ANTONIO di Vincenzo.
Architetto bolognese, nato probabilmente intorno al 1350 (Orioli, 1892), attivo nella seconda metà del 14° secolo. La prima notizia documentata che lo riguarda risale al 1382, quando il comune di Bologna gli affidò l'incarico di svolgere lavori nel contado bolognese. I suoi interventi fino al 1390 furono relativi soprattutto a costruzioni di edifici civili e di strutture difensive: nel 1383 ricevette un pagamento per la costruzione della rocca di Cento e nello stesso anno lavorò per la porta Saragozza di Bologna. Nell'anno successivo (1384) costruì un tratto di mura della città, precisamente da porta S. Mamolo a porta del Pradello e, insieme con Lorenzo da Bagnomarino, la loggia della Mercanzia. Nel 1385 lo si trova impegnato nella fortificazione di castelli del contado bolognese e dell'Imolese. Nel 1386 fu chiamato alla costruzione della 'bastia di S. Procolo', presso Faenza. Ancora nel 1386 lavorò nel palazzo bolognese di re Enzo, nella Camera degli Atti. Nel 1387-1388 fu impegnato ancora nella costruzione della rocca di Cento e, successivamente, nella sistemazione del recinto di muro intorno alla rocca di San Giovanni in Persiceto.Il 26 febbraio 1390 A. ottenne dal comune di Bologna l'incarico di realizzare il modello per l'erigenda basilica di S. Petronio a Bologna: un modello in scala 1/12, sulla base di disegni già da lui stesso eseguiti. Tale modello venne collaudato soltanto nel 1392, quando era già iniziata la costruzione della basilica, dei cui lavori egli aveva assunto l'ufficio di direttore (3 giugno 1390). Il modello di A. venne distrutto nel 1402, dopo che il comune di Bologna aveva incaricato il pittore Jacopo di Paolo di effettuarne una copia più piccola (anche questo secondo modello è andato perduto). Dall'atto di commissione del primo modello è possibile conoscere le dimensioni della basilica prevista dal progetto di A.: lunghezza di m. 182 ca. e larghezza di m. 137 circa. La costruzione cominciò dalla facciata e A. portò a termine, prima della morte, avvenuta tra l'aprile del 1401 e il settembre del 1402, le due prime campate. Esse sono impostate, come il resto della basilica, sul modulo, a livello di pianta, di tre quadrati contigui di m. 19 di lato (corrispondenti a 50 piedi bolognesi): un quadrato di campata della navata centrale e i due, a E e a O del primo, comprendenti ciascuno la navatella laterale e la coppia di cappelle. La larghezza di m. 137 ca. è giustificabile soltanto con la presenza di un transetto, alla fine del naós di sei campate.Dal 1390 A. fu impegnato nella costruzione della basilica, ma ciò non gli impedì di accettare altri lavori: nel 1397 fu incaricato della costruzione della sagrestia della chiesa bolognese di S. Francesco e nello stesso anno ricevette il pagamento per l'erezione del campanile della medesima chiesa.A. fu a Milano - vide il cantiere del duomo se è suo il disegno (Bologna, Mus. di S. Petronio) che si riferisce appunto alla cattedrale milanese -, a Venezia e a Firenze: ma il suo stile, che si ricava dall'opera maggiore e più qualificante, il S. Petronio, appare del tutto originale e privo di legami con le opere milanesi, veneziane o fiorentine. Pur servendosi di un lessico figurativo tardogotico, A. crea uno spazio, tutto soffuso di delicato pittoricismo, ben definito in determinati rapporti geometrici.
Bibl.: A. Rubbiani, La chiesa di S. Francesco in Bologna, Bologna 1886, p. 86; A. Gatti, Maestro Antonio di Vincenzo, architetto bolognese, Archivio Storico dell'Arte 4, 1891, pp. 172-179, 194-201; E. Orioli, Il foro dei Mercanti di Bologna, ivi, 5, 1892, pp. 387-398; F. Malaguzzi Valeri, s.v. Antonio di Vincenzo, in Thieme-Becker, II, 1908, pp. 15-16; A. Ghidiglia Quintavalle, s.v. Antonio di Vincenzo, in DBI, III, 1961, pp. 581-583; A. M. Romanini, Architettura, in Il Duomo di Milano, Milano 1973, I, pp. 97-232: 164-168; G. Lorenzoni, L'architettura, in La Basilica di San Petronio in Bologna, I, Bologna 1983, pp. 53-124; A. M. Matteucci, Il gotico cittadino di Antonio di Vincenzo, in Il Tramonto del Medioevo a Bologna. Il cantiere di San Petronio, cat., Bologna 1987, pp. 27-54.