ANTONIO da Vercelli
Nato nei primi decenni del sec. XV a Balocco (Vercelli), è poco probabile che l'appellativo "de Baloco" voglia indicare il nome della famiglia, come asseriscono alcuni; poiché i religiosi, specialmente dell'Osservanza, non si denominarono quasi mai in tal modo. Deve aver avuto una buona formazione culturale, specialmente, giuridica, forse prima di farsi religioso. In data incerta entrò tra i frati minori osservanti nella provincia religiosa di Milano, della quale negli anni 1467-1469 fu superiore. In questo ufficio si adoperò per la diffusione dell'Ordine, iniziando o portando a termine la costruzione dei conventi di Varese, Treviglio, Monza e Pallanza. Ma la sua attività principale fu la predicazione, tanto da essere stimato uno degli oratori più insigni del suo tempo. In questa veste intervenne anche al Capitolo generale degli osservanti nel 1449. Le città se lo contendevano, ricorrendo non solo ai superiori dell'Ordine, ma ai cardinali e al papa, il quale non poche volte determinò dove A. dovesse esplicare il sacro ministero.
Predicò nei maggiori centri dell'italia centro-settentrionale, come Firenze (1449, 1464, 1467, 1476, 1478), Milano (1467, 1468, 1469, 1471), Roma (1467, 1480), Mantova (1467, 1472), Brescia (1470), Siena (1473), L'Aquila (1475), Parma (1478), Venezia (1481), Vercelli (1482); ma non disdegnò i centri minori: Orvieto (1460, 1461, 1474, 14833), Borgo Sansepolcro (1466), Monza (1467), Varese (1469), Assisi (1477-1478), Volterra (1478). In alcuni luoghi le sue prediche furono riprese dagli uditori e talvolta fu richiesto che le desse alle stampe, ciò che fece solo in piccola parte.
Si distinse particolarmente nel conciliare le diverse fazioni cittadine, come a Parma, a Orvieto, ecc.; è pure annoverato tra i propagatori dei Monti di Pietà. Fu benvoluto dal papa Sisto IV, dal quale ottenne alcuni privilegi. Degne di rilievo le sue relazioni con i Medici di Firenze, specialmente con Lorenzo il Magnifico.
Delle relazioni con lui è testimonianza il Memoriale che A. gli dedicò dopo il fallimento della congiura dei Pazzi; scritto che, negli schemi tradizionali del compianto per l'accaduto e per la morte di Giuliano e del gaudio per il pericolo scampato da Lorenzo, trova modo di indicare, attraverso la forma del suggerimento di prudenza, alcuni punti deboli dell'amministrazione medicea: spoliazioni, prevaricazioni, insensibilità al corrotto costume della società fiorentina. Più che al tipo, quindi, di epistola consolatoria, il Memoriale si avvicina al trattato di teoria politica.
A. morì a Orvieto il 22 sett. 1483 e fu sepolto nella chiesa di S. Francesco, dove ebbe culto e si affermò che operava miracoli; ha titolo di beato nell'Ordine francescano, che ancora non è stato riconosciuto dalla S. Sede.
Scritti editi: 1) Consegli della salute de peccatore, prima edizione senza indicazione di luogo, anno e tipografo, ma Italia 1470, Modena 1492; 2) Sermone de' dodici frutti della confessione, Parma 1479, Modena 1491; 3) Sermones quadragesimales de XII mirabilibus christiane fidei excellentiis, Venetiis 1492, 1505, Lione 1504: consta di 71 sermoni; 4) Tractatus de virtutibus, Lione 1504, Venezia 1505, Hagenau 1513; se ne indica dai bibliografi anche una edizione italiana; 5) Memoriale a Lorenzo de' Medici dopo la congiura dei Pazzi, edito in Archivum Francisc. Hist., XLIII (1950), pp. 388-410; 6) Tractatus de certitudine seu canonizatione ad aeternam vitam, ibid. XLVIII(1955), pp. 397-426; XLIX (1956), pp. 166-190; 7) Lettere: tre dirette a Lorenzo de' Medici, ibid., X(1917), pp. 591-595; una al duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, ibid., XXVIII (1935), p. 227; un'altra a Bianca Maria Visconti Sforza, edita da P.-M. Sevesi in Santa Maria della Misericordia in Melegnano, Melegnano 1932, pp. 14-16; una sesta indirizzata a Ludovico Gonzaga, marchese di Mantova, edita in Le Venezie Francescane, VI (1936), pp. 151-153.
Inediti: 1) Quadragesimale alterum de aeternis fructibus Spiritus Sancti, comprende 61 sermoni ed è stato illustrato in Archivum Francisc. Hist., XXXVI (1943), pp. 360-410; 2) Tractatus de praeservatione a recidivatione peccatorum; 3) Tractatus de visitatione fienda fratribus per praelatos; 4) Tractatus de felicitate seu de beatitudine; 5) Sermones de anima, de iustificatione, caritate, maleficio, perseverantia e Sermo de sequela Christi: Tanto questi sermoni, quanto altri sparsi in varie biblioteche, non sono ancora studiati, quindi non è possibile dire se siano estratti dalle opere sopra indicate, o composizioni originali di Antonio; 6) Expositio salutationis angelicae: vi è qualche dubbio se gli appartenga o se debba attribuirsi ad Antonio da Vercelli senior; 7) Oratio ad Dominum Ieswn Christum,pure di dubbia autenticità. È anche conservata una breve riproduzione delle prediche che fece a Firenze nel 1464.
Manca ancora uno studio completo su A. scrittore: se nelle prediche edite appare un po' sciatto, è molto più accurato nelle opere teologiche e canoniche. La sua eloquenza non è stata studiata; il sommario giudizio di A. Galletti (L'eloquenza dalle origini al XVI secolo, Milano 1938, pp. 159-161) è anche ingiusto, perché basato solo sulle prediche latine, mentre A. predicava in italiano. È certo che egli esercitò un influsso non indifferente sui predicatori contemporanei e posteriori, trovandosi spesso le sue prediche nelle varie raccolte di sermoni insieme con quelle di S. Bernardino da Siena, Roberto Caracciolo da Lecce, Michele Cateano di Milano. Un chiaro indice della diffusione di esse è il gran numero degli esemplari del suo quaresimale edito, che ancora si conservano in Italia e all'estero.
Bibl.: Gli studi migliori e più recenti sull'A. sono quelli premessi alle recenti edizioni o trattazioni dei suoi scritti, segnalati ai numeri 5-7 degli editi ed al numero 1 degli inediti. Indichiamo solo il seguente sfuggito ai detti autori: B. Bughetti, Assisi e casa Medici, in Studi Francescani, s. 3, X (1938), pp. 55-57; cfr. inoltre Archivum Francisc. Hist., Index generalis annorum I-L (1908-1957), Quaracchi 1960, p. 129.