dei rapporti commerciali, e quelle più restrittive, che si ispiravano a prassi mercantiliste ed auspicavano ingerenza e controllo da parte dello Stato nella materia commerciale. Questi contrasti furono lucidamente messi in luce dal C., secondo il quale a "tre cause principalmente conviene ascrivere l'imperfezione del diritto commerciale, e queste sono: il carattere e la natura propria del diritto commerciale nelle presenti contingenze; le attuali contingenze del commercio medesimo; l'indole cosmopolita del diritto commerciale". Egli era così portato a concludere che "in tale stato di cose riesce impossibile di formare un codice commerciale che possa dirsi perfetto" (Aquarone, p. 69).
Va ricordato ancora che nella sua attività legislativa il C. collaborò anche alla formulazione della normativa sulla espropriazione per pubblica utilità. Ebbe pure interessi di erudito e di storico che si espressero anche nella sua partecipazione alle attività della Società ligure di storia patria, della quale fu anche presidente dal 1866alla morte.
Fra le sue opere vanno ricordate anzitutto la parte dedicata alla legislazione da lui scritta per la Guida di Genova e del Genovesato (Genova 1846).Pubblicò poi presso l'editore Mantelli una raccolta di sentenze commerciali (Alessandria 1850). Diresse dal 1860 il periodico La Giurisprudenza commerciale.
Il C. morì a Genova il 23 febbr. 1870.
Bibl.: G. Morro, Commemoraz. di A. C., in Atti della Soc. ligure di storia patria, n. s.,II (1870), pp. VII-XXVIII; G. Pozzoni, A. C. …, Genova 1870; A. Ponsiglioni, Commemoraz. dei professori di leggi C. Parodi e A. C., Genova 1889; A. Aquarone, L'unif. legislativa e i codici del 1865, Roma 1960, pp. 68 s.; Dizionario del Risorg. naz., ad vocem; T. Sarti, Irappresent. del Piemonte e d'Italia nelle tredici legislature del Regno, Roma 1880, ad vocem.