DEL FANTE, Antonio
Nato a Roma intorno al 1770, questo musicista lasciò di sé pochissime tracce biografiche, tra le quali si evidenzia il suo servizio presso la basilica romana di S. Maria Maggiore. Negli atti capitolari della chiesa relativi alla riunione dei canonici del 12 genn. 1817 si legge: "Fatta la proposizione che si debba rimpiazzare il maestro di cappella tutt'ora vacante... venne nominato ed eletto il maestro Antonio Del Fante con l'appuntamento di mensili scudi 6 da cominciare a decorrere con il prossimo febbraio...". Il D. però doveva aver già ricoperto tale carica in altro centro musicale in quanto sul libretto dell'opera Tito in Langres, datato 1813, il suo nome viene seguito dalla qualifica di maestro di cappella romano.
Si cimentò giovanissimo nel teatro, musicando un duetto da inserire in Gli artigiani di P. Anfossi che fu rappresentato la prima volta nel 1789. Dal Diario ordinario (Diario di Roma) del 15 genn. 1791 si ha notizia che "al Teatro della Pace andò in scena Il selvaggio della Sonda con gli intermezzi Il ripiego deluso o sia L'amor fra perigli posti in note dal sig. Del Fante". A. Cametti, pur citando la stessa fonte, dà il titolo dell'intermezzo all'intera opera ed aggiunge che "scritta in dieci giorni era caduta del tutto" (p. 48). Nella primavera del 1798 fu rappresentata al teatro Valle la sua farsa in due atti Il geloso immaginario, su libretto di ignoto, a cui seguì La clemenza di Tito, due atti di G. Rossi, il 26 dic. 1802 al teatro degli Immobili di Firenze: "una bellissima opera seria" fu il perentorio giudizio di U. Marini (p. 139).
Ultimo impegno teatrale del D. fu il dramma in due atti Tito in Langres, andato in scena, al teatro Argentina di Roma, il 4 genn. 1813 (o il 26 dic. 1812), malgrado lo scempio operato dalla censura che aveva individuato nel testo di I. Ferretti malevole allusioni alla persona di Napoleone. Il D. si era fatto prendere la mano dal suo estro compositivo ed ottenne per risultato "una musica così prolissa da obbligare il pubblico ad uscire dal teatro tre ore e mezzo dopo la mezzanotte" (Monaldi, p. 127). Il D. compose inoltre gli oratori Il sacrificio di Seila (citato soltanto nel Dizionario di La Musica, che lo data 1794); La morte di Sisara di G. B. Rasi (eseguito il 25 marzo 1820 all'oratorio dei filippini) e La morte di Adamo di G. F. Fattiboni (mai rappresentato).
I lavori di maggior impegno del D. hanno seguito la sorte della collezione dell'abate F. Santini, della quale erano venuti a far parte, e si trovano oggi nell'archivio del seminario vescovile di Münster.
Fanno parte di questo fondo musicale le opere del D.: Messa (Kyrie e Gloria) a 3 soli e 4 di ripieno con corno, oboe, fagotto, violino e viola (Sant. Hs. 1356); Messa a 2 cori e 4 di concerto, 4 voci primo coro e 4 secondo coro con violoncello, contrabbasso e b. c. (Sant. Hs. 1357); Messa da potersi eseguire con 2 tenori, e basso o pure a tenore solo e basso con o senza organo (Sant. Hs. 1358); Messa a 4 concertato con 4 voci di ripieno e tromba, corno, oboe, fagotto, flauto, violino, viola e basso continuo (Sant. Hs. 1360); Confitebor a 3 di concerto e 3 di ripieno con tromba, corno, oboe, flauto, fagotto, violino, viola e basso continuo (Sant. Hs. 1361); Confitebor tibi a tenore solo e 4 di ripieno con tromba, corno, flauto, oboe, clarini, fagotto, trombone, violino, viola e basso continuo (Sant. Hs. 1362); Domine ad adiuvandum a 4 concertato con corno, tromba, oboe, flauto, fagotto, violino, viola e basso continuo (Sant. Hs. 1363); Laudate pueri Dominum a 3 di concerto e 4 di ripieno con tromba, corno, oboe, fagotto, violino, viola e basso continuo (Sant. Hs. 1364); Ecce sacerdos magnus a 4 voci e 4 strumenti (Sant. Hs. 1365); Tantum ergo, a 3 voci e pianoforte (Sant. Hs. 4283); La morte di Adamo, oratorio a 4 voci di concerto e basso continuo con fagotto, corno, oboe, violino, viola (Sant. Hs. 1480); Il ritorno di Clori, cantata per soprano e tenore con cori e pianoforte, Op. 6 (Sant. Dr. 220).
Nell'Archivio musicale dell'Oratorio della Chiesa Nuova di Roma si trova l'oratorio La morte di Sisara, con partitura trascritta nel 1829 con 14 parti vocali con violino I principale, violino I, violino II, viola, contrabasso, clarini, flauto, fagotto, corno I, corno II, tromba I, tromba II, trombone (F. 11. 3.a). Nello stesso luogo è conservato il mottetto Beati qui abitant in domo a tre tenori con organo obbligato (L. I. 46.). Alla basilica di S. Maria Maggiore il D. ha lasciato: Messa a 3 concertata Canto, Tenore e basso con organo; Laetatus sum: prima parte a quattro voci con violoncello e organo, seconda parte a tre voci con organo; In te Domine speravi a contralto solo con pieni; Nunc dimittis servum tuum Domine a canto solo con pieni; Passio a 2 Tenori e Basso; Pange lingua a 3, 2 Tenori e Basso. Questi lavori, insieme con altre quaranta brevi composizioni del D., comprendenti mottetti, antifone, graduali ed offertori, sono conservati alla rinfusa nelle buste Del Fante I e Vari VI Del Fante II, nell'Archivio Liberiano di S. Maria Maggiore custodito nella Bibl. Apostolica Vaticana.
Una approfondita analisi dell'opera del compositore è fornita da F. S. Kandler nel suo studio critico Sur l'état actuel de la musique à Rome, apparso in due lunghi articoli sulla Revue musicale del 1828. Il Kandler durante il suo soggiorno romano deve aver sicuramente frequentato il D., che considera un autentico artista, di grande cultura e nello stesso tempo uomo di mondo. "Trop souvent aussi, pour obtenir la faveur du public, il sacrifia trop a la mode. L'idée dominante qui le guidait était celle de joindre au style sévère et vigoureux des anciens l'élègance des modernes...". Lo studio di Kandler, dopo aver spiegato l'insuccesso del metodo adottato dal D., conclude amaramente: "Si le zèle que montraient, en faveur de ses grandes compositions, des panégyristes aveugles, avait été plus judicieux et accompagné de plus de prudence, del Fante n'aurait pas suivi si souvent la routine ordinaire et prosaïque, qui lui enleva presque toute sa réputation".
Il D. morì, "ai servizi della basilica", sul finire del marzo 1822 a Roma (Baini).
Fonti e Bibl.: Roma, Ist. stor. germ., Kat. Münster, Diozesan-Bibl. Sammlung Santini (datt.), pp. 116 s.; Opere dramm. del conte Gio. Francesco Fattiboni, Cesena 1777, pp. 129, 157; Diario ordinario (Cracas), 15 genn. 1791, p. 19; Bibl. teatrale o sia Raccolta di scenici componimenti, I, Roma 1815, p. 37; F. S.Kandler, Sur l'état actuel de la musique à Rome, in Revue musicale (Paris), III (1828), p. 77; G.Baini, Memorie critiche della vita e delle opere di Gio. Pierluigi da Palestrina, I, Roma 1828, p. 376; A. Cametti, Appunti e notizie sopra Iacopo Ferretti e i musicisti del suo tempo, Milano 1897-98, pp. 48 s.; J. Killing, Kirchen musikal. Schätze der Bibliothek des Abbate Fortunato Santini, Düsseldorf 1910, pp. 488 s.; U. Marini, La R. Accademia degli Immobili ed il suo teatro "La Pergola", Pisa 1926, p. 139; G. Monaldi, I teatri di Roma negli ultimi tre secoli, Napoli 1928, p. 127; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 303; A. Bertini, Inventario del Fondo musicale dell'Oratorio, I, Roma 1968, p. 36; M. Rinaldi, Due secoli di musica al teatro Argentina, I, Firenze 1978, pp. 452 s.; F.-J.-Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 181; Suppl., I, p. 251; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Suppl., p. 247; R. Eitner, Quellen Lex. der Musiker, III, p. 167; La Musica. Diz., I, p. 503.