SALAZAR, Antonio de Oliveira
Uomo politico portoghese. Nato a Santa Comba Dão (Coimbra) il 28 aprile 1889, professore di scienze economiche nell'università di Coimbra fin dal 1916, per la prima volta fu chlamato al Ministero delle finanze nel 1926. Abbandonò il potere alcuni giorni dopo, in seguito ad uno dei numerosi movimenti di assestamento della situazione interna del Portogallo. Di nuovo chiamato al portafoglio delle Finanze, lo ha tenuto consecutivamente dal 27 aprile 1928 fino ai giorni nostri. Ministro ad interim delle Colonie nel 1930, pubblicò in questo periodo la legge di natura costituzionale che definisce i principî fondamentali della politica e dell'economia coloniale.
I suoi principî in materia sono semplici e costruttivi: egli vuole una buona amministrazione, ed esige a tal fine che i migliori elementi della metropoli debbano essere scelti per gli uffici civili e militari delle colonie. La finanza deve essere sana, i bilanci sinceri e in equilibrio: "una volta equilibrato il bilancio, consolidato il credito dello stato, il problema è automaticamente risolto". Le colonie cioè, e specialmente la maggiore Angola, sono nelle migliori condizioni per ottenere dall'estero i crediti necessarî allo sviluppo della loro economia pubblica e privata. Infine i Portoghesi devono educarsi "a riguardare l'Angola come un Portogallo più grande", a recarsi, egli dice, nelle loro colonie come se non uscissero di casa loro, come se non andassero all'estero.
Nel 1930 S., allo scopo di diffondere le sue idee rinnovatrici nel paese, e per dare a questo una solida impalcatura politica, fonda l'organizzazione civile chiamata Unione Nazionale. Finalmente il 5 luglio del 1932 il generale Carmona, presidente della repubblica, con decisione saggia e tempestiva lo chiamò alla presidenza del consiglio. Col plebiscito del 1933 fu sottomessa al voto del paese la nuova costituzione politica della Repubblica Portoghese, unitaria e corporativa, con la quale si è eletta nel 1934 un'Assemblea nazionale e si è costituita una Camera corporativa. Il S., il 18 gennaio 1936, assunse l'interim del Ministero della guerra, e infine il 6 novembre dello stesso anno l'interim degli Affari Esteri. Il programma del S. rimase sempre quello abbozzato nel suo discorso del 30 giugno 1928, considerato come la "Carta" del nuovo stato. Il quale è concepito come stato nazionale e corporativo che presenta notevoli affinità con il modello fascista.
Il liberalismo politico che creò il cittadino è in crisi; il male, afferma il S., ha investito tutta Europa che appare convulsa e disquilibrata; il rimedio è offerto solo dalle idee e dalla pratica dei regimi autoritarî che mettono "il potere in posizione di prestigio e di forza contro l'invasione del disordine". Il Portogallo per salvarsi deve riconoscere allo stato e quindi al potere esecutivo, indipendentemente dal parlamento, il diritto di promuovere, di armonizzare tutte le attività nazionali, "di assicurare l'ordine e la pubblica autorità, di rispettare e far rispettare le leggi". Lo stato non è solo espressione giuridica sovrana, ma è somma di valori sociali, corporativi, economici, civili, morali e culturali, e tutti questi valori devono operare direttamente nella costituzione degli organi sovrani dello stato. L'organismo economico pubblico e privato deve essere subordinato alla grandezza politica e morale del paese, tutte le competizioni e le lotte sociali devono essere sottomesse "alla necessità e agli interessi superiori della nazione". Il S. nel suo discorso del 6 luglio del 1937, dopo l'attentato, fece le attese dichiarazioni di politica estera: il Portogallo rimane nel solco della tradizionale amicizia con l'Inghilterra, ma vi rimane con più vigoroso senso di dignità e di autonomia, fino a consentirsi in determinate contingenze un atteggiamento diverso dal grande alleato, come nel caso della guerra di Spagna. Quanto alla politica ecclesiastica, con S. ha avuto termine la laicizzazione metodica iniziata in Portogallo il 1910; e le relazioni con la Santa Sede sono divenute ottime. La costituzione del 1933 infatti, riconosce alla Chiesa la personalità giuridica e concede libertà di azione alle organizzazioni costituite dalla legittima autorità ecclesiastica (così, per es., sono ora abrogate le celebri leggi del Pombal contro la Compagnia di Gesù, che nel 1910 erano state rimesse in vigore). È stato pure ripristinato l'insegnamento religioso cattolico nelle scuole tanto nella metropoli, quanto nelle colonie, nelle quali l'Atto Coloniale favorisce l'evangelizzazione degli indigeni, protegge e largamente sussidia le istituzioni missionarie cattoliche.
Bibl.: A. Ferro, S. Le Portugal et son chef, Parigi 1934.