DE BONI, Antonio
Nacque a Villabruna di Feltre (Belluno) nel 1739, da Bonifacio; dal matrimonio contratto con Bortola Martini (deceduta nel 1801) nacquero Sebastiano) Giacomo e Giovanni Luigi, che furono rutti artisti.
Da una lettera che il D. scrisse nell'anno 1808 all'abate Giannantonio Moschini (Niero, 1971) si apprendono precise informazioni sulla sua preparazione e attività di architetto. Vi affermava, infatti, di essere stato allievo di Francesco Maria Preti di Castelfranco: iniziò quindi a lavorare attorno al 1758.
A tutto il 1808 egli citava come sue solo tre chiese: "la grandiosa arcipretale di S. Giustina di Feltre, di figura quadrilunga, d'ordine corintio, con pilastri intemi e colonne esteme del diametro di piedi quattro veneti", risalente all'anno 1782; quella di Roana (Vicenza) "d'ordine ionico, ornata con colonne rotonde e pilastrì compositi la facciata: e l'una e l'altra senza piedistallo" (distrutta durante la prima guerra mondiale); infine quella di San Giorgio Perlena (Vicenza). Per quanto riguarda invece la chiesa parrocchiale di Pedavena (Belluno) è assai probabile che l'intervento deboniano si sia limitato alla ristrutturazione dell'edificio ove, tuttavia, si recuperano suoi stilemi.
Tra la fine dei sec. XVIII e l'inizio del secolo seguente va cronologicamente collocata l'esecuzione della villa Carenzoni a Telva di Feltre. "È molto interessante osservare come l'architettura dei De Boni, che in genere si dimostrava... legata con la tradizione palladiana..., affrontando il tema della costruzione civile, si liberi da ogni suggestione di tipo colto e di importazione. La villa dimostra al contrario una viva, ma assai personale attenzione agli schemi della casa padronale tradizionali della vallata" (Alpago Novello, 1968). Là cappellina di S. Francesco a Facen di Feltre, datata 1790, è da assegnarsi sicuramente a lui (ibid.). Qui il D. impiegò una soluzione con aggetti poco sentiti, usando delle lesene a sostegno del frontone anziché le plastiche semicolonne che si ritrovano, ad esempio, nell'arcipretale di Santa Giustina.
Al 1808 risale l'esecuzione della chiesa parrocchiale di Quero, progettata dal figlio Sebastiano; il lavoro - approvato dal Selva - manifesta comunque incertezze tra la fedeltà alla tradizione e le soluzioni neoclassiche (Biasuz, 1968). Dalla citata testimonianza epistolare si apprende, inoltre, che egli disegnò l'arcipretale di Cesio Maggiore (Belluno) e curò l'esecuzione della parrocchiale di Villabruna (progettata dal figlio Sebastiano). Riadattò inoltre diverse. chiese in territorio bellunese, vicentino, trevigiano (ad esempio, quella di Mussolente [Vicenza], terminata nel 1802 C.).
Le opere del D., non tutte qualitativamente allo stesso livello, certificano però una sicura esperienza architettonica che annovera ascendenze di gustotardobarocco e istanze di carattere neoclassico, preferibilmente mediate da testi neopalladiani di G. Selva.
Dopo una lunga infermità, il D. si spense a Villabruna il 24 marzo 1811 (Villabruna, Arch. parrocchiale, Registro dei morti, ad annum).
Fonti e Bibl.: G. Moschini, Della letter. venez. del sec. XVIII fino ai giorni nostri, IV,Venezia 1808, pp. 85 s.; A. Vecellio, I pittori feltrini, Feltre 1898, p. 322, A. l'effin, Storia di Feltre, Feltre 1944, p. 294; G. Biasuz, L'architetto S. De Boni, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, XXXVI (1965), p. 72; Id., Padre Giorgio da Feltre, ibid., XXXVII (1966), p. 76; R. Cevese, Il neopalladianesimo nell'archit. religiosa vicentina dell'800. La parrocchiale di Montorso, in Vicenza economica, XXII (1967), pp. 221 s.; G. Biasuz, Tre architetti feltrini neoclassici: A., Sebastiano e Luigi De Boni, in Archivio storico di Belluno, Feltre e Cadore, XXXIX (1968), pp. 149 s.; A.Alpago Novello, Ville della provincia di Belluno, Milano 1968, pp. 30 s.; A. De Boni, Note anagraf. sugli archit. De Boni, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, XI, (1969), p. 151; Quero e la sua storia il suo ambiente e la sua gente, Bologna 1971, p. 27; A.Niero, Precisazioni sui De Bonì architetti feltrini, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, XLII (1971), pp. 41 s. - [R. Cevese], Palladio e la sua eredità nel mondo, Milano 1980, pp.. 30 s.; A. De Boni, Il "contratto, per la arcipretale di Cesio Maggiore, in Arch. stor. di Belluno, Feltre e Cadore, LVII (1986), pp. 107 s.