DE BEATIS, Antonio
Canonico nativo di Molfetta (Bari), se ne ignora la data di nascita e morte. Fu segretario del cardinal Luigi d'Aragona e, al servizio di quest'ultimo, fece parte della scorta che, nel 1517, accompagnò il cardinale nel viaggio attraverso l'Europa centrosettentrionale e la Francia.
Durante la spedizione i suoi compiti erano: recitare l'officio divino, preparare la messa al monsignore, o celebrarla in sua vece, scrivere lettere per suo conto. Benché tali impegni lo tenessero molto occupato - anche di notte, come egli stesso dichiara - trovò comunque tempo di tenere un accurato diario di viaggio. Dal giorno della partenza da Ferrara, il 9 maggio 1517, fino al ritorno in questa Città, il 26 gennaio dell'anno successivo (il viaggio termina definitivamente a Roma il 16 marzo 1518), il D. annota scrupolosamente, e con ricchezza di particolari, tutto quanto la compagnia viene vedendo e facendo. La lingua da lui scelta per la stesura è il volgare, secondo la parlata pugliese, poiché ritiene di non sapersi esprimere in toscano né in latino aulico, il quale, per altro, non era a tutti comprensibile. Dell'origine di questo diario rende conto lo stesso autore in una lettera di presentazione dell'opera, scritta nel 1521, in cui afferma di aver seguito l'invito dello stesso cardinale, intenzionato a fornire ai suoi amici una piacevole e completa descrizione dei viaggio. Tra essi Antonio Seripando, cui è indirizzato uno degli esemplari pervenutici. Il D. terminò di trascrivere alcune di queste copie destinate agli amici nel 1521.
L'interesse suscitato dall'opera è vasto. Innanzi tutto essa riferisce di incontri con personaggi famosi: Carlo V a Middelburg, lacopo Fugger ad Augusta, Francesco I a Rouen, Leonardo da Vinci a Cloux, presso Amboise; offre interessanti notizie di storia dell'arte: per esempio sulle statue in costruzione presso Innsbruck ordinate dall'imperatore Massimiliano, sugli arazzi commissionati dal papa a Bruxelles e destinati alla cappella Sistina, sulla paia d'altare dei fratelli Hubert e jan van Eyck conservata nella cattedrale di Gand, sul cenacolo di S. Maria delle Grazie a Milano, dipinto dal Leonardo, e in genere su tutte le chiese delle città visitate. Soprattutto essa fornisce un ampio quadro dell'Europa centrale e settentrionale in una delle epoche più importanti della storia moderna. Animato da una curiosità - universale, attenta non solo agli aspetti più appariscenti, ma a tutte le caratteristiche di un popolo o di un paese, preoccupato di non tralasciare nulla, il D. fa della sua opera una importante fonte di informazione territoriale ed etnica distinguendola da ogni altro resoconto di viaggio. Il D. osserva e trascrive con zelo usi e costumi dei popoli visitati, dal modo di cucinare a quelli di vestire, dalle bevande alla struttura delle case, dalla bellezza femminile alla lingua, allo stato delle arti e delle lettere. Molto più scarse le notizie di carattere politico. Egli, inoltre, trascura volutamente di riportare leggende e racconti, poiché si fa scrupolo di essere veritiero, riferendo solo ciò che osserva direttamente o che deriva da fonte autorevole. Lo stile è piatto, spesso esclusivamente cronachistico, anche perché il D. si pone sempre in ombra e colloca in primo piano la figura del cardinale, e ancor più la varietà della natura. Probabilmente anche questo determina la ricchezza della sua descrizione, poiché il canonico, limitandosi a riportare fedelmente per iscritto questa varietà, lascia che il suo spirito di osservatore -talvolta di moralista - indugi su un gran numero di particolari. L'opera è stata pubblicata solo in questo secolo ad opera di L. von Pastor che ne ritrovò a Napoli tre esemplari manoscritti", risalenti al 1521: Die Reise des Kardinals Luigi d'Aragona durch DeutschIand, die Niederlande, Frankreich und Oberitalien 1517-1518, beschrieben von Antonio de Beatis. in Erlduterungen und Ergdnzungen zu Ianssens Geschichte des deutschen Volkes, a cura di L. von Pastor, Freiburg im Breisgau 1905, IV, 4, pp. 3, 6, 11-17, 19, 24-38, 90-180.
Bibl.: S. Volpicella, Viaggio del cardinal d'Aragona, in Arch. stor. per le Prov. nap., I (1876), pp. 106-117; T. de Wyzewa, Un touriste italien en France sous Francois ler, in Revue des deux mondes, 15 sett. 1908, pp. 457-468; G. Frizzoni, Leonardo da Vinci rammentato da un viaggiatore contemporaneo, in La Nuova Antologia, 16 dic. 1909, pp. 631-37; G. Suster, Relaz. di un viaggio fattosi attraverso il Trentino nel 1517. in Arch. trent., XXV (1910), pp. 149-153; R. Weiss, Jan van Eyck and the Italians, V, The Later Humanists, in Italian Studies, XII (1957), pp. 12 s.