CONSETTI, Antonio
Figlio del pittore Iacopo, detto Iacopino, e di Margarita Cozzi, nacque a Modena il 20febbr. 1686.
Prima fonte per la conoscenza dei Consetti è il Tiraboschi (1786).
Iacopo nacque nel 1651 a Modena dove morì il 15 dic. 1726. Fu autodidatta e poi allievo di Francesco Stringa. Nel 1682 compì un viaggio a Parma; nel 1709 fu nominato soprintendente della Galleria ducale; nel 1712 fu inviato a Genova ad acquistare quadri per la galleria.
Il Tiraboschi e la letteratura delle guide testimoniano una sua attività abbastanza vasta per confraternite e chiese di Modena. Sole sue opere attualmente reperibili sono la pala con l'Assunta nella chiesa Nuova o del Voto (già in S. Teresa) e, in S. Bartolomeo, i due quadri raffiguranti S. Francesco Saverio che predica agli infedeli e la Morte del santo, e gli affreschi delle navate laterali, eseguiti in collaborazione con Pellegrino Spaggiari di Reggio. Si tratta di opere di non facile lettura per lo stato di conservazione, che rivelano una personalità modesta, legata a moduli accademici. Suoi disegni si conservano agli Uffizi.
Il C. studiò a Bologna, dapprima presso Giangioseffo Dal Sole, poi con Donato Creti (nel 1705 era sicuramente presso quest'ultimo). Ritornato a Modena, nel 1720 successe allo Stringa come soprintendente della Galleria Estense; nel 1722 aprì nella sua abitazione un'accademia del nudo che nonostante la protezione del duca Rinaldo d'Este ebbe breve durata per mancanza di allievi. Nel 1729 fu nominato membro aggregato dell'Accademia Clementina di Bologna, segno che godeva di buona reputazione anche fuori della sua città. Nel 1733 fu invitato a Torino presso la corte sabauda, ma declinò l'invito non osando chiederne licenza al duca. Nel 1763 ottenne la nomina a principe di un'accademia di pittura aperta nel suo palazzo, la quale gli sopravvisse solo pochi anni, non essendo in grado di sostenere la concorrenza della vicina e celebre Accademia bolognese. Svolse anche un'intensa attività di restauratore per il comune.
Morì a Modena il 23 genn. 1766.
"Pittore diligente ed esatto singolarmente riguardo al disegno" (Tiraboschi), il C. rispecchiava il gusto aulico e conservatore della corte estense che lo incaricò di numerosi lavori oggi perduti, come la decorazione del palazzo ducale di Rivalta eseguita insieme con il bolognese Giovanni Zanardi nel 1722, o non più rintracciabili, come le copie dei dipinti del Correggio venduti insieme con i cento pezzi più belli della galleria nel 1745-46 ad Augusto III (Federico Augusto II elettore di Sassonia).
Dei lavori fatti per la corte si conserva solo il Ritratto di Rinaldo III d'Este con l'Ordine del Toson d'oro (Modena, Galleria Estense), recante a tergo la scritta "Antonio Consetti modenese 1733", manierosa immagine di etichetta, lontana dall'incisività dell'Autoritratto (Modena, Museo civico, con la scritta recante i suoi dati anagrafici), in cui l'eleganza della posa e le trasparenze della stesura cromatica derivate dal Dal Sole si fondono con l'acuta penetrazione psicologica del Crespi. Dubbia è invece (Roli Guidetti, 1971) l'attribuzione al C. del Ritratto del duca Francesco III (Modena, Galleria Estense).
Lavorò molto anche per le chiese e i confraternite modenesi. Ricordiamo nella cappella del collegio di S. Carlo, la Presentazionedella Vergine;nella chiesa di S. Domenico, quattro Storie del santo titolare a chiaroscuro, il Padiglione sostenuto daangeli affrescato nella cappella della Madonna dei Rosario; la pala con la Vergine e s. Domenico (nel convento); in S. Giorgio, la pala con il Sogno di Giuseppe (1751, già nella Confraternita di S. Giuseppe); in S. Giovanni Battista (già S. Michele), le pale con la Madonna e i ss. Giovanni Battista, Giuseppe, Nicolò da Bari, Vincenzo Ferrer e Filippo Neri e la Madonna adorata da s. Aniano con i ss. Crispino e Crispiniano (poco dopo il 1734). Ed ancora, le pale con la Vergine, il Bambino e santi nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a Reggio e in S. Bartolomeo, detto della Morte, a Finale Emilia (bozzetto nel Museo civico di Modena), quelle raffiguranti la Concezione nel duomo di Scandiano, il Salvator Mundi e santi (1844) in S. Nicolò e il S. Antonio nella chiesa omonima a Carpi. Nella Galleria Estense dì Modena sono attribuiti inoltre al C.: S. Giuseppe in gloria, la Madonna del Rosario col Bambino e s. Domenico, la Madonna col Cristo morto. Ma molte altre cose potranno essere reperite: il Tiraboschi ricorda suoi lavori anche fuori dello Stato estense, a Venezia, Bologna, Pistoia, Genova, Forlì, Trento e Vienna.
L'attività del C., ancora da studiare e da ricostruire cronologicamente, sembra essere costantemente improntata ad un garbato classicismo, ispirato ai modi del Dal Sole e del Creti, suoi maestri, quasi in parallelo al bolognese Graziani e al modenese Vellani. Fornì disegni all'incisore Francesco Maria Francia per il frontespizio del primo volume delle Antichità estensi del Muratori (1717) e per il Ritratto di Rinaldo d'Este (1725), a Pietro Monaco per il Ritratto di Francesco III e, fra il 1724e il '27, inviò anche "disegni di ritratti" e copie da disegni del Correggio (Campori 1855, 1866) a N. Vleughels, direttore dell'Accademia di Francia a Roma.
Molti suoi disegni sono conservati nella Biblioteca Poletti di Modena.
Fonti e Bibl.: Modena, Bibl. Estense, ms. R. 916: A. M. Lazzarelli, Pitture delle chiese di Modena (1714), cc. 219, 220 e passim (cc. 88, 91, 145 e passim per Iacopo); L. Crespi, Vite de' pitt. bolognesi, Roma 1769, pp. 289 s.; G. F. Pagani, Le pitture e sculture di Modena, Modena 1770, pp. 16, 24, 43 e passim (anche per Iacopo); R. Tiraboschi, Notizie de' Pittori e scultori... negli Stati del... duca di Modena, Modena 1786, pp. 180-183 (p. 183 per Iacopo); L. Lanzi, Storia pittor. della Italia, a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, p. 217; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 7, Parma 1821, p. 21 (p. 22 per Iacopo); F. Castellani Tarabini, Cenni stor. e descrittivi intorno alle pitture della Reale Galleria estense, Modena 1854, pp. 114, 120; A. Saetti, Mem. stor. e artistiche di tutte le chiese degli Stati estensi, Modena 1855, pp. 32, 46, 55; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati estensi, Modena 1855, pp. 174, 217, 321 e passim;G. F. Ferrari Moreni, Notizia di sei dipinti ad olio in piccola dimensione di A. C. Modenese, posseduti ora e descritti dal Conte Gio. Fr. Ferrari Moreni, in Opuscolireligiosi.. (Modena), IV (1858), pp. 413-27; G. Campori, Lett. artistica ined., Modena 1866, pp. 158 s., 162 e passim (p. 161 per Iacopo); A. Venturi, La R. Gall. Estense in Modena, Modena 1882, pp. 297, 302, 325 (pp. 297, 300 per lacopo); A. Crespellani, Guida al Museo civico di Modena..., Modena 1897, p. 39; L. Chellini-E. Pancaldi, Guida storico-artistica di Modena e dintorni. Modena 1926, pp. 25 s., 42 e passim (pp. 76, 199 s. per lacopo); R. Pallucchini, I dipinti della Galleria Estense di Modena, Roma 1945, pp. 75, 128 s. e passim;C. Roli Guidetti, Per la pittura del Settecento a Modena: Francesco Vellani, in Atti e mem. della Deputaz. di storia patria per le antiche provincie modenesi, s. 10, VI (1971), pp. 213 s.; G. Soli, Chiese di Modena, Modena 1974, I, pp. 146, 249, 270 e passim (pp. 14, 114 s. per lacopo); II, pp. 16, 46, 131 e passim (pp. 46, 83, 100 per Iac.); III, pp. 268, 270, 403 e passim (pp. 61, 321, 411 per lacopo); A. Leonelli, Guida di Modena, Modena 1976, pp. 68, 80, 155 (pp. 59 s., 162 per lacopo); A. Colombi Ferretti, La pittura nel Ducato Estense di Modena e Reggio Emilia, in L'arte dei Settecento emiliano. La pittura, Bologna 1979, p. 166; Mostra di opere restaurate... (catal.), Modena 1980, pp. 78 s.; Dipinti.. secc. XVI-XVIII (catal. mostra, Finale Emilia) pp. 47 ss.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 381 (anche per Iacopo).