DISCOVOLO, Antonio
Nacque a Bologna il 25 dic. 1874 da Mario, pittore, e da Gertrude Sarti. Frequentata a Pisa la scuola dei padri scolopi, s'iscrisse all'accademia di belle arti di Firenze; dal 1891 al '93 fu allievo di G. Fattori. Nel 1894 risiedette a Lucca, dove continuò gli studi all'accademia seguendo i corsi di pittura di L. Norfini. La bottega dell'antiquario (1894, olio su tela, realizzata per la licenza di pittura; Nocentini, 1976, tav. 1) è la sua prima opera, di taglio spiccatamente accademico. Dello stesso periodo sono alcuni ritratti (Testa di donna, olio su tavola, e Testa di vecchio, olio su tela; ibid., tavv. 2s.), esercitazioni di buona qualità, che trattengono aspetti formali della pittura seicentesca.
Col trasferimento a Roma, nel 1899, il D. - che nelle prime opere si firmava di Scòvolo o Di Scovolo - ebbe modo d'inserirsi nei circoli culturali più aggiornati, di esporre alla Promotrice romana col gruppo "In arte libertas" di Nino Costa nel 1900 (anno in cui partecipò anche alla IV Triennale di Brera) e di conoscere E. Lionne, che lo avrebbe indirizzato verso un linguaggio esplicitamente divisionista. Già nel 1898, tuttavia, nella casa di G. Puccini a Torre del Lago, aveva incontrato P. Nomellini, consapevole esponente del divisionismo. E se nel 1901 e nel 1902, con Una mezz'ora al Tino (olio su cartone; Nocentini, 1976, tav. 4) e con Villa Confalonieri (ibid., tav. 5), poco si intravvede ancora della nuova tecnica, avvicinata quasi con timidezza, non altrettanto si può dire della Pineta a Tellaro (1903, olio su cartone, ibid., tav. 6), maturo exploit divisionista, rielaborazione personale del puntino colorato che, sulla scia delle esperienze previatesche e segantiniane, si allunga in filamenti.
Dal 1903 al 1930 (con l'eccezione del '22) partecipò alle Biennali veneziane, sempre invitato (tranne la prima volta): il suo olio Notte sul golfo di Spezia (1903) fu acquistato dal re; nel 1912 allestì nella sala ligure una sezione personale. Amico di E. Coleman e di G. Balla (con quest'ultimo ed altri rappresentò la "Giovine Roma" all'Esposizione milanese del 1906), era un assiduo del caffè Aragno e fissò in una caricatura (1903; Nocentini 1976, tav. 7) i protagonisti degli incontri. Nel 1904, con O. Carlandi, andò a dipingere nella campagna di Terracina ed espose alla mostra della Società amatori e cultori di belle arti (dove si ripresentò nel 1907 e nel 1923).
Intorno al 1907 si trasferì a Manarola, nelle Cinque Terre, per stabilirsi poi nella vicina Bonassola (1910). Strinse amicizia con L. Viani e frequentò l'ambiente artistico genovese, presentando alcune opere alle Promotrici del 1911 e 1912. Espose a Roma nell'ambito delle manifestazioni per il cinquantenario dell'Unità d'Italia (1911) e alla IV esposizione internazionale della Secessione romana nel 1916 (cfr. Bonfiglio, 1987). E. Cozzani lo invitò a ideare xilografie per la rivista L'Eroica (dal 1911); per i tipi di Sansoni (1911) illustrò quindi il Macbeth di Shakespeare tradotto da M. Chiarini. Né si deve dimenticare la sua attività di incisore per il raffinato mensile Novissima (dal 1903), con immagini che gravitano nell'orbita d'influenza secessionista, con avvolgenti linee liberty e forme rimpolpate da un evidente neomichelangiolismo. Alcuni dipinti (Ritratto della moglie, 1907, olio su tela; Autoritratto, 1908, olio su cartone; I fuggitivi, 1908, olio su cartone: Nocentini, 1976, tavv. 14s.) rivelano un progressivo avvicinarsi del pittore a tematiche simboliste immerse in misteriose atmosfere boeckliniane; gli sarà caro il tema mitologico dei centauri (cfr. L'inseguimento, 1911, olio, esposto alla I mostra della xilografia di Levanto nel 1912 insieme con La solitaria; Bonfiglio, 1987). Nel 1917-18 prestò il servizio militare e continuò a lavorare. Il Municipio di Genova acquistò Il castagno (olio, 1920, Genova-Nervi, Civ. Gall. d'arte moderna). Mostre personali hanno avuto luogo alla Galleria Pesaro di Milano (1922, 1926, 1934, 1936, 1938), al Palazzo Rosso di Genova (1932), alla galleria Ronco di Biella (1934, 1936), alla galleria Cavalensi e Botti di Firenze (1935).
Nel 1924 il D. si trasferì ad Assisi, dove dipinse circa sessanta oli ispirati alla vita religiosa della cittadina: i quadri, terminati nel 1926, furono esposti a Milano (nel 1935 la Galleria d'arte moderna di palazzo Pitti a Firenze acquistò il Convento delle clarisse). Il segno del D. aveva ormai perso ogni vibrazione divisionista, si era rassodato, levigato, aveva raccolto suggestioni novecentiste (Autoritratto, 1920, olio su tela; Ritratto della famiglia, 1922, olio su tela: Nocentini, 1976, tavv. 32, 36), muovendo verso cromie solari, restituite sulla tela da una corta pennellata, densa e materica, di ricordo postimpressionista (Costiera ligure, 1926, olio su tavola; Olivi a Scerno, 1932, olio su tavola: ibid., tavv. 41, 44). Fu invitato alla Fiorentina primaverile del 1922 e alla I Esposiz. internaz. della Soc. prom. di belle arti di Torino (1931); espose alla I mostra del Sind. fascista di belle arti di Firenze (1933: Il solitario) e alla II Quadriennale d'arte di Roma (1935). A Roma nella Galleria comunale di arte moderna è conservato un grande notturno del 1924: Ninfa addormentata (ill. in Enc. Ital.), oltre a Riposo (cfr. Bonfiglio, 1987); nella Galleria nazion. d'arte moderna si trova il dipinto Tra gli ulivi; nei Civici Musei di Novara è conservata una tavoletta A sera, firmata e datata 1935. Il suo Autoritratto (1938) è a Roma presso l'Accademia di S. Luca, della quale entrò a far parte nel 1942.
Nel 1944 il D. iniziò a scrivere le sue Memorie, ancora inedite (presso gli eredi a Bonassola). Le opere degli anni '40 e '50 lo rivelano attento estimatore delle bellezze paesaggistiche della sua terra d'adozione, colte con fresco gusto naturalistico nella spumeggiante fastosità dei colori e filtrate attraverso ricordi di un gusto orientaleggiante un po' rétro (L'airone, 1935, olio su tela; Gli uccelli e l'ulivo, 1938, olio su tela; Libeccio, 1952, Olio su tavola; Rose su cielo, 1954, olio su tavola: Nocentini, 1976, tavv. 45. 49351, 55).
Morì a Bonassola (La Spezia) il 10 luglio 1956 (nella parrocchiale di S. Caterina a Bonassola, dove nel 1930 aveva restaurato una Adorazione dei pastori del sec. XVII, è conservata una sua tela con Le pie donne ai piedi della Croce).
Fonti e Bibl.: Esposizione nazionale del 1898. Catalogo delle belle arti, Torino 1898, p. 91 n. 656; E. Cozzani, Vita d'arte, Siena 1907, pp. 239-350; A. Balbi, L'arte ligure a Venezia, in Riv. ligure delle scienze, lettere, arti, XXXIX (1912), pp. 8 s.; V. F., Esposizioni artistiche. A. D., la litografia, il gruppo de l'Eroica alla mostra di Levanto, in Emporium, XXXVI (1912), pp. 309-312; F. Sapori, La XII Esposizione d'arte di Venezia, Bergamo 1920, pp. 39, 155; VI.BI, Cronache milanesi. D., in Emporium, LVI (1922), pp. 320-323; R. Calzini, Mostra individuale del pittore A. D. (catal., galleria Pesaro), Milano 1922; O. Grosso, A. D., in Liedel, IV (1922), 9, pp. 10-13; V. Pica, A. D. (catal., gall. Pesaro), Milano 1926; I. B. Supino, Assisi nell'opera di A. D., Milano 1926; E. Cozzani, A. D., in L'Eroica, n. 101, genn. 1927, pp. 10-38; N. Fiumi, in The Studio, XCIV (1927), pp. 64-66; F. Scarpelli, Lo spirito francescano nell'evoluzione dell'arte, in La Grande Illustrazione italiana, IV (1927), 2, pp. 19-22; U. Nebbia, La XVI Esposizione internaz. d'arte di Venezia, Milano 1928, pp. 24, 28; Mostra individuale del pittore A. D., Chiavari s. d. [ma 1931]; Mostra dello scultore Berrone e dei pittori Discovolo, Geranzani (Genova, febbr. 1932), Milano 1932; A. Colasanti, A. D. (catal., Pal. Rosso), Genova 1932; Mostra individuale del pittore A. D., Chiavari 1932; S. Benelli, Sem Benelli a A. D., in L'Eroica, nn. 18384, nov.-dic. 1933, pp. 48-51; L'arte di A. D., ibid., pp. 52-54; S. Benelli, A. D. (catal.), Milano 1934; N. Silvi, A. D., Catanzaro 1943; E. Balossi, Dei Discovolo o della natura, Chiavari 1966, passim; E. Cozzani, Come fu che conobbi A. D., in Liguria, XXXIII (1966), 8, pp. 4-6; F. Albonetti, A Bonassola con i Discovolo, ibid., XXXIII (1966), 4, pp. 25 s.; O. Grosso, Mostre di A. D. e di artisti della provincia della Spezia, ibid., 7-8, pp. 29-33; G. Petronilli-E. Balossi, A. D. (catal.), Bonassola 1966; V. Balestreri, La mostra dei Discovolo a Levanto, in Liguria, XXXVII (1970), 7-8, p. 38; A. D. e le 5 Terre (catal., Riomaggiore e Levanto), a cura di A. Nocentini, Firenze 1976; G. F. Bruno, Immagine e paesaggio 1850-1970, Genova 1979, ad Ind.; L'Eroica e la xilografia (catal.), introd. di R. Bossaglia, Milano 1981, passim; V. Rocchiero, Scuole, gruppi, pittori dell'Ottocento ligure, Roma-Genova-Savona 1981, pp. 197 s. (con bibl.); Mostra antologica di A. D. (1874-1956), La Spezia 1982; G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al Divisionismo, Genova 1982, ad Indicem; Mauro di Scovolo, A. D. mio padre pittore. Lettere-cronache-memorie dal 1894 al 1956, Piacenza 1983 (con bibl.); G. Chioma, Una grande mostra di D. alla Spezia, in Liguria, L (1983), I, pp. 26-28; V. Rocchiero, A. D. ..., capolavori dal 1924 al 1954, Genova 1985 (catal. della vendita presso la gall. Clemente di Genova); F. Bonfiglio, in Secessione romana 1913-1916, Roma 1987, pp. 46 s., 293 s.; R. Ruscio, in Divisionismo romano (catal.), Roma 1989, pp. 107 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, pp. 329 s.; Encicl. Ital., XIII, p. 9; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh. s, I, p. 569; Diz. encicl. Bolaffi, IV, p. 153.