ANTONIO da Cividale (Antonius de Civitato, anche A. de Civitate Austrie, A. de Cividal)
Sulla biografia di questo frate domenicano musicista si sa molto poco. Forse è da identificare con un "Antonius de Civitato", entrato nel 1392 nel convento di S. Domenico a Venezia, allora sotto la giurisdizione del beato Giovanni Dominici. Per spiegare la sua successiva permanenza a Firenze e i rapporti con Leonardo Dati - testimoniati dal mottetto O felix flos Florencia - Gaude felix Dominice - si potrebbe supporre che A. abbia seguito G. Dominici a Fiesole nel 1406 per fondarvi un convento che passò poi sotto la giurisdizione di L. Dati, allora priore a S. Maria Novella; il testo del mottetto citato potrebbe anche riferirsi all'elezione del Dati a generale dell'Ordine il 26 maggio 1414 (... pater Leonarde quem promovit gracia..., dopo aver detto figurativamente: exultet ordo predicatorum dum lux et norma morum nardus... vehitur). Pochi elementi ci sono offerti da altri suoi mottetti: O inclita persplendens è datato 1422; Strenua quem duxit - Gaudeat et tanti èun epitalamio per Giorgio Ordelaffi signore di Forlì (datato "8 di giugno 1423", data tuttavia che non può riferirsi all'avvenimento celebrato, poiché l'Ordelaffi morì il 25 genn. 1422); Sanctus itaque patriarcha Leuncius si riferisce, infine, ai luoghi di culto di questo santo, Brindisi e Trani.
La produzione musicale oggi nota di A. comprende cinque mottetti, tre brani di messe, cinque canti polifonici profani; in tutto tredici composizioni pervenuteci nei seguenti manoscritti: Bologna, Biblioteca musicale G. B. Martini, cod. (olim 37) Q 15: Gloria e Credo a tre voci; O felix flos Florencia - Gaude felix Dominice, Pie pater Dominice - O Petre martir - O Thoma lux e Sanctus itaque patriarcha Leuncius a quattro voci. Il Gloria, solo a due voci, e il Credo si trovano anche a Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, ms. mus. 3232a, il solo Gloria si trova anche nel ms. mus. 3224 della stessa biblioteca (però solo Contratenor) e a Strasburgo, Bibliothèque de la Ville, ms. M. 222 C. 22. Un Gloria a tre voci a Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 2216. A Oxford, Bodleian Library, Canon. Misc. 213: O inclita persplendens (Ad honorem Sancte Katerine, 1422, incompleto), Je suy si las venus pour tant atendre (virelai) a tre voci e Strenua quem duxit - Gaudeat et tanti ("8 di giugno 1423") a quattro voci. A Siena, Archivio di Stato, ms. L. V. 30: Io veggio (ballata) a tre voci. Nel codice Mancini (ms. frammentario a Lucca, Archivio di Stato e Perugia, Biblioteca Comunale): n. 16 Merçi pour Dieu e n. 17 Loingtemps j'ay mis mon cuer (con l'indicazione: 2ª pars) (rondeaux) a tre voci, n. 42 Vous soyes tres bien venus (rondeau) a quattro voci; il n. 17 si trova anche a Firenze, Biblioteca Nazionale, cod. Panciatichi 26.
Questo elenco è già di per sé indicativo dell'orientamento stilistico che si rileva dall'esame dell'opera di A. Egli vi palesa infatti una notevole influenza del gusto francese, con un'aderenza a tipi e forme antiquate rispetto alle date indicate. Questi caratteri sono evidenti nei mottetti, concepiti secondo il tipo instaurato da J. Ciconia, e nei brani profani prevalentemente su testo francese e dalla struttura a rondeau,allora in netto declino. In complesso, la figura di A. esprime in maniera fedele la situazione musicale dell'Italia settentrionale ai primi del '400, prima dell'avvento di Guillaume Dufay.
Bibl.: J. Quétif-J. Echard, Scriptores Ordinis Praedicatorum recensiti, I, Paris 1719, p. 755 b; J. Wolf, Geschichte der Mensuralnotation, Leipzig 1904 (vol. II n. 72 facsimile e vol. III n. 72 trascrizione del Gloria del ms. 2216 della Bibl. Univers. di Bologna); Ch. van den Borren, Polyphonia Sacra, Burnham 1932, pp. 186, 188; N. Pirrotta-E. Li Gotti, Il Codice di Lucca, in Musica Disciplina, IV(1950), pp. 119, 120, 132; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, col. 550-551; G. Reese, Music in the Renaissance, New York 1954, pp. 25, 28, 31.