CONTESTABILI (Contestabile), Antonio
Figlio del pontremolese dottor Ercole e di Angela Natali, figlia del quadraturista piacentino Francesco e sorella di Giovanni Battista, nacque a Piacenza il 26 luglio 1716. Dal nonno e dallo zio R C., rimasto a Piacenza fino al 1741 imparò l'arte della pittura di paesaggio; fu in giro per tre anni nell'Italia del Nord, lavorando, pare, nei teatri di Tortona e di Alessandria. Tornato a Piacenza nel 1746, in questo stesso anno lavorò ad affreschi (perduti) in S. Alessandro (con A. Alessandri) e in due cappelle di S. Eufen-da (con G. Permoli), nel 1751 in duomo e nel 1753 nella cappella dei battistero in S. Eufemia, sempre col Permoli: questi ultimi affreschi sono conservati. Nel 1754 si trasferì a Pontremoli (dove già nel 1750 il nonno cercava di procurargli lavoro) e vi sposò Caterina Albarini, da cui ebbe nel 1758 la figlia Francesca (madre del pittore Luigi Rebasti) e nel 1759 il figlio Niccolò. Qui si stabilì definitivamente, e dipinse non solo quadrature e paesaggi a fresco (presbiterio e coro di S. Cristina, sua parrocchia, 1761; due affleschi con rovine in casa Ferdani, 1762-63; alcova di casa Buglia, 1770), ma anche paesi su tela (fra le prime, le sei Rovine in casa Cheli, del 1754) e, nel 1769-70, sipario e sette mutazioni di scena nel teatro della Rosa.
Altre opere di cronologia non conosciuta ma importanti sono la decorazione dell'appartamento sul fiume di palazzo Dosi-Magnavacca, compresa la parete con finto scalone che vi introduce, quella di varie stanze in palazzo Negri (poi Corradi, poi Ceppellini) e nella villa omonima (non più esistenti), in palazzo Ruschi (già Pavesi), in casa Petrucci; nonché gli affreschi nell'oratorio di S. Geminiano e in S. Giacomo d'Altopascio: tutti nella scia della pittura prospettica dei Natali, di cui alleggerisce e illanguidisce la gamma cromatica ma conserva i modi. Gli è anz i attribuito un taccuino nell'Ashmolean Muscum di Oxford che reca il suo nome ed è un repertorio (dal titolo Volti, cioè soffitti) di architetture e scorci tipico dei Natali, e sarà piuttosto opera dello zio che del nipote perché i nomi di luoghi e i cognomi (evidentemente di committenti) che vi ricorrono si riferiscono piuttosto all'attività di Giovan Battista Natali.
Maggior personalità dimostrano invece le tele o gli affreschi che fingono quadri di rovine, frequenti in Pontremoli (casa Ferdani, casa Cortesini ora Lopez, casa Ricci Armani), e soprattutto il sipario del teatro, con una danza di fauni e ninfe che sarà un tema preferito del figlio Niccolò e del paesismo tardosettecentesco. Qui il C. si dimostra anche ottimo figurista, rendendo plausibile l'attribuzione tradizionale a lui di una delle pale d'altare dell'Oratorio della Madonna del Ponte (o Nostra Donna) raffigurante la Carità di s. Vincenzo de' Paoli e s. Zita, che peraltro non ha nessun appoggio documentario.
Al C. si deve anche la più antica Descrizione delle chiese e dei palazzi di Pontremoli, conservata a Lucca, Biblioteca governativa, ms. 3300 n. 4, in forma di lettera da Roma datata 19 agosto. Non ne è indicato l'anno, ma è da ritenersi posteriore al 1770 perché l'autore vi cita i propri scenari nel teatro della Rosa, e probabilmente contemporanea a due lettere sullo stesso argomento di V. Pavesi, conservate nello stesso ms. e datate 1775.
Morì a Pontremoli il 15 genn. 1790.
Fonti e Bibl.: L. Ambiveri, Gli artisti piacentini, cronaca ragionata, Piacenza 1879, p. 156; P. Bologna, Artisti e cose d'arte e di storia pontremolesi, Firenze 1898, pp. 10, 86-88, 99; Estate pontremolese (catal.). Pontremoli 1939, pp. V, 9 s.; N. ZucchiCostellini, Palazzi e case pontremolesi, Parma 1939, pp. 8 s.; M. Giuliani, Breve guida alie opere d'arte di Pontremoli, in Parma per la arte, II (1952), pp. III-IV dopo p. 152; K. T. Parker, Catal. of the Collection of Drawings in the Ashmolean Museum, II, Oxford 1956, pp. 494-497, n. 985; M. Giuliani, Pontremoli, Piccola guida stor. turistico artistica, Pontremoli 1960, p. 20; G. Fiori, Fu apprezzato amadraturista il pittore A. C., in Libertà (Piacenza), 21 marzo 1968; G. C. Dosi Delfini, L'Accad. e il teatro della Rosa..., in Arch. stor. per le prov. Parmensi, XXI (1969), pp. 67, 69; L. Bertocchi-G. C. Dosi Delfini, Lettere di pittori e scultori dei secoli XVII-XVIII, Pontremoli 1970, p. 100; G. Fiori, Doc. biogr. di pittori piacentini dalla fine '400 al '700, in Arch. stor. per le prov. parmensi, XXIV (1972), pp. 198 s.;R. Bossaglia-V. Bianchi-L. Bertocchi, Due secoli di Pittura barocca a Pontremoli, Genova 1974, pp. 25-28, 116-123, 148 s.; S. Cattadori, in Società e cultura nella Piacenza dei Settecento..., (catal.) 2, Piacenza 1979, p. 96; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 331; Diz. encicl. Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, III, Torino 1972, p. 421.