D'ANDREA, Antonio
Nacque a Lecce il 23 luglio 1908 da Consolato e da Giuseppina Ciancio, napoletani: dopo una breve esperienza al ginnasio Palmieri di Lecce passò alla scuola artistico-industriale G. Pellegrino, nella stessa città, dedicandosi alla scultura e, con particolare entusiasmo, al ferro battuto. Allievo fra i più meritevoli, partecipò a diversi viaggi premio istituiti dal ministero della Pubblica Istruzione: a Monza, Milano, Firenze.
Contemporaneamente l'artista dava inizio alla sua attività espositiva, partecipando anche a vari concorsi: in una mostra indetta dalla scuola (1923) espose una Rosa in ferro battuto, che gli valse il primo premio. Licenziatosi nel 1925, il D. seguì il prof. W. Lodi, suo maestro, a Bologna, dove frequentò il liceo artistico, esercitandosi anche nella bottega d'arte del Lodi. Trasferitosi a Roma nel 1926, frequentò il Museo artistico-industriale sotto la guida di A. Gerardi, mentre seguiva le lezioni di scultura e disegno di A. Biagini. Il 1º genn. 1929 ebbe inizio la sua carriera di insegnante presso la cattedra di ferro battuto prima nella scuola artistica di Fuscaldo (Cosenza), quindi (1931) alla scuola artistica di Galatina (Lecce), a Bari (1951) e dal 1952 sino alla morte a Lecce.
Il D. fu artista precoce: già nel giugno 1927 partecipò ad un concorso per la migliore Lampada francescana, ottenendo il primo premio e il diploma di I grado. Più tardi la sua attività creativa si fece intensissima.
Sue opere furono esposte nel padiglione dell'artigianato di varie edizioni della Fiera del Levante di Bari; alla V Fiera (1933) di Francavilla Fontana (Brindisi); alla II Mostra dell'artigianato di Galatina (1933); alla Fiera di Tripoli (1934 e 1937);alla Fiera di Firenze (1934); a Lecce, alla I Mostra d'arte del Dopolavoro provinciale (1939),al Premio Lecce e alla Mostra d'arte salentina (1948);inoltre, nel 1951,alla Quadriennale d'arte di Roma. Tenne inoltre numerose personali a Lecce e in altri centri. Nel frattempo cresceva la sua notorietà e il suo prestigio: nel 1938, in occasione del I congresso eucaristico idruntino a Galatina, il comitato promotore donava al cardinale Ascalesi due candelieri e una croce scolpiti dal D.; nel 1941eseguiva per la villa del principe Orsini a Lecce un parafuoco in ferro battuto; dopo il 1945 restaurò la statua bronzea di S. Oronzo, collocata su una colonna nell'omonima piazza a Lecce; nel 1952,per conto del personale della sede brindisina dell'Acquedotto pugliese, eseguì una lastra in rame sbalzato raffigurante Il miracolo dell'acqua di s. Francesco, donata a Pio XII.
A Lecce il D. impiantò la sua prima bottega nell'atrio dell'istituto Garibaldi; in seguito si trasferì in via Monte Pasubio: qui convenivano numerosi artisti ed intellettuali, tra i quali erano Vittorio Pagano, Michele Massari, Aldo Calò, Vittorio Bodini, Lino Suppressa. Il D., inoltre, collaborò, nel 1930, alla rivista romana Arte italica e scrisse, sempre sull'arte del ferro battuto, anche numerosi articoli apparsi su quotidiani e periodici.
Tali scritti, insieme a un Diario e a una bibliografia sul D., sono conservati, anche quelli non stampati, presso il figlio Marcello, a Lecce. Si ricordano qui tra gli altri: Lavoratori del ferro... e ferrolavorato, in Arte italica, 15nov. 1930; Un grande battiferro, in La Gazzetta del Mezzogiorno, 23 sett. 1950;Diario di Mastr'Antonio, in L'Albero, 1952, 13-16, pp. 117-20.
Il D. morì nella città natale il 10 ott. 1955.
La produzione del D. è costituita da oggetti in ferro battuto e rame sbalzato (lampade, candelieri, cancellate, grate, porte e sopraporte, pannelli decorativi, torciere, vasi, cofanetti, specchiere, ecc.), in cui rielabora con grazia e leggerezza i motivi decorativi del barocco leccese legandoli, con stile personalissimo, agli arabeschi dell'artdéco. Numerosissime le opere dell'artista, sparse in chiese e palazzi soprattutto in Puglia, ma anche in musei e collezioni private in Italia e all'estero.
Fonti e Bibl.: M. Biancale, L'arte attuale di A. Gerardi, in L'Italia augusta, V (1927), 10, p. 30;B. L., Una sicura promessa: A. D., in Terra d'Otranto, II (1932), pp. 254 ss.; Medaglia d'oro allo scultore A. D., in Il Giornale del Popolo, Lecce, 25 sett. 1933; LaFiera del Levante, la Mostra di Galatina e gli artigiani dellaTerra d'Otranto, in L'Artista moderno, XXXIII (1933), pp. 361-64;R. D'A., Galatina, città d'avanguardia nell'artigianato di Terra d'Otranto, in Il Popolo di Roma, 24 luglio 1934;Lecce, Biblioteca provinciale, ms. 329: A. Foscarini, Artistisalentini [ante 1935],ff. 120 s.; Per la statua di s. Oronzo a Lecce, in Il Giornaled'Italia, 22 luglio 1937;N. D'Amato. Sensibilità di D.,in Vedetta mediterranea, 5 apr. 1943; V. P., Mostra di ferri d'arte di A. D., in Libera Voce, 4 luglio 1944; O. Macrì, I ferri artistici di A. D.,in L'Albero, 1952, 13-16, pp. 114 ss.; Candidati al Parlamento - A. D.,in Il Giornale d'Italia, 27 maggio 1953 (sipresentò nelle liste del P.R.I. senza successo); M. Tondo, Dieci anni dopo. D., il poeta del ferro battuto, in La Gazz. del Mezzogiorno, 10 ott. 1965; E. F. Accrocca, A. D.,Roma 1972.