CORTONA, Antonio
Le notizie attinenti la vita del C. sono frammentarie e mancano del tutto documenti che lo riguardino direttamente; allo stato attuale delle ricerche non sono ancora state rinvenute sue composizioni. Il Fétis riporta come luogo e data di nascita Venezia 1680, ma sembra che questa indicazione sia da rivedere perlomeno nella prima parte: il presunto cognome infatti indica quasi certamente il luogo di nascita, ravvisabile nella città toscana.
Le prime prestazioni del C. avvengono come cantante: il Ricci ricorda Giovanni Antonio Archi, detto il Cortoncino, che canta a Bologna nel teatro Malvezzi la favola pastorale Lo scherno degli dei (1708). Ancora nel 1738 (quindi verso gli ultimi anni di vita del C.) il Riccoboni lo ricorda come grande cantante accanto a "Pasqualino", "Siface", "Matteuccio" e alla famosa Faustina Bordoni, parlandone al presente e dando ad intendere che il C. è ancora in vita. Nel 1709 il C. è attivo a Bologna, sempre al teatro Malvezzi, in qualità di compositore con l'opera L'enigma disciolto (libretto di G. B. Neri), il cui testo era già stato musicato dal Pollarolo: il notevole successo viene segnalato nella Continuazione settecentesca dell'Allacci e dalla Cronica manoscritta di Bellei, ma sembra che i confini dello Stato pontificio vengano varcati solo nel 1726, quando la stessa composizione viene presentata a Venezia sotto il titolo di Amor indovino. L'Eitner dice rappresentata anche la Marianna a Venezia e a Firenze nello stesso anno, mentre la partitura manoscritta di quest'opera risulta in possesso del non altrimenti noto Reichardt; attualmente non è rimasta però neppure una copia del libretto, tanto che l'attribuzione al C. è incerta. L'anno seguente è sicura la sua presenza a Venezia per l'Egeste, scritta in collaborazione con molti altri autori (tra cui l'immancabile Pollarolo) su testo di C. Pagani Cesa e rappresentata al teatro di S. Moisè.
Nello stesso anno la fama del C. varca le Alpi e raggiunge il Belgio con l'Amor indovino, rappresentato al Théatre Royal di Bruxelles. È opportuno ricordare che una compagnia italiana degli Uniti (da non confondersi con gli omonimi comici dell'arte) vanta, a detta del Wotquenne, una attività continua nell'Italia settentrionale alla fine del Seicento e in Belgio nel primo Settecento: tale compagnia, che lavoro spesso con opere di M. A. Ziani, M. A. Cesti e C. F. Pollarolo, potrebbe esser messa in relazione con il C., dal momento che provenivano dalla stessa città. L'Isnardon invece ricorda non solo il Farnace (libretto di A. M. Luchini) al Théátre de la Monnaie, sempre a Bruxelles, ma anche i nomi dell'intera compagnia (diretta dal Peruzzi), nella quale non figura però il Cortona. Nel 1728 infatti il compositore era, ancora a Bologna, dove veniva messo in scena ancora una volta l'Amor indovino, che compariva però sotto il titolo di Le vicende amorose. L'ultima traccia lasciata dal C. è la rappresentazione dell'Ezio (libretto di P. Metastasio) al teatro Filarmonico di Verona nella stagione di carnevale del 1740.Anche questa volta però si tratta di un pastiche con musiche del Pollarolo, che risulta così l'autore più saccheggiato dal Cortona; altre tre opere ricordate dal Monnikendam sono da attribuirsi ad un errore nell'interpretazione del testo dell'Isnardon, il quale riferisce poco chiaramente delle opere del C. e di altri compositori italiani nella stagione 1729 del Théátre de la Monnaie di Bruxelles. Sconosciuto è l'anno di morte del C., che sembra da porsi dopo il 1740, anno in cui il Riccoboni lo ricorda ancora in vita.
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. univers., ms. 3848: G. M. Bellei, Cronica o Diario …, c. 14v; L. Riccoboni, Réflexions historiques et critiques sur le differens théatres de l'Europe, Paris 1738, p. 48; Id., Réflexions histor. et critiques, Amsterdam 1740, p. 38; L. Allacci, Drammat. ... accresciuta e continuata [da G. Cendoni ecc.] fino all'anno 1755, Venezia 1755, coll. 61, 289; H. Riemann, Opern-Handbuch, Leipzig 1887-1893, pp. 17, 309; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secc. XVII e XVIII, Bologna 1888, pp. 402 s.; J. Isnardon, Le théátre de la Monnaie depuis sa fondation jusqu'à nos jours, Bruxelles 1890, p. 20; T. Wiel, Catal. delle op. in mus. rappr. nel sec. XVIII inVenezia, Venezia 1892, pp. 84, 88; A. Wotquenne, Catalogue de la Bibl. du Cons. Royal de Mus. deBruxelles, I, Libretti d'opéras et d'orátorios italiens, Bruxelles 1901, p. 148; G. C. Salvioli, Bibliogr. univ. del teatro drammatico italiano …, I, Venezia 1903, col. 221; C. Dassori, Opere eoperisti, diz. lirico univ., Genova 1903, p. 124; J. Towers, Dictionary-Catalogue of Operas andOperettas which have been performed on the publicStage, Morgantown 1910, pp. 39, 410, 734, 892, 979; 0. G. T. Sonneck, Catalogue of OperaLibrettos, Washington 1914, I, pp. gol 423, 465, 476; II, p. 1485; U. Sesini, Catalogo della biblioteca del lic. mus. di Bologna, Bologna 1943, p. 137; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodramm., Firenze 1954, I, p. 2778; A. Caselli, Catalogo delle opere liriche pubblicate in Italia, Firenze 1969, pp. 126 s., 520, 533, 739, 755; M. Monnikendam, Paesi Bassi, in Storia dell'opera, II, 2, Torino 1977, p. 55; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, p. 368; F. Clément-P. Larousse, Dictionnaire des Operas, Paris s. d. [1867-69], pp. 47, 706; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 377; Id., Suppl., p. 218; Enc. d. Spett., III, col. 1543; R. Eitner, QuellenLexicon der Musiker, III, p. 70.