DENTIS, Antonio
Nacque probabilmente a Torino, in data imprecisata, ma collocabile nell'ultimo ventennio del XVI secolo, da cospicua famiglia originaria di Caramagna. È indicato da talune fonti come figlio, da altre come nipote per parte di fratello di Rolando Dentis, consigliere e segretario ordinario di Stato e Finanze. primo segretario delle Insinuazioni (patenti 13 maggio 1610), nobilitato con concessione d'arma il 3 febbr. 1614.
Compì studi giuridici, conseguendo il dottorato. Fu membro del Collegio di leggi torinese. L'11 sett. 1611 venne nominato avvocato fiscale patrimoniale di, qua dai monti, incarico che lo poneva tra il personale componente il Senato di Piemonte. Creato quindi senatore il 6 giugno 1620, nel 1623 fu inviato da Carlo Emanuele I presso il governatore di Milano, Gómez; Suárez de Figueroa, duca di Feria, quale latore di una serie di rimostranze contro pretesi soprusi perpetrati dal principe di Masserano nei confronti dei suoi stessi sudditi.
Tale intervento nei confronti di un vassallo della S. Sede, i cui territori, incuneati entro gli Stati sabaudi, erano oggetto delle mire espansionistiche del duca di Savoia, appare funzionale a un possibile tentativo di annessione. In tale occasione il D. ebbe pure il delicato compito di negoziare il passaggio, attraverso il Milanese, di truppe assoldate a Modena, per conto del duca di Savoia, dal marchese di Lanzo e destinate a controbilanciare i contingenti fatti affluire nel Monferrato da Ferdinando Gonzaga.
Dopo la morte di Carlo Emanuele I (24 luglio 1630) il ruolo politico del D. nell'ambito della corte pare perdere progressivamente importanza, mentre viene assumendo rilievo la sua presenza all'interno delle istituzioni cittadine.
Tale attività in seno alle magistrature comunali torinesi, che si estenderà nell'arCo di un trentennio, coincide per gran parte con gli anni oscuri della reggenza di Cristina di Francia, segnati dalla guerra civile e dalla pesante ingerenza francese nella politica interna del Ducato. In una Torino già decirnata dalla pestilenza del 1630, capitale contesa e occupata, dopo l'assedio del 1640, da una guarnigione francese, il ruolo del D. è delineato da una serie di episodi che lo vedono impegnato nella difesa degli interessi della città di fronte alle pressanti richieste di sussidi finanziari straordinari avanzate dalla reggente e dal governatore francese e che ne attestano nel contempo la posizione di moderatore nello scontro tra le opposte fazioni politiche dei principisti e dei madamisti.
Chiamato a far parte del corpo decurionale torinese il 29 sett. 1639, esercitò ininterrottamente tale carica sino al 1667. Sindaco di Torino insieme ad Aleramo Losa, dal 29 sett. 1640 al 29 sett. 1641, fu nuovamente eletto a tale incarico per gli anni 1647-1648 e 1652-1653, avendo rispettivamente quali cosindaci Alessandro Vignati di San Gillio e Lorenzo Guerrillo. Il 29 sett. 1647 venne designato rettore dell'ospedale di S. Giovanni Battista e della città di Torino. Mastro di ragione nel 1654, fu prescelto quale ragioniere del Comune per il 1655 e riconfermato in tale ufficio anche per l'anno seguente. Vicario di Torino dal 1657 al 1658, venne infine eletto chiavario il 29 sett. 1666.
Il 19 sett. 1623 aveva sposato Bernardina, figlia del protomedico e archiatra ducale Giacomo Francesco Fiocchetto, conte di Bussolino. Da tale unione nacquero Gianfrancesco, Ippolita Maria, futura moglie dell'architetto Amedeo di Castellamonte, e Ascanio.
Il D. morì a Torino tra il gennaio e l'aprile del 1667. I verbali delle sedute del Consiglio cittadino ne attestano infatti la presenza in seno a quest'ultimo a tutto il 31 dic. 1666, mentre nell'adunanza del 17 apr. 1667 il Consiglio stesso procedeva alla nomina di un nuovo rettore dell'Ospedale di S. Giovanni Battista "attesa la morte del signor Antonio Dentis rettore già deputato".
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Arch. di Corte, Materie politiche, Negoziazioni con la Spagna, m. 3, n. 22; Ibid., Lettere di particolari, Dm. II; Ibid., Real Casa, Tutele e reggenze, m. 4, n.49; Ibid., Arch. Camerale, Patenti controllo Finanze, regg. 1611 in 1612, ff. 155, 213; 1619 in 1620, f.120; 1624, vol. 2, f.90; 1638, vol. I, f. 136; 1653, f. 92; Torino, Arch. storico comunale, Ordinati, 1639-1667; Ibid., Bibl. nazionale, A. Manno, Ilpatriziato subalpino, VIII (datt.), p. 74; [P. G. Galli della Loggia], Cariche del Piemonte, I, Torino 1798, p. 651; G. Ciaretta, Storia della reggenza di Cristina di Francia duchessa di Savoia, Torino 1868-69, I, pp. 438, 720 ss.; II, pp. 7, 511; III, pp. 276 s.; Id., Il Municipio torinese ai tempi della pestilenza del 1630 e della reggenza di Cristina di Francia duchessa di Savoia, Torino 1869, pp. 154, 168, 178, 194, 207, 242-248; Id., Storia del regno e dei tempi di Carlo Emanuele II, II, Genova 1878, pp. 147, 160, 185, 206; C. Dionisotti, Storia della magistratura piemontese, II, Torino 1881, p. 321.