ANTONIO degli Organi
Antonio Squarcialupi, detto degli Organi, fu un celebre virtuoso d'organo del sec. XV. È probabile che anche scrivesse musica, ma non ci è pervenuto di lui neppure un frammento. Visse in Siena a mezzo il secolo, verso il 1467 passò in Firenze, alla corte dei Medici, e fu organista in S. Maria del Fiore. I contemporanei ebbero per lui una non comune ammirazione; illustri scrittori del suo tempo, fra i quali Lorenzo dei Medici, Marsilio Ficino e Angelo Poliziano, fecero a gara nel tessergli l'elogio funebre. Il Poliziano così scrisse, tra l'altro, riferendosi a lui:
Quae non diverso gens huc properabat ab orbe,
ut biberet dulcem carminis aure sonum?
In S. Maria del Fiore fu apposto al suo busto, opera di Benedetto da Maiano, la lapide sepolcrale dettata da Lorenzo il Magnifico, che gli dedicò, in memoria, anche il sonetto "Farete insieme, o Musici, lamento. Sopra il vivo immortale hoggi sepolto".
Dallo Squarcialupi venne il nome al Codice Pal. n. 87, conservato nella Biblioteca Laurenziana di Firenze, prima appartenente a lui, poi venuto in possesso d'un suo nipote e in seguito offerto in dono a Giuliano dei Medici.