CAZZANIGA, Antonio
Nato a Cremona il 15 luglio 1885 da Fulvio e Angiolina Fieschi, si laureò in medicina nell'università di Firenze nel luglio 1910. Negli anni immediatamente successivi alla laurea poté formarsi una severa preparazione clinico-biologica frequentando prestigiosi istituti universitari: quello di patologia generale a Firenze, diretto da A. Lustig, nel 1910-11; la clinica medica di Modena nel 1911-12; le cliniche mediche di Vienna, diretta da C. von Noorden, nel 1912-13, e di Lipsia, diretta da A. Strúmpell, nel 1913-14. Nominato nel 194 assistente dell'istituto di medicina legale dell'università di Firenze, fu allievo di L. Borri, sotto la cui guida conseguì una formazione medico-giuridica che, nonostante un lungo impegno nel servizio militare in zona di guerra, gli valse la precoce chiamata all'insegnamento universitario: fu infatti professore ordinario nel 1922 a Messina e dal 1924 a Milano e professore incaricato Presso l'università cattolica del Sacro Cuore. Figura di spicco dell'ateneo e della facoltà medica milanese, che resse come preside dal 190 al 1950, fornì gli strumenti necessari per l'affermarsi del moderno indirizzo della medicina legale italiana. Nel 1936 fondò, di concerto con l'amministrazione comunale di Milano e con criteri tecnico-organizzativi ancora presi a modello, un istituto di medicina legale allora di avanguardia, utilizzato per un insegnamento al quale si dedicò ininterrottamente sino al 1955, dando vita anche a una fiorente scuola, alla quale si formò tra gli altri un maestro come G. M. Cattabeni.
Il suo contributo come studioso di medicina legale consta di oltre duecento pubblicazioni scientifiche che non trascurano alcuno dei settori della disciplina, sia dal punto di vista dottrinale sia applicativo. Fu tra i primi a fissare i termini, tuttora validi, dell'accertamento a sfondo necroscopico in tema di investimento da veicolo (Studio medico legale sopra le morti accidentali per investimento, in Archivio di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, XI, [1920], pp. 417-448, 544-599) e a puritualizzare sotto un profilo giuridico i rapporti medico-paziente e, più in generale, l'attività clinico-terapeutica, in una serie di oltre cento articoli pubblicati sulla Rassegna clinico-scientifica dal 1926 al 1935 e dal 1951 al 1957. Conserva ancora attualità il suo lavoro Le basi medico-legali per la stima del danno alla persona da delitto o quasidelitto, Milano 1928, nel quale fissò i criteri valutativi fondamentali per l'accertamento tecnico dell'incidenza degli effetti patologici di un "fatto illecito" sulla prospettiva di acquisizione di beni economici, considerata espressione del valore della persona. Quest'opera segnò il passaggio al risarcimento del danno alla persona non più affidato alla discrezionalità del giudice, ma fondato su dati ottenuti con ben definite modalità di accertamento tecnico e medico-legale, prassi che fu adottata per quasi mezzo secolo in sede giudiziaria e che conserva un valore fondamentale anche dopo l'inclusione, nel corso degli anni Settanta, della validità psicosomatica tra i coefficienti del valore della persona.
Il più rilevante contributo del C. alla disciplina medico-legale è rappresentato tuttavia dal suo impegno in un adattamento dei rilievo e delle interpretazioni dei dati clinici, anatomopatologici e di laboratorio alle esigenze di prova e argomentative connesse all'applicazione delle norme di diritto: i fondamenti teorici e l'impostazione metodologica di tale indirizzo scientifico furono delineati dal C. in alcuni scritti di notevole valore in cui sifissavano i criteri di massima per l'individuazione delle cause di fenomeni biologici, e patologici in particolare, giuridicamente rilevanti. Pubblicò inoltre: I problemi cronologici della medicina legale, Milano 1940; Criteriologia medico-forense, Pavia 1960 (relazione al XVI congresso della Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni), ove'illustrò i termini nei quali va esaminata e affrontata la problematica di fondo che è propria di ogni prestazione medico-legale sul terreno giudiziario.
Il C. dedicò rilevante attenzione alla storia della medicina, della quale istituì l'insegnamento presso l'università di Milano fin dalla sua nomina a preside di facoltà (1941). Il suo principale lavoro in questo campo è La grande crisi della medicina italiana nel primo Ottocento, Milano 1951 (ma già edito a puntate sul periodico Castalia), nel quale viene presa in esame l'influenza dell'opera dello scozzese J. Brown, introdotta nella cultura italiana dai medici P. Moscati e G. Rasori. Altri lavori sulla storia della medicina sono: F. G. Geromini e la medicina misontologipa, in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, VI (1924), pp. 193- 205; Un medico del Settecento propugnatore dell'orientamento professionale degli operai, ibid., VIII (1926), pp. 1-5, dedicato all'opera di A. Caccia.
Il C. morì a Milano il 19 sett. 1973.
Fonti e Bibl.: I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragender Ärzte der letzten fünfzig Jahre, I, München-Berlin 1962, p. 230; Annali dell'università di Milano, a.a. 1972-73, pp. 685-690.