ANTONIO da Pavia
Attivo a Mantova nel 1528 nel palazzo del Te, di questa attività non è tuttavia rimasta traccia riconoscibile. Sono firmate due pale d'altare: nel Museo di Mantova una Madonna in trono con Bambino e quattro santi;nella pinacoteca di Brera, a Milano i Santi Agostino, Giovanni Battista e Ivo (l'opera, proveniente dal S. Stefano di Novellara, è firmata e datata 1514). Inoltre, si può riconoscere come sua una Madonna con il Bambino e due Angeli della raccolta Barker, a Londra, firmata con la sigla "A. P". Altre opere gli sono attribuite, esistenti a Mantova e a Pavia. L'artista, con tutta evidenza, proviene dalla scuola muranese e gli addentellati più stretti del suo stile sono con quello di Andrea da Murano; non manca tuttavia su di lui un'influenza, forse successiva, del Mantegna, che imprime alla sua vena di tipo facile e popolare una certa nobile asciuttezza. Nella pala di Brera, il panneggio delle tre figure dominanti sembra riecheggiare, in senso provinciale, quello metallico del Mantegna e dei Ferraresi; notevoli per freschezza sono i piccoli inserti di paesaggio, che tradiscono, pur nell'arcaismo scolastico, una sensibile osservazione della natura padana; a questa sorta di naturalismo si adegua il colore, morbido e con buoni effetti atmosferici.
Bibl.: F. Malaguzzi Valeri, L'ordinamento e i nuovi acquisti della pinacoteca di Brera, in Emporium,XVII(1903), p. 34; D. S., A. da Pavia,in L'arte,XLV (1942), p. IV; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler II, p. 6 (con bibl.).